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The Tank Slappers, si intitola così il podcast di autosport.com che ha ospitato Kevin Schwantz. La leggenda americana delle corse in moto s’è prestata ad una analisi sul mondiale iniziato quattro gran premi fa in Qatar e, inevitabilmente, il discorso è presto virato su Valentino Rossi. “Sono preoccupato per lui – ha detto – E’ chiaro che così non si diverte. Non riesco a capire quali sono i suoi problemi, ma è evidente che ne ha. Forse c’è qualcosa di nuovo sulla moto con cui non trova feeling, forse il problema sono le gomme in relazione al suo stile di guida, ma lo conosco: non è uno che si arrende e saprà venirne fuori. Non si diventa lenti all’improvviso”. Nel frattempo, però, l’ambiente che si interroga in continuazione su cosa farà Rossi alla fine di questo anno, sull’appendere o meno il casco al chiodo, di certo non aiuta la serenità del lavoro da fare, con Schwantz che ricorda anche il suo passato: “Ricordo le prime due gare del 95, quando non potevo lottare per i podi o le vittorie come ero abituato, la verità era che era molto difficile . Correre è divertente se puoi vincere, quando non puoi, smette di essere divertente. Forse quando Valentino tornerà su circuiti che conosce bene questo lo aiuterà. Sicuramente non si sta divertendo”.
Così come non si sta divertendo, ma per altre ragioni, anche Marc Marquez. Un altro abituato a vincere e affermarsi su tutti, ma che ora si trova a lottare per posizioni che, di certo, non sono le sue. Anche sull’otto volte campione del mondo Kevin Schwantz ha le idee chiare: è questione di tempo. “La velocità e l'accelerazione di una MotoGP sono qualcosa su cui bisogna lavorare – ha spiegato - Non si può pensare che un pilota che è stato fermo per un anno torni immediatamente al suo livello. Quando correvo, se saltavo una o due gare per infortunio, quando tornavo avevo bisogno di altre due o tre gare per essere al 100%. il corpo deve riabituarsi a velocità. Sarà dura per lui, ma se c'è qualcuno pronto per una sfida come questa è Marc Marquez. Anche la Honda sembra avere qualche problema, non possiamo dimenticare che quando Marc era al top era l’unico che riusciva a farla andare veramente forte e, magari, a coprirne i difetti, il fatto che lui non abbia potuto partecipare allo sviluppo della moto non aiuta”.
Anche per Marc Marquez, quindi, sarà questione di tempo secondo Kevin Schwantz. Tempo di cui, invece, non ha bisogno l’astro nascente di cui ormai tutti parlano: Pedro Acosta. Un ragazzino che, dopo quanto fatto vederenelle prime quattro gare della Moto3, potrebbe essere già pronto per il grande salto: “Pedro è un vero talento, nessuno aveva mai fatto una cosa del genere prima. Mi piacerebbe vederlo su una moto più grande il prima possibile. Il miglior consiglio che posso dargli è di continuare a divertirsi" – ha sentenziato Schwantz che, manco a dirlo, è l’idolo del giovanissimo Pedro, nonostante avesse già smesso di correre quando lo spagnolo è nato.