Lorenzo-Marquez: altro che pace

Lorenzo-Marquez: altro che pace
Jorge prima abbandona il briefing, poi attacca la direzione gara: "Dovevano intervenire". Gelido con Marc, al di là di una stretta di mano tutt'altro che sincera. "Ma non ce l'ho con lui", precisa | G. Zamagni, Le Mans
16 maggio 2013

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LE MANS – E’ indiavolato. Indispettito. Addirittura fuori di sé. Anche se, come sempre, Jorge Lorenzo fa di tutto per trattenersi. Ma è sincero quando precisa: «Non ce l’ho con Marquez, i piloti non hanno mai colpa, la direzione gara sì: se nel calcio togli l’arbitro, diventa una “guerra”. Bisogna intervenire: lo dico solo per aumentare la sicurezza del nostro sport».

Fuma rabbia il campione del mondo, tanto che nel “briefing” dell’ora di pranzo – convocato ufficialmente per parlare dei piloti più lenti che aspettano in traiettoria quelli più veloci per farsi “trainare” – se ne è andato sbattendo la porta (metaforicamente parlando, naturalmente) quando ha visto che i quattro componenti della direzione gara (Mike Webb, Franco Uncini, Loris Capirossi, Javier Alonso) quasi non lo ascoltavano su quanto accaduto all’ultima curva a Jerez.


MARQUEZ-LORENZO: PACE… FINTA

Poco più tardi, Marc Marquez e Jorge Lorenzo si ritrovano di nuovo uno di fianco all’altro nella tradizionale conferenza stampa delle 17 del giovedì: un giornalista spagnolo chiede ai due di ripetere pubblicamente la stretta di mano avvenuta “privatamente” su un aereo di ritorno da Jerez. I due, a malavoglia, si alzano, si ignorano quasi negli sguardi, si stringono la mano per una frazione di secondo e poi si risiedono: la pace, assolutamente finta, tra Rossi e Biaggi nel 2001 in Olanda, seguente alla “scazzottata” di Barcellona, a confronto era stata più sincera del Vangelo. La tensione è palpabile.

«Confermo quanto detto a Jerez – dice Marquez, apparso leggermente meno spavaldo rispetto a dieci giorni fa, ma comunque fermo sulle sue posizioni -: credo che all’ultima curva dell’ultimo giro sia una manovra lecita. Non lo puoi fare sempre, ma in quella circostanza ci sta: ho solo frenato un po’ più tardi rispetto al giro precedente. Succede, è giusto provarci».


LORENZO: “BISOGNAVA INTERVENIRE”

A un metro di distanza, Lorenzo ascolta attentamente le parole del giovane rivale. Poi dice la sua. Con pacatezza. Ma grande fermezza.
«Continuo a pensare che il sorpasso di Jerez sia stato troppo duro, anche se non ho niente contro Marquez. Da quest’anno sono state introdotte le penalità per comportamenti scorretti: la direzione gara avrebbe dovuto intervenire, anche solo con un cartellino giallo. In gara può succedere di toccarsi – è capitato anche a me -, ma se obblighi un altro pilota a cambiare traiettoria, significa che sei andato oltre il limite. Quando vieni penalizzato, poi diventi più ragionevole, come è successo a me nel 2006. Nel calcio, ci sono delle penalità perfino se uno esulta togliendosi la maglia e in F.1, quando succede un episodio come quello di Jerez, sul video appare la scritta “under investigation”, sotto investigazione: bisognerebbe fare così anche nelle moto».

 

Lorenzo: quando sono andato in direzione gara dopo le interviste, non ho trovato più nessuno: se ne erano già andati tutti

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SOLO CONTRO TUTTI

Quest’ultima tesi è condivisibile: nel nostro sport, purtroppo, la direzione gara si fa notare soprattutto per la sua assenza. A Jerez, qualcosa di anomalo è accaduto e la direzione gara aveva l’obbligo di esaminare con i protagonisti l’episodio. Poi, magari, decidere che andava bene così, ma fare vedere di esserci. Invece…
«…Invece – ha confidato Lorenzo a qualcuno – quando sono andato in direzione gara dopo le interviste, non ho trovato più nessuno: se ne erano già andati tutti». Scappati a prendere un aereo. Poco professionale, per usare un eufemismo.
Un comportamento che fa imbestialire Jorge, che, forse, si aspettava maggiore solidarietà dagli altri piloti, in realtà più schierati dalla parte di Marquez.

 

ALCUNE REAZIONI

Valentino Rossi: «Marquez ha guidato aggressivo per tutta la gara e alla fine si è anche toccato con Lorenzo: capisco che Jorge sia arrabbiato. Ma è l’ultima curva, ci sta, soprattutto in quel punto».

Dani Pedrosa:
 «Hanno ragione entrambi: Lorenzo non ha chiuso la porta e Marquez ha frenato un po’ più tardi. Sono d’accordo però che dovrebbe essere più chiaro quando dovresti essere penalizzato: al momento non lo è».

Cal Crutchlow: «E’ difficile intervenire in questi casi: capisco Lorenzo, ma capisco anche Marquez. Non era quindi semplice prendere una posizione».

Andrea Dovizioso: «Lorenzo ha chiesto qual è il limite: è vero che ci deve essere una regola. Quello che è successo a Jerez non è sicuramente da squalifica o da sanzione, ma ho sempre detto che ci vuole una linea, perché nel nostro sport è purtroppo facilissimo passare da “niente” a qualcosa di “grave”».


LA RISPOSTA DI LORENZO

Insomma, Jorge non ha trovato l’appoggio che sperava.
«Ma è normale che sia così – controbatte -: tutti i piloti pensano a se stessi, reagiscono solo quando vengono coinvolti direttamente. Guardate Rossi: parla sempre di spettacolo, ma dopo che Elias lo aveva buttato fuori in Turchia nel 2007, disse che Toni avrebbe dovuto essere squalificato…».

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