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MISANO ADRIATICO – Questa volta è stato fortunato, ma non si può certo mettere in discussione il primato di Jorge Lorenzo al sesto successo stagionale.
“E’ stata una gara condizionata dall’errore del primo semaforo, con la conseguente partenza dall’ultimo posto di Dani Pedrosa, poi addirittura caduto: se non fosse finito a terra, forse mi avrebbe addirittura preso, perché io non riuscivo a essere troppo veloce, ero in grande difficoltà con l’anteriore”.
Insomma, Lorenzo non è andato piano perché non c’era Pedrosa, semplicemente non riusciva ad andare più forte.
“Sì, credo che Dani avrebbe potuto essere più veloce di me, ma nessuno lo può sapere. Al terzo giro quasi cado, anzi ero già praticamente a terra e ho pensato “non devo cadere, non devo cadere” e, non so come, sono riuscito ad andare avanti. Valentino ha fatto una grande gara: la Ducati non è competitiva come Honda e Yamaha, è stato lui a fare la differenza. Era alle mie spalle e ha anche iniziato a guadagnare qualche decimo: è sicuro che se guida così nel 2013 sarà davanti a lottare per la vittoria”.
Valentino ha fatto una grande gara: la Ducati non è competitiva come Honda e Yamaha, è stato lui a fare la differenza
Poi Lorenzo torna su quanto accaduto a Pedrosa.
“La verità è che il campionato è ancora lungo e, come si è visto, non dipende solo da noi due: un altro pilota ti può toccare , si può rompere un motore. E’ chiaro che adesso ho un buon margine da amministrare e arrivando sempre secondo vincerei il titolo. Ma basta arrivare una sola volta fuori dal podio per perdere tanti punti e dover ricominciare da capo. L’ideale sarebbe stato che io non fossi caduto in Olanda e Pedrosa non fosse finito a terra qui, però è vero che questo incidente riequilibra un po’ i valori: il vantaggio che ho adesso in classifica è più realistico dei 13 punti che avevo prima di questo GP".
Non sapevo cosa fare, se dovevo tornare ai box e ripartire con la seconda RCV
improvvisamente, è stato comunicato che mancava un minuto al via. A quel punto, però, si è bloccata la ruota anteriore, non sappiamo perché, e siamo stati costretti a spostare la RC213V nella pit lane, dove, come per incanto, l’inconveniente è sparito. Mi hanno rimesso sullo schieramento, ma nella concitazione, un meccanico deve aver toccato inavvertitamente un interruttore e la mia moto non andava più in prima e in seconda. Non sapevo cosa fare, se dovevo tornare ai box e ripartire con la seconda RCV, ma sul rettilineo opposto ai box, ho smanettato con gli interruttori sul manubrio e la moto si è rimessa ad andare. Quando sono arrivato sullo schieramento mi hanno bloccato nell’ultima casella: mi sono un po’ innervosito, ma mi sono imposto di rimanere calmo nei primi giri. Dopo sei curve, però, ero già in ottava, nona posizione: ho passato De Puniet, ma l’ha voluto fare anche Barbera e mi ha steso. Veramente non so cosa volesse fare: certi piloti non imparano mai”.