Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
“Una grande soddisfazione e fare secondo al Mugello è qualcosa di incredibile: quasi mi vergogno a dire che mi sono perfino emozionato”.
Il Dovi è così: fatica a esprimere i suoi sentimenti, è uno che ragiona molto e trattiene le emozioni. Anche per questo non riesce a “sfondare” sui giornali e in televisione, ma quando ottieni risultati tutto passa in secondo piano: Andrea si deve preoccupare solo di questo, il resto viene di conseguenza. Oggi Dovi ha disputato una gran gara e, ne può stare certo, saranno in tanti a parlare di lui.
“Abbiamo girato in tempi impressionati! – commenta -. Sul display vedevo 1’48” praticamente a ogni giro: pensavo si fosse rotto… Lorenzo era più veloce di me alle curve 7-8-9 e tutto quello che perdevo lì lo dovevo recuperare in frenata. Ma era rischioso, perché il nuovo asfalto ha sicuramente aumentato il grip, ma mette anche in difficoltà l’anteriore ed era facile perdere il controllo. Quando mi ha passato, ha fatto il suo giro veloce e non sono riuscito ad andargli dietro. Ho però continuato a spingere al massimo, perché vedevo che Stoner scivolava parecchio. L’ho raggiunto, ho cercato di capire dove passarlo e ho deciso di affondare la frenata alla S.Donato: non volevo aspettare le ultime curve. E’ sicuramente un ottimo momento: siamo veloci e consistenti, in un campionato di altissimo livello”.
I sorpassi non sono stati tantissimi, ma è stata comunque una gara esaltante.
“Come tempi, è stato un GP spettacolare. Purtroppo non ci sono tanti combattimenti, perché andiamo molto forte e con costanza: per questo non ci superiamo a ogni curva e forse lo spettacolo è un po’ meno bello. Ma chi sa quanto è difficile fare certe prestazioni, non si può non esaltare”.
Racconta il sorpasso a Stoner alla S.Donato.
“Mi sentivo forte, forte, forte, ma nell’ultima parte non riuscivo a fermarmi, perché la forcella andava a “pacco” e questo poteva provocare la chiusura dello sterzo. C’era veramente poco grip, ma ho voluto provarci lì, con l’obiettivo poi di chiudere tutte le porte o di tentare un nuovo sorpasso se Stoner fosse riuscito a ripassarmi. Quando l’ho affiancato in rettilineo e ho tirato la staccata, lui non ha resistito più di tanto, perché ha visto che ormai ero nella traiettoria migliore. Poi non ho fatto un giro perfetto, perché ho fatto 1’48”9, ma è stato sufficiente. Alla fine c’è un po’ di rammarico anche per la vittoria: Lorenzo era a soli nove decimi…”.
Cosa significa fare secondo al Mugello?
“Per me questa è sempre stata una pista impegnativa, in più fa sempre molto caldo e si fa una grande fatica. Ho cercato di arrivare qui più motivato possibile, per tanti aspetti, mediatiche e perché ero terzo in campionato: ero molto carico. Abbiamo fatto un fine settimana speciale, spingendo fin dalle libere e siamo arrivati in gara con la possibilità di giocarci la vittoria. Sono partito abbastanza bene, non ho però voluto prendere rischi all’inizio e Casey se ne è andato, ma non mi aspettavo che potesse tenere quel passo per tutta la gara. Al Mugello non ero mai stato così competitivo. Il finale è stato davvero incredibile: non mi era mai successo di avere tutti i tifosi per me! In passato, come era giusto che fosse, erano tutti per Valentino Rossi, ma nell’ultimo giro erano tutti per me, perché ero io là davanti: li ho sentiti proprio, mi hanno dato una grande spinta. E’ una soddisfazione personale grandissima: sul podio ero emozionato, piangevo”.
Vieni considerato come il più lento dei quattro piloti Honda ufficiali, ma oggi sei stato il più veloce…
“Io ho un modo di lavorare in prova diverso e appare più differenza di quella che c’è: anche questo week end ero dietro, ma in realtà abbiamo lavorato bene e in gara si è visto. Tutti stiamo migliorando: rispetto all’anno scorso i tempi si sono abbassati notevolmente, ma le moto non sono così più competitive.
Dicevi prima del Mugello che il campionato è aperto, figurarsi adesso…
“Si lo è, perché questa è una pista difficile e ho lottato alla pari contro due mostri. Il campionato è lungo e impegnativo, arriveranno tracciati più ostici, ma stiamo migliorando: bisogna continuare così, forte, costante, determinato”.
Cosa significano due vittorie consecutive della Yamaha?
“E’ la conferma di quello che i piloti Honda già sapevano: tra noi e la Yamaha non c’è tutto questo divario. La M1 è più veloce in inserimento curva, ha meno potenza, ma in piega è dolce e non derapano quasi mai, mentre noi in una gara come quella di oggi, abbiamo “lottato” continuamente con il posteriore”.