26 ottobre 2018
- ore 08:27
Andrea Iannone chiude al comando, davanti a Danilo Petrucci e Maverick Vinales. Quarto Andrea Dovizioso, quinto Cal Crutchlow (trasportato al centro medico per una fortissima botta a un piede), settimo Marc Marquez, decimo Valentino Rossi, 17esimo Franco Morbidelli.
Sole, vento, temperatura bassina: il classico meteo di Phillip Island. Difficile portare in temperatura le gomme, soprattutto l’anteriore: non a caso sono state tante le cadute. Tra le quali quella di Cal Crutchlow, volato alla curva uno e trasportato al centro medico con un problema a un piede: chi era sul posto, ha visto l’arto visibilmente fuori posto. Speriamo non sia nulla di grave.
Alla fine, il tradizionale attacco al tempo con le gomme nuove, ha premiato Andrea Iannone, ma la sua supremazia è tutt’altro che velleitaria: Andrea e la Suzuki sono andati fortissimo anche in configurazione da gara, confermando che su questa pista si possono giocare come minimo il podio. Iannone si esalta a Phillip Island – lo ha sempre fatto – e la GSX-RR conferma tutto il buono messo in mostra negli ultimi GP: Davide Brivio e i tecnici Suzuki possono sognare in grande.
DUCATI: BENE SUL GIRO SECCO
Le libere hanno confermato i progressi della Ducati, perlomeno sul giro secco: Danilo Petrucci secondo a 0”160, Andrea Dovizioso quarto a 0”275 dicono che la GP18 è tutta un’altra cosa rispetto alla GP17. Per dirla alla Dovizioso, la velocità c’è, ma sulla distanza si fa un po’ più fatica: insomma, non è la Ducati esplosiva delle ultime gare, al momento non può essere considerata come la moto da battere, ma c’è della sostanza per puntare a un buon risultato. Così come sembra efficace la Yamaha, perlomeno con Maverick Vinales, primo nelle FP1, terzo nelle FP2 a poco più di due decimi dalla vetta. Dopo un primo turno molto positivo, Vinales ha avuto qualche problema in più nel pomeriggio montando la gomma media, pe poi tornare velocissimo con la soffice montata nel finale. Nel complesso, comunque, la sua è stata una buona giornata, mentre Valentino Rossi fatica un po’ di più, perlomeno nel giro secco: è decimo, staccato di 1”002. Ma il suo passo non è così male: la sensazione è che qui la Yamaha sia un po’ più a posto, come conferma anche il sesto posto di Johann Zarco, a 0”555.
HONDA: TUTTI A TERRA
Per la Honda è stata invece una giornata un po’ difficile: sono caduti tutti i piloti “ufficiali”, con Marquez e Pedrosa a terra, senza conseguenze, nelle FP1. Marquez ha chiuso settimo: la posizione non è tanto preoccupante, perché Marc non dovrebbe aver cambiato gomma nel finale, ma lo è di più l’instabilità della sua RC213V, in difficoltà in inserimento e visibilmente “ballerina”. Nei dieci anche Alex Rins con la seconda Suzuki, solo 16esimo Aleix Espargaro con l’Aprilia, che ha anche provato una soluzione “mista” con alcuni particolari ciclistici del 2017 assemblati con parti del 2018.