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Siamo al giro di boa, quattro settimane di pausa, nove GP fatti e dieci ancora da fare. E tutto sembra già scritto.
Guardi la classifica generale di campionato della MotoGP e ti metti il cuore in pace: come puoi fermare un pilota che mette in fila vittorie e secondi posti con la costanza di un muratore bergamasco impegnato a tirar su il muro con mattoni e cazzuola?
Marc Marquez ha 58 punti di vantaggio e sono tanti, ha vinto cinque gare su nove e sono tante, e quando non ha vinto è arrivato secondo. Aggiungi che l'unico zero che vedi nella tabella, quello in corrispondenza del GP delle Americhe ad Austin, in realtà è il frutto di una semplice distrazione. Dominava, si è rilassato, ha sbagliato. Anche il miglior muratore bergamasco può distrarsi per la ripetitività del gesto. Metti insieme tutto questo e poi capisci che cambiare senso al campionato sarà difficile.
Andrea Dovizioso è solido, non sbaglia, ha vinto la prima gara di Losail e poi un terzo, un secondo, ancora un terzo posto e i piazzamenti. L'unico suo zero, in Catalunya, è da addebitare a Lorenzo e a quella staccata folle all'inizio del secondo giro del Montmelò. È costante, puntuale, efficace e veloce, il Dovi, e queste qualità potrebbero bastare e qualche volta in passato sono anche bastate. Ma contro Márquez ci vuol altro.
Così come non bastano i punti di Danilo Petrucci, terzo a meno 64 con la vittoria del Mugello, un secondo e i quarti posti. I due piloti ufficiali della Ducati sono, sulla carta, all'inseguimento dell'hondista, e addirittura guidano la classifica per Team. Ma questo purtroppo non ha un gran valore: 248 punti per il Ducati Team, 210 per l'Honda Repsol Team, ma il secondo pilota della Honda, Lorenzo, quanto ha contribuito? Diciannove punti in nove gare... Invece nella classifica Costruttori è in testa Honda: 191 punti contro i 157 di Ducati e 153 di Yamaha.
Prima di passare alle altre posizioni interessanti in classifica, un occhio al passato. Statisticamente parlando, il duello tra Márquez e Dovi va in scena per la terza stagione di seguito, e finora, purtroppo per i colori italiani, con l'esito che conoscete.
L'anno scorso il ducatista arrivò alla pausa estiva con un ritardo molto pesante: 77 punti. Andrea aveva vinto un solo GP, Marc ne aveva collezionati già cinque, e gli zeri erano tre a due a svantaggio dell'italiano. Alla fine dell'anno il distacco tra i due, campione e vice, fu più o meno quello, di 76 punti. Molto più serrato fu invece, come tutti ricorderete, il duello nella stagione 2017, che si risolse con un vantaggio finale di soli 37 punti a vantaggio dello spagnolo: 298 a 261.
Al giro di boa, dopo nove gare, tra Márquez e Dovizioso era un vero testa a testa, due gare vinte per ciascuno, gli altri podi a vantaggio di Marc ma solo uno zero per Andrea contro tre. Erano 129 i punti raccolti dal pilota Honda, 123 quelli del pilota Ducati dopo la Germania. E tra loro c'era anche un terzo incomodo, Maverick Vinales, che aveva un punto e una vittoria più del Dovi. Poi il pilota Yamaha cedette nel finale.
Per completezza, limitando l'analisi alle stagioni vincenti del cannibale Márquez e andando a ritroso, diciamo che nel 2016 Marc è arrivato alla decima gara con soli 32 punti di vantaggio sul diretto inseguitore, quella volta Jorge Lorenzo (che poi finì terzo in campionato dietro a Rossi); nel 2014 Márquez ha ammazzato la concorrenza vincendo ininterrottamente dieci GP (e al giro di boa aveva 84 punti più di Valentino) e infine nel 2013, campionato tiratissimo con Lorenzo e deciso per soli quattro punti dopo diciotto GP, il vantaggio dopo nove gare era di 26 punti.
