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Si gode la pensione al grido (all'hastag per la verità) di "dura la vida", guidando le hypercar della sua collezione e concedendosi periodi di assoluto relax nei resort più incantevoli del mondo, ma nei pensieri di Jorge Lorenzo c'è sempre la MotoGP. Quella che ha catalizzato per anni, sin da quando era piccolissimo, tutte le sue energie e le sue ambizioni e, ora che ha appeso il casco al chiodo, non resta che parlarne. Lo fa sempre, dai suoi profili social e non solo e questa volta lo ha fatto dalle pagine di ElMundo, attraverso una intervista in cui ha ripercorso la sua carriera e buttato un occhio sui fatti del presente a pochi giorni dall'avvio del mondiale.
"Forse - ha affermato il cinque volte campione del mondo - oggi sarei stato ancora un pilota Yamaha se nel 2012 mi fossi comportato diversamente". Il riferimento è al ritorno di Valentino Rossi in sella alla moto di Iwata. "Avevo appena vinto un mondiale - ha spiegato Lorenzo - In quel momento ero la punta di diamante per Yamaha e avrei potuto chiedere qualunque cosa, compresa una clausola per impedire che Valentino tornasse nel box del team pricipale. Lui in quel momento veniva dalla deludente esperienza con la Ducati e ha più volte detto che se non avesse trovato le porte aperte in Yamaha probabilmente avrebbe smesso per dedicarsi alle corse in auto". Come dire, dunque, che se Valentino Rossi è ancora del giro, parte del merito è anche di Lorenzo, che in quel 2012 non si è opposto al ritorno dell'ingombrante compagno di squadra.
Il cinque volte campione del mondo ha toccato anche l'argomento Marc Marquez, ricordando quando nel 2013 lui stesso è stato protagonista del recupero più forzato della MotoGP. "Ad Assen ebbi un infortunio e tornai pochissime ore dopo l'intervento chirurgico in sella - ha ammesso - Sono orgoglioso del quinto posto ottenuto in quel gran premio, ma forse non avrebbero dovuto permettermi di correre, come non avrebbero dovuto permetterlo a Marc Marquez a Jerez, dopo la caduta della settimana precedente e l'operazione alla spalla. Non essendoci contatto, non abbiamo mai piena coscienza di quanto le moto siano pericolose, ma poi se si cade i danni possono essere disastrosi e persino tragici".