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Quando gli hanno chiesto se il lungo fatto a pochi giri dalla fine – che ha consentito a Pecco Bagnaia di raggiungerlo e superarlo – fosse stato un modo per ubbidire a un ordine di scuderia, Jorge Martin ha guardato la telecamera come si guarda un alieno. “Ma quale ordine di scuderia? Ho sbagliato io – ha detto il giovane pilota spagnolo del Team Ducati Pramac - Sono quasi caduto quando ho fatto quel dritto – ha spiegato martin - Alla curva quattro stavo quasi volando, dovevo andare dritto per forza”. Nessun ordine di scuderia, ma solo un errore che ci sta e che, di fatto, lo ha penalizzato abbastanza. Tanto da fargli trovare inutile e ingiusta la penalità che poi la commissione gara ha voluto infliggergli, costringendolo ad un long lap: “Non è giusto perché l’ho fatto solo per non cadere, non potevo fare altro. Senza il giro lungo avrei lottato per il podio, sarebbe stato bello essere lassù, ma queste sono le gare e, anche se mi brucia, queste sono le regole” – ha poi chiosato il rookie della Ducati.
Dopo l’errore e il sorpasso subito ad opera di Pecco, Martin era riuscito a raggiungere nuovamente il compagno di marchio e non nasconde che in qualche modo ci avrebbe provato se non gli avessero comunicato quella penalità. “Per tutto il fine settimana ho lottato per il podio e ci avrei provato – ha spiegato – Quando mi ha superato sono riuscito a rimanere lì con lui. Poi è andata come è andata. Ordini di scuderia, comunque, non c’erano anche se nella mia testa è chiaro che Bagnaia sta lottando per il mondiale”.