Ma torniamo alla classifica 2019. Se Alex Rins con la sua Suzuki non è tanto lontano dalla coppia italiana sulle rosse e la sua bella vittoria di Austin sembra concretamente replicabile nella stagione, le maggiori delusioni vengono dai piloti Yamaha, che per il titolo sono ormai del tutto fuori dai giochi.
Viñales è partito col piede sbagliato e ha un ritardo di cento punti dal leader, ma almeno un 25 lo ha collezionato, in Olanda; Valentino aveva illuso con i due secondi posti consecutivi in Argentina e negli USA, poi ha perso il filo e il feeling.
Tutti gli altri non sono riusciti a ritagliarsi un ruolo da protagonisti. Non Jack Miller, che pure sa essere veloce ma non sembra capace di fare il salto decisivo; non Fabio Quartararo, o per lo meno non ancora: il giovanissimo francese, che ha tre punti meno di Miller e lo stesso punteggio dell'esperto Cal Crutchlow, è il miglior debuttante del 2019 a prescindere, facilitato dalla Yamaha, che resta ottima per i neofiti, ma così veloce e puntuale da stupire tutti nel paddock della MotoGP.
Questi due piloti, Fabio e l'inglese, potrebbero migliorare parecchio la loro posizione nella seconda parte della stagione, perché hanno imparato molto in queste ultime gare.
Fino alla dodicesima posizione in classifica, solo soddisfazione: Pol Espargaro che mette la KTM al decimo posto merita ogni elogio, è un pilota coraggioso e tenace; Morbidelli e Nakagami sono lì nei pressi e stanno impegnandosi al massimo.
Poi c'è il "limbo", con Joan Mir e Aleix Espargaro che non hanno ancora raccolto quello che (ormai si capisce e bene) meritano, e infine la zona delle grandi delusioni.
Iannone, Lorenzo e Zarco, raccolti in quattro punticini, rappresentano il fallimento totale delle aspettative. Tutti e tre sono ottimi piloti e in carriera lo hanno ampiamente dimostrato, è questa la cosa peggiore da digerire. Ma come ripete spesso il nostro ingegner Bernardelle, oggi cambiare la moto è drammatico. Nella MotoGP di oggi, per varie ragioni tecniche legate alle gomme, ai setting elettronici e al complesso lavoro di accordo che sulla moto va fatto nei ridotti tempi delle prove, cambiare moto, e soprattutto cambiare squadra, è diventato un suicidio.
Pos. | Pilota | Moto | Nazione | Punti |
---|---|---|---|---|
1 | Marc MARQUEZ | Honda | SPA | 185 |
2 | Andrea DOVIZIOSO | Ducati | ITA | 127 |
3 | Danilo PETRUCCI | Ducati | ITA | 121 |
4 | Alex RINS | Suzuki | SPA | 101 |
5 | Maverick VIÑALES | Yamaha | SPA | 85 |
6 | Valentino ROSSI | Yamaha | ITA | 80 |
7 | Jack MILLER | Ducati | AUS | 70 |
8 | Fabio QUARTARARO | Yamaha | FRA | 67 |
9 | Cal CRUTCHLOW | Honda | GBR | 67 |
10 | Pol ESPARGARO | KTM | SPA | 56 |
11 | Franco MORBIDELLI | Yamaha | ITA | 52 |
12 | Takaaki NAKAGAMI | Honda | JPN | 50 |
13 | Joan MIR | Suzuki | SPA | 39 |
14 | Aleix ESPARGARO | Aprilia | SPA | 31 |
15 | Andrea IANNONE | Aprilia | ITA | 21 |
16 | Jorge LORENZO | Honda | SPA | 19 |
17 | Johann ZARCO | KTM | FRA | 16 |
18 | Miguel OLIVEIRA | KTM | POR | 15 |
19 | Tito RABAT | Ducati | SPA | 14 |
20 | Stefan BRADL | Honda | GER | 12 |
21 | Francesco BAGNAIA | Ducati | ITA | 11 |
22 | Michele PIRRO | Ducati | ITA | 9 |
23 | Sylvain GUINTOLI | Suzuki | FRA | 3 |
24 | Karel ABRAHAM | Ducati | CZE | 3 |
25 | Hafizh SYAHRIN | KTM | MAL | 3 |
26 | Bradley SMITH | Aprilia | GBR |