Jorge Lorenzo: dicono di lui e del suo ritiro

Jorge Lorenzo: dicono di lui e del suo ritiro
Jorge Lorenzo annuncia il suo ritiro dalla MotoGP e un po’ ce lo aspettavamo, è da mesi che la notizia (sempre smentita) circola nel paddock. Che tipo di pilota è stato? Lo abbiamo chiesto a chi sa leggere le corse, e non da oggi
14 novembre 2019

L’ultima nostra intervista, quella registrata la scorsa settimana in Eicma, aveva un sapore amaro, tanto che qualche lettore aveva commentato “sembra quasi che Lorenzo parli da ex-pilota”.

Jorge aveva già deciso? Adesso sappiamo che sì, aveva deciso subito dopo il GP della Malesia, e quindi da un paio di giorni, ma giustamente non avrebbe mai scelto un giornalista italiano e quel momento milanese per comunicarlo al mondo.
Se Lorenzo vedeva con chiarezza il suo immediato futuro, allora si è nascosto piuttosto bene: ha seminato qualche indizio in direzione contraria - la prova della Honda 2020 che era prevista per martedì prossimo - e però non è riuscito a mascherare del tutto la sua tristezza. Che fosse molto abbattuto nello spirito si vedeva, che avesse paura di cadere ancora e farsi male si capiva.

Che tipo di pilota è stato Jorge Lorenzo? Un grande, certo, la sua lunga carriera è lì a dimostrarlo. A vincere un titolo mondiale di motociclismo si fa una gran fatica, figurarsi a conquistarne cinque.
Personalmente l’ho sempre visto come un pilota velocissimo, ho sempre ammirato la sua limpida classe, ma ho visto anche le sue debolezze e qualche volta l’ho criticato per alcuni comportamenti discutibili e certe dichiarazioni fuoriluogo. Ma nessuno è perfetto. Ho voluto sentire qualche voce autorevole. Partendo dal grande Ago.

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Agostini: dispiaceva vederlo ridotto così

«Il ritiro era nell’aria – dice il 15 volte campione del mondo - e si trattava di capire chi avrebbe fatto il primo passo tra lui e la Honda. Jorge è stato un grande, quando c’è un grande pilota che fa grandi cose io mi inchino: e lui ha battuto dei grandi come Valentino e come Márquez, giusto dargli merito. Purtroppo però è anche vero che lui è sempre stato così: quando tutto girava per il verso giusto era una bestia, diversamente andava indietro. E’ caduto, si è fatto male, è vulnerabile. Certo dispiaceva molto vederlo messo così male, ma se è andato in crisi non è stato a causa di Márquez o della moto. Una crisi esistenziale e personale».

Reggiani: pilota fortissimo, ma non così completo

«Me lo aspettavo, lo stop, perché Jorge è attaccato ai soldi ma anche molto orgoglioso: continuare con la Honda lo avrebbe esposto a figure inaccettabili. E’ stato un pilota particolare: da come l’ho visto io, arrivando in MotoGP ha fatto un gran lavoro per diventare forte di testa, e il salto è stato effettivamente esagerato. E’ andato subito fortissimo con la Yamaha. Ma credo anche che mantenere quei livelli, se mentalmente forte non ci nasci, abbia un costo: sprechi un mucchio di energie e più facilmente crolli. E’ stato un pilota incompleto, non sempre lucidissimo, e che in diverse occasioni sarebbe risultato più simpatico se avesse tenuto la bocca chiusa».

Witteveen: non mi sorprenderebbe rivederlo in pista

«Credo che Lorenzo abbia bisogno di un anno per ricaricarsi, magari ritornerà. E’ un pilota grande, ma psicologicamente debole: in Derbi e poi in Aprilia aveva trovato una situazione ideale per lui, però ugualmente alternava ottime gare a pessime gare. Anche in Yamaha ha trovato una sistemazione favorevole. Ma poi in Ducati è stato difficile, e lui ha sofferto soprattutto per il cambio gomme da Bridgestone a Michelin: la sua guida rotonda e con grandi inclinazioni vuole carcasse rigide. In Honda è andata ancora peggio, certo noi non sappiamo tutto, ma credo che oggi gli manchi soprattutto la condizione fisica e mentale. Mi aspettavo che comunicasse un anno di stop, ma forse è più giusto così: ne esce bene, si rimetterà in forma e qualcuno lo cercherà di sicuro. Uno come Lorenzo non si lascia a casa, basterà fargli un contratto legato ai risultati…».

Graziano Rossi: sono quasi sicuro che a marzo ci riconvoca

«Davvero ha annunciato il ritiro? Era l’ultima cosa che immaginavo. Perché uscire dai momenti no è molto difficile e lo sappiamo bene tutti, ma aveva davanti un inverno per recuperare la forma, e un’altra stagione per adattarsi alla Honda. Per come lo conosco sono molto sorpreso e molto dispiaciuto. Non mi aspettavo che mollasse così. Posso spiegarmelo soltanto se penso che per il 50% ha lavorato la paura di farsi ancora male, e l’altro 50% lo sa soltanto lui. Noi non sappiamo. Ma sai cosa ti dico? Scommetto che a marzo ci convoca tutti di nuovo per comunicarci che torna a correre con un’altra moto. E io ne sarei contento, sarebbe una grande gioia per tutti i veri appassionati di moto».

Alex Gramigni: Lorenzo, uno che è molto pilota. Mi sorprende

«Non conosco i retroscena, ma il suo ritiro mi stupisce. L’ho sempre visto come uno "molto pilota", e il mio è un giudizio positivo. Mi spiego: tu puoi valutare uno che corre come pilota o come persona, e il pilota ragiona secondo regole sue, con delle fisse. Una volta, si girava in pista insieme, Cadalora, Lorenzo ed io, e Jorge, che in quella fase era tra i primissimi della MotoGP, ci disse: ‘beati voi che avete 45 e 50 anni. Io devo allenarmi, è dura, voi fate altro e vi divertite…
Una uscita così non me l’aspettavo, da uno di trent’anni che guadagnava un milione al mese. Beati voi! Poi ho capito che lui è pilota nel profondo. E quando c’era l’incastro giusto Lorenzo era ed è fortissimo: ha battuto gente come Stoner, Rossi e Márquez
con Yamaha e Ducati…».

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