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Yamaha, Ducati, Honda MotoGP, fino alla Aprilia 250 dei suoi primi titoli mondiali: Jorge chiarisce bene quale tipo di moto gli è piaciuto e quale no. Perché la sua è una guida rotonda e il feeling con l'avantreno è la qualità che gli serve per andare forte come sa fare.
Con Ducati è riuscito ad adattare la moto alla sua guida, anche se purtroppo - è il primo a rammaricarsene - fuori tempo massimo, mentre con la Honda è stato molto più difficile.
Jorge si ritiene un pilota poco fortunato, tanti gli infortuni anche gravi subiti in carriera specie nella top class. E quest'anno non ha mai potuto scendere in pista al cento per cento delle sue capacità fisiche.
Poi fa notare che in realtà al primo contatto con la Honda dell'anno scorso si trovava piuttosto bene, ma la versione 2019 si è allontanata dalle sue necessità. Spingere forte non può se la moto non gli piace, e tutte le volte che ci ha provato è finito a terra, quasi sempre rovinosamente.
E adesso? Come si sente e quale futuro intravvede Lorenzo? Il maiorchino ammette di sentirsi abbattuto, ma dice che bisogna farsene una ragione e assicura che non si vuole arrendere: proverà la Honda 2020 a Valencia, il martedì successivo all'ultimo GP dell'anno. E poi deciderà.