L'intervista a Danilo Petrucci: due ernie, qualche noia fisica e niente moto per un po'

L'intervista a Danilo Petrucci: due ernie, qualche noia fisica e niente moto per un po'
Durante i test a Jerez è stato protagonista di una bruttissima caduta: "Mi ha lasciato qualche strascico, ma poteva andare davvero peggio". Ora, seguito dal dottor Chieffo, sta lavorando per il pieno recupero e per un po' dovrà fare a meno della moto, ma entusiasmo e motivazioni sono alle stelle in vista del 2021
23 dicembre 2020

Anche adesso sto andando a fare una seduta di fisioterapia, purtroppo dovrò convivere con due ernie al collo, ma non è niente di particolarmente grave a cui non si possa ovviare con un lavoro mirato e, soprattutto, è niente se ripenso a cosa avrebbe potuto accadermi quel giorno a Jerez” – Sono parole di Danilo Petrucci. Lo abbiamo chiamato, questa mattina, per sapere qualcosa di più sulle sue condizioni fisiche, dopo la notizia di un infortunio che lo ha condizionato per tutta la stagione. La brutta botta rimediata ai test di Jerez, prima dell’inizio del mondiale 2020, infatti, ha lasciato qualche strascico. “Come ho già detto – ci ha spiegato – quella caduta è stata tremenda e tutto sommato mi è andata bene. C’è stata anche la possibilità di doversi sottoporre ad un intervento chirurgico e non è detto che non debba succedere, ma anche se mi operassi non risolverei definitivamente il problema. Perché tutto è conseguenza di due ernie al collo e per quelle posso fare ben poco, se non lavorare in maniera specifica, come sto già facendo sotto la supervisione del dottor Enrico Chieffo, del mio fisioterapista e del mio allenatore. Insomma, bisogna fare attenzione e non sottovalutare il problema, ma non è nulla che possa compromettere le prestazioni in moto”.

Nessuna ricerca della giustificazione per spiegare i risultati altalenanti del 2020, quindi, per Danilo Petrucci, che aggiunge: “Paradossalmente sulla MotoGP il braccio ha sofferto di meno, mentre negli allenamenti con la moto da cross ho avvertito molto più fastidio e questo non mi ha permesso di allenarmi come avrei voluto. Anche in questi giorni sto lavorando su altro, ma dopo il Rally Sandalion non sono più salito in moto e conto di farlo dopo le festività natalizie, proprio per non stressare troppo la muscolatura e non distogliere l’attenzione dagli obiettivi fissati con il dottore e il mio fisioterapista”.

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Niente moto da cross per qualche giorno, quindi, mentre Petrucci dovrà aspettarne qualcuno di più prima di poter salire in sella alla KTM con cui affronterà il prossimo mondiale di MotoGP. “Ho il contratto con Ducati fino alla fine dell’anno – ci ha spiegato – ma non è vero che a Borgo Panigale mi hanno vietato di provare la nuova moto. Anzi. Semplicemente non è stato possibile farlo perché non se ne è presentata l’opportunità in questa annata così particolare. A motore spento, però, sono già salito sulla nuova moto, per alcune prove sull’aerodinamica. La mia stazza fisica può rappresentare un problema in termini di velocità e aver avuto modo di lavorare nella galleria del vento di Toyota, a Colonia, è stato molto importante. Certo, la moto era spenta e per sentire il motore dovrò aspettare, ma va bene così. Sperando che tutto il programma 2021 possa essere rispettato e che la pandemia non provochi ulteriori problemi”. Come sta succedendo, ad esempio, per la Parigi-Dakar, una competizione che Petrucci conosce bene e che, non lo ha mai nascosto, rappresenta uno dei suoi sogni: “Sto seguendo un po’ le notizie di questi giorni. Spero che alla fine riescano a partire e sono fiducioso. Lo spero anche per la nostra MotoGP: recentemente un giornalista che qualche giorno prima di me aveva intervistato Carmelo Ezpeleta, mi ha riferito che c’è ottimismo e che al momento il rischio di dover annullare i primi test di Sepang sembra scongiurato”.

La speranza del pilota, e di tutto l’ambiente, è che con l’arrivo del vaccino la situazione possa andare a migliorare, un po’ come ha simbolicamente fatto proprio Danilo Petrucci che, come fanno notare sui social nei vari meme, ha anticipato i decreti, passando dalla zona Rossa (il colore di Ducati) a quella Arancione (il colore di KTM). “E’ stata una stagione molto impegnativa – ha concluso – e non nascondo che spesso mi sono detto che un po’ di riposo ci voleva, ma la verità è che poi appena si sta lontani dalla moto e dal paddock si sente la mancanza e si contano i giorni che separano dal nuovo inizio. Che, nel mio caso, coincide anche con una nuova avventura e quindi con entusiasmo e motivazioni alle stelle”.