MotoGP. Kevin Schwantz: “A disposizione di Suzuki, ma non a tempo pieno”

MotoGP. Kevin Schwantz: “A disposizione di Suzuki, ma non a tempo pieno”
L’ex campione del mondo e idolo indiscusso del passato ha raccontato di essersi messo a disposizione di Suzuki dopo l’addio di Davide Brivio, ma di non poter garantire un impegno h24. E a proposito del no di Joe Roberts ad Aprilia...
28 gennaio 2021

La Suzuki la porta nel sangue, ma anche la bandiera americana. Ed è proprio di Suzuki e Stati Uniti d’America che Kevin Schwantz ha voluto parlare a lungo nell’intervista rilasciata ai colleghi di bikesportnews.com.

La sua vittoria mondiale è, ormai, un ricordo di tanti anni fa, ma il suo nome è ancora quello di una autorità assoluta nell’ambiente, perché Kevin Schwantz è stato senza dubbio tra i più amati dagli appassionati di motorsport e lo è tutt’ora. Anche se quest’anno, racconta, “il Covid non mi ha permesso di frequentare il paddock come e quanto avrei voluto”. E’ rimasto sempre negli Usa, nel suo Texas, ed ha avuto modo di buttare un occhio anche sul futuro del motociclismo nel suo Paese, senza, però, aver tratto conclusioni significative. “Il motociclismo qui fa fatica, non è facile far crescere i giovani - ha spiegato - sono recentemente nati dei campionati che forse offriranno qualche opportunità in più, ma non so se e quando rivedremo piloti americani lì davanti nella MotoGP”.

Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Anche perché chi ha avuto l’opportunità di fare il grande salto ha scelto di rimandare di un anno o due e il riferimento, è chiaro, è a Joe Roberts, con Kevin Schwantz che non ha gradito particolarmente la decisione dello statunitense che erediterà la moto campione del mondo di Moto2 di Enea Bastianini, nel team Italtrans. “Non credo che un pilota abbia molte opportunità per ottenere un posto in MotoGP e rifiutarne una potrebbe essere stato, secondo me, un po’ sciocco - ha chiosato Schwantz senza girarci troppo intorno, facendo riferimento all’offerta avanzata da Aprilia e rifiutata da Roberts -. Se è in MotoGP che vuoi arrivare, arrivaci il più velocemente possibile. Penso che Joe abbia fatto un ottimo lavoro con American Racing nel 2020, ora andrà in una squadra diversa, quella da cui proviene il campioni del mondo Moto2, e ora la pressione sarà alta: guiderà una delle moto più performanti in circolazione, dovrai correre davanti o la gente inizierà a farti domande di nuovo”.

Joe Roberts, quindi, dovrà non solo confermarsi, ma migliorare ulteriormente e con un gran peso sulle spalle. Lo stesso che, in qualche modo, dovrà sentire anche Suzuki, campione del mondo in carica con Joan Mir, ma rimasta orfana di Davide Brivio.

Schwantz racconta di aver offerto a Sahara il suo aiuto, specificando, però, che non sarebbe stato disponibile per un impegno a tempo pieno. Non una polemica, la sua, ma i fatti riferiti per come sono andati e, soprattutto, per spiegare le ragioni delle tante indiscrezioni circolate sulla possibilità che fosse proprio lui a sostituire Brivio. “Ho sempre detto - ha concluso - che avrei aiutato Suzuki in ogni modo possibile se si fosse presentata l'occasione. Non credo che questa opportunità ci sia in questo momento, probabilmente Sahara-san è convinto di poter prendere il timone e realizzare ciò che ha raggiunto quest'anno anche senza Brivio e senza che qualcun altro ne prenda il ruolo”.