Pedrosa trova in pagella un 10 tondo, 9 per il compagno di squadra, senza timore di nessuno. Solo 7 a Lorenzo che ha aperto la porta a Marquez nell'ultima curva. 5.5 a Valentino, mai in lotta per la vittoria | G. Zamagni, Jerez
Altro che pilota in crisi, finito, già “seconda guida”: continuo a pensare che Pedrosa sia sottovalutato. A Jerez ha reagito alla grande alle sconfitte subite nei prime due GP, effettuando un fine settimana quasi perfetto (caduta in qualifica a parte), guidando in maniera eccellente e facendo vedere di essere un grande campione. Il suo compagno di squadra è tosto, ma “camomillo” sa il fatto suo. E nonostante un inizio non facile, è a soli 3 punti dalla vetta della classifica.
MARC MARQUEZ 9
Terzo podio in tre gare, al termine di una gara a dir poco esagerata. Il suo sorpasso finale è discutibile e fa discutere, ma Marc ha dimostrato di essere un pilota vero, di non aver nessun timore reverenziale nei confronti di nessuno e anche se lui dice di no, avrebbe fatto lo stesso se al posto di Lorenzo ci fosse stato Pedrosa. E’ un combattente nato, uno che non si tira mai indietro, impressionante sotto mille aspetti: lucidità, cattiveria, applicazione. Ha un talento straordinario, eppure “studia” in continuazione: sbalorditivo.
JORGE LORENZO 7
Marquez ha sicuramente esagerato la frenata, ma Lorenzo ha sicuramente sbagliato lasciando aperto molto più di uno spiraglio. Per il resto fa miracoli, con una moto non all’altezza dei rivali: è tostissimo. E’ sempre lui – e di gran lunga – il migliore dei piloti Yamaha. Ma non basta.
Non è lontanissimo dal compagno di squadra, ma un decimo qui, un decimo là, alla fine la differenza c’è. Anche a Jerez, su una delle sue piste preferite, non è mai stato in lotta non solo per la vittoria, ma nemmeno per il podio. In questo momento, non riesce a fare la differenza che faceva fino al 2010, ma non ripete neppure le eccellenti prestazioni del Qatar. Ma non è nemmeno troppo lontano: deve migliorare soprattutto a inizio gara. E anche in qualifica.
CAL CRUTCHLOW 5
In prova sembra sempre potersi giocare il podio, se non addirittura qualcosa di più, ma in gara si perde, c’è sempre qualcosa che non funziona come dovrebbe. E’ chiaro che se è in difficoltà Lorenzo con la Yamaha ufficiale, lo è maggiore ragione lui con una M1 satellite e un telaio del 2012, ma la sensazione è che gli manchi un po’ di lucidità la domenica.
ALVARO BAUTISTA 5
E’ l’unico che usa le Showa e questo, forse, è un grosso limite. Ma non convince mai, né in prova né in gara: è come se in qualche modo si accontentasse di disputare il “compitino”, senza provare a fare di più.
NICKY HAYDEN 6
Un punto in più perché ha una mano dolorante ed è sempre stato il primo “ducatista” sia in prova sia in gara. La sua costanza va premiata: guida la stessa moto dell’anno scorso e da tre anni ormai le prospettive sono a dir poco deprimenti. In molti avrebbero già mollato.
ANDREA DOVIZIOSO 4
Dopo due belle prestazioni, il Dovi ha avuto un fine settimana terribile: la Ducati non è competitiva e lui su questa pista proprio non va. Alla fine, più con l’orgoglio che con la velocità, è riuscito a stare davanti a Aleix Espargaro (voto 8), ma chiaramente non basta.
BRADLEY SMITH 4
Non è pronto per la MotoGP e, inevitabilmente, fatica.
MICHELE PIRRO 6
Non disputava un GP da Valencia 2012: ha fatto quello che ci aspettava da lui.
STEFAN BRADL 4
In prova è addirittura rimasto fuori dai primi 10 e nella QP1 ha rischiato di non qualificarsi per la QP2. Anche in gara stava andando piano (era settimo), poi è pure caduto al quarto giro: difficile fare peggio con una Honda.
ANDREA IANNONE 5
Stava andando forte, ma in prova è caduto violentemente, con dolorose conseguenze al ginocchio sinistro. Ma il suo vero problema è l’avambraccio destro, che si indurisce e perde forza: martedì verrà operato a Barcellona.
HONDA VOTO 9
Su una pista teoricamente sfavorevole, ha fatto nuovamente doppietta: è nettamente la moto migliore.
YAMAHA 7
Rimane a galla grazie a un super Lorenzo, ma la realtà è che la M1 non è solo inferiore in accelerazione e, in generale, nel motore, ma anche nel consumo della gomma: c’è da lavorare.
DUCATI 4
Il distacco da recuperare è tantissimo, ci vuole molto tempo. Il futuro appare piuttosto preoccupante, anche perché i nuovi responsabili brillano soprattutto per la loro “assenza”, ma, sicuramente, stanno lavorando dietro le quinte.
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