L'analisi tecnica delle gare del Qatar

L'analisi tecnica delle gare del Qatar
Stoner soffre la gara, mentre Rossi e Lorenzo sono “lenti” in avvio. Alex De Angelis in Moto2 compie l’ennesimo errore. Marquez deludente in 125 | M. Temporali, Losail
12 aprile 2010

Punti chiave


ANALISI 125

Una corsa lenta. Il passo era alto, l’hanno confermato anche i meccanici dai box. 2’07” sporco il ritmo di gara, con Marc Marquez che in prova aveva dato ben 4 decimi e mezzo al secondo, Pol Espargarò, picchiando duro con tre giri in 2’06 alto. Delusione per lui, dal quale ci aspettavamo di vederlo scappare.

Il livello della 125 è sceso di una “tacca” e i piloti italiani neanche si vedono

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Alla fine solo Nicolas Terol è stato capace di scendere su quei tempi anche in gara, per due volte, sul finale, andando a vincere comodo. Il record della pista del 2008 di Bradley Smith, in 2’05”695, resta però lontano di un pezzo. Il livello della 125 è sceso di una “tacca” e i piloti italiani neanche si vedono.


MOTO2

Alex De Angelis va sedato. La guida irruente e impulsiva lo ha portato a disputare alcune bellissime gare in carriera, ma sulla bilancia pesano molto meno dei numerosi incidenti di cui è stato protagonista. Non può buttare via una gara dopo due curve.
Tornantone a sinistra, Elias frena, lui arriva forte, secondo, e per un pelo non stende lo spagnolo. Riesce a scartarlo, si sposta a destra, come per andare lungo verso l’esterno della pista, ma arriva Stefan Bradl, che aveva strada libera, e lo centra. Il tedesco stava facendo la sua strada, era in fase di staccata, e quando sei attaccato ai freni non puoi cambiare traiettoria, sei su un binario. Alex ha velocità, grinta e talento, ma è troppo caliente. In questo modo continua a non vincere nulla.

L’equilibrio agonistico origina parecchie cadute. Prima di fine stagione, ogni pilota rischia di trovarsi uno zero in classifica dovuto a un “crash”


In Moto2 bisogna ragionare le partenze. 41 moto al via, con prestazioni da zero alla prima curva, tutte equivalenti. L’equilibrio agonistico origina parecchie cadute. Prima di fine stagione, ogni pilota rischia di trovarsi uno zero in classifica dovuto a un “crash”. Ricorda i tempi migliori della classe Supersport, fine anni ’90, quando i piloti dal primo all’ultimo erano racchiusi in meno di due secondi. Super spettacolare. La più bella classe del motociclismo 2010.


MOTOGP


Casey Stoner aveva 2 secondi e 4 su Rossi prima di cadere ed è stato l’unico a scendere in 55” nel corso del quinto passaggio. Settore 2, inizio del sesto giro, stava abbassando ancora. 25” e 120 al T1, contro i 25” e 446 di Rossi. Ma quel tempo, l’australiano, l’ha sempre avuto di passo, dal primo turno del venerdì fino al warm up.
Non è mai stato a rischio, ha sempre dato l’idea di essere padrone della situazione. Ma in gara, ancora una volta, con la responsabilità di uno che, con quel ritmo, deve vincere per forza, ha perso la bussola. 

Stoner: una caduta dovuta a una perdita di “sensibilità”, mica a una forzatura


Una caduta dovuta a una perdita di “sensibilità”, mica a una forzatura. Tant’è che lo stesso Valentino, ben più tardi di Casey, ha fatto segnare tempi parziali (anche se in 55 non è mai arrivato) in linea con quelli dell’australiano. Quindi Stoner non ha guidato sopra alle righe, come verrebbe da pensare. Ma ogni pilota sente la gara alla propria maniera: c’è chi sta male prima dalla tensione, chi non riesce più ad essere veloce come in prova e chi invece si sveglia; nel caso di Casey, dimostrato in parecchie altre circostanze, perde la misura, come se un velato strato di isolante si interponesse fra i suoi sensi e l’asfalto. Deve rilassarsi e vivere le corse senza il peso di “vincere per forza”.

La Yamaha di Rossi aveva in media 4-5 km/h meno della Ducati di Stoner (velocità misurate senza l’ausilio della scia). E ciò nonostante, appena tagliato il traguardo, la sua moto è rimasta senza benzina, intanto che Lorenzo chiudeva il giro impennando ai festeggiamenti. Motivo ? Non è veloce e consuma come un boeing. Spiegazione di Rossi: “La ruota dietro scivolava e quindi il motore aumentava di giri, incidendo sui consumi”.

Lorenzo questo problema non l’ha avuto. Nell’arco della corsa non è andato più adagio di Valentino: nel finale ha rimontato, spremendo la sua moto e segnando un giro veloce (1’56”040) migliore di quello di Rossi per un filo (1’56”043). Guida diversa, o differente configurazione tecnica ?

C’è da dire che Lorenzo, come Rossi, è partito con tempi “alti”. Si era solo addormentato, oppure c’era il rischio concreto di non arrivare al traguardo per le M1, causa consumi ? Soltanto dal 12° passaggio ha iniziato a scendere di 3-4, anche 5 decimi al giro, per girare in 56 pulito. 

La "carena" di Max
La "carena" di Max



Un po’ quello che ha fatto Valentino sul finale di corsa. Nel caso di Jorge, è coinciso con il recupero di Ben Spies, alle sue spalle. Tutti e due i piloti, spagnolo e americano, se fossero partiti meglio, dietro a Valentino, avrebbero fatto gara insieme e sarebbe finita con una volata a tre, tutti su Yamaha. Lo dicono i dati. La partenza in MotoGP è diventata importante quanto gli ultimi 5 minuti di qualifica.
E se sbagli, paghi dazio per tutta la corsa.