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VALENCIA – Fatica a nascondere la tensione: non è il solito Jorge Lorenzo. “E’ il momento più difficile della mia carriera – ammette -, sia per la tragedia di Marco Simoncelli sia per le mie condizioni fisiche”.
E’ giù di morale il pilota spagnolo, alle prese con un recupero più difficile del previsto, soprattutto dal punto di vista psicologico: poche volte si era visto Lorenzo così abbattuto.
“Dopo la caduta – ripercorre quanto successo nel warm up del GP d’Australia -, mi sono rialzato e pensavo di non essermi fatto particolarmente male: sentivo solo un po’ di dolore all’anulare della mano sinistra. Ma quando mi sono tolto il guanto, l’impatto visivo è stato davvero brutto (Lorenzo ha perso una parte della falange, nda) ed è stato difficile sopportare il dolore. In Australia ho commesso un errore grave: il campionato ormai era perso, però volevo dare fastidio a Casey a casa sua. Una ambizione che ho pagato a caro prezzo e non avrei dovuto provarci nel warm up”.
Poi, dopo l’operazione e un recupero tutt’altro che semplice, ecco la morte di Marco Simoncelli.
“Ero a casa, ma in tv ho vissuto il dramma come essere a Sepang. Come tutti ho capito che era successo qualcosa di gravissimo: anche se non sono credente, ho pregato. Quando succedono queste cose, pensi a tanti aspetti,anche a smettere di correre. Ma ho un contratto con la Yamaha da onorare e, soprattutto, questa è la mia passione: vorrei correre ancora per qualche anno”.
Solo per qualche anno, dice, non a lungo. Per quanto riguarda il futuro immediato, Lorenzo non ha ancora deciso se partecipare ai test della nuova 1000 in programma martedì e mercoledì.
“Riesco a guidare lo scooter, ma una 1000 GP è un’altra cosa. Il dolore diminuisce di giorno in giorno,ma ancora non sono a posto. Deciderò domenica sera cosa fare: è chiaro che saltare queste prove sarebbe un problema grande, ma la Yamaha ha altri piloti, come Spies, che è veloce ed esperto, o Andrea Dovizioso, che, a quanto si dice, ha ottime doti di collaudatore. In ogni caso, conto di tornare al 100% per i test in Malesia dell’anno prossimo e di essere competitivo come prima dell’incidente”.
Lo dice, ma senza troppa convinzione. Speriamo sia solo la difficoltà del momento.