Jorge Lorenzo: “Io e Márquez come Prost e Senna”

Jorge Lorenzo: “Io e Márquez come Prost e Senna”
Ai microfoni di Sky, il cinque volte iridato fa il punto. L’infortunio, gli auguri a Rossi, la convivenza con Márquez
15 febbraio 2019

Molto bella l’intervista mandata in onda da Sky Sport a Jorge Lorenzo. Il cinque volte campione del mondo (tre volte iridato in MotoGP, due in 250) non sta vivendo un momento facile nella sua carriera. Dopo due anni controversi in Ducati, da cui però Jorge è uscito a testa alta, sale su una delle selle più allettanti ma al tempo stesso scomode del motomondiale: quella della Honda RCV 213 ufficiale lasciata libera da Dani Pedrosa, nel ruolo del compagno di squadra di  Márquez   .

E se questo non bastasse a far tremare un po’ i polsi, ci si è messa la sfortuna, sotto forma di un brutto infortunio che lo ha costretto a saltare i test di Sepang.

E si parte proprio dalla condizione fisica, naturalmente.

«Va sempre meglio, anche perché il mio fisioterapista mi ha raggiunto a Lugano e abbiamo lavorato con un manubrio che simula movimenti e sforzi della guida. Manca poco al Qatar, ma sono già passati 25 giorni e miglioro settimana dopo settimana, anche se prima di essere al 100% servirà ancora tempo, perché questi infortuni hanno sempre strascichi. Sarò all’80% per i test (il 23 febbraio, NdR) e all’85% per la gara».

Jorge Lorenzo impegnato nei test di Valencia
Jorge Lorenzo impegnato nei test di Valencia
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Un infortunio causato da una caduta mentre Jorge si allenava con il Flat Track.

«Sono caduto praticamente subito, ho preso una buca che sembrava semplicemente una chiazza di fango. Mi si è chiuso l’anteriore, non ho mollato il manubrio e ho battuto sullo scafoide. Un errore stupido, mi sono arrabbiato molto con me stesso. Ma alla fine è tutta esperienza».

Lorenzo non è nuovo ai box difficili, visto che nel 2008, al debutto, Jorge è entrato nientemeno che nel team di Rossi.

«Però allora avevo 20 anni, con un carattere molto diverso da quello di oggi. Non avevo paura di nessuno, pensavo di poter battere chiunque, ero un po’ presuntuoso. Adesso ho un grande rispetto per Rossi, ma è normale che fra noi ci siano tensioni: siamo due campioni che puntano allo stesso risultato. Però conosco le sue qualità, il suo talento, quanto vale come pilota, e lui lo stesso. Credo che ci sia rispetto da entrambe le parti».

Manca anche pochissimo al compleanno di Valentino, che domani festeggerà i 40 anni. (Qui il video dei nostri auguri) Lorenzo gli ha voluto fare gli auguri.

«Ciao Vale, buon compleanno. Spero che resti con noi il più possibile, magari fino a 46 anni, come il tuo numero. Buona fortuna per questa stagione: ci vediamo in Qatar».

Lorenzo e Marquez in sella alle moto 2019
Lorenzo e Marquez in sella alle moto 2019

Jorge ha anche parlato della sfida con  Márquez  che lo aspetta. Una sfida molto difficile, all’interno dello stesso team.

«Credo che sia una squadra molto forte, basta guardare i numeri. Ma penso che quanto a velocità siamo anche più forti di quanto non dicano i soli numeri. Il paragone con Prost e Senna? Lo trovo molto calzante – forse mi sento più Prost perché sono io il più vecchio dei due, e anche come carattere sono più vicino ad Alain, freddo e calcolatore, mentre Senna era più passionale e aggressivo».

«Qualcuno sostiene che due galli in un pollaio facciano danni e possano goderne gli avversari. Io invece credo di portare il mio bagaglio d’esperienza nello sviluppo e nella guida, e di poter essere uno stimolo per  Márquez come lui lo sarà per me. Gli sono anche grato per non aver posto un veto al mio arrivo, cosa che avrebbe potuto tranquillamente fare e oggi non sarei un pilota ufficiale Honda».

Già, perché c’è stato un momento, nel corso della stagione, in cui Lorenzo ha seriamente rischiato di restare a piedi.

«Fare il pilota è un privilegio, ma se lo fai come si deve, come lo faccio io, è anche una vita molto dura – a me piace farlo, ma comporta molti sacrifici. E poi i viaggi, gli impegni – insomma, quando penso al momento in cui smetterò di correre penso che mi sentirò più libero. Libero di vivere lo sport come un piacere e non un dovere, di mangiare quello che vorrò. Però, quando mi sono trovato davanti alla possibilità concreta di dover smettere, ho capito quanto amassi questo sport e sono stato colto da un po’ di depressione. Avevo sul tavolo un’offerta dal team satellite Yamaha, ma volevo assolutamente una moto ufficiale».

E poi le domande degli ascoltatori, che gli hanno chiesto di Ducati, della sua passione per le auto e anche delle differenze nello stile di guida con Valentino Rossi.

«Siamo diversi: lui è più alto e pesante, e poi stacca più forte mentre io faccio correre di più la moto, quindi lui usa tarature più rigide per la forcella. Come traiettorie invece siamo abbastanza vicini, e anche come pulizia nella guida e sensibilità ci assomigliamo. Lui però è più bravo a improvvisare nel corpo a corpo…».

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