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LAGUNA SECA – Dietro a Jorge Lorenzo, Casey Stoner e Valentino Rossi ci sono Andrea Dovizioso quarto ma al di sotto delle aspettative, Nicky Hayden quinto ma poco convincente, Ben Spies sesto e assolutamente deludente. Il GP degli Stati Uniti ha emesso una serie di verdetti che, in qualche caso, possono essere considerati definitivi, o quasi. Il più importante, naturalmente, è che Lorenzo può ormai pensare a quando celebrare il suo primo titolo in MotoGP. Lo dicono i numeri, pazzeschi: sei vittorie in nove GP, secondo posto come peggior risultato, 210 punti realizzati su 225 a disposizione (ovvero il 93,33%), 72 punti di vantaggio sul secondo in classifica. Tutti sanno che nel motociclismo le variabili rischiose sono nettamente superiori che in qualsiasi altro sport, ma, obiettivamente, solo un brutto imprevisto può levare il titolo a Lorenzo. Non certo gli avversari, perché la gara di Laguna Seca, se ancora ce ne fosse bisogno, ha evidenziato che quest’anno, per un motivo o per l’altro, non ce ne sono alla sua altezza.
Non lo è Dani Pedrosa, che pure va fortissimo, ma è troppo incostante, anche a causa di una Honda decisamente più regolare e facile da guidare della Yamaha. Con tanti punti da recuperare (47 prima del via), Dani poteva solo tentare di vincere e guidando come un demonio nei primi undici giri sembrava avesse la possibilità di bissare il successo del Sachsenring, conquistando così per la prima volta in MotoGP due vittorie consecutive. Ma al dodicesimo giro, Pedrosa ha preso un avvallamento, lo sterzo è andato a fondo corsa ed è caduto.
«Stava spingendo troppo, ho capito che era al limite» ha poi detto Lorenzo, che da quel momento in poi non ha più avuto nessuna difficoltà a mantenere il comando fin sotto la bandiera a scacchi. Anche perché, e questo è il secondo verdetto inequivocabile, Stoner non è più quello dell’anno scorso, il pilota in grado di fare la differenza. Per qualche motivo, Casey continua a commettere errori importanti nelle fasi iniziali della corsa – questa volta ha sbagliato al sesto giro, perdendo il contatto da Pedrosa, in quel momento al comando, e dando via libera a Lorenzo -, a causa, a suo dire, di un avantreno che non gli dà fiducia. Poi, una volta subito il distacco, l’australiano non è più riuscito a ricucire lo strappo, limitandosi a portare a casa un secondo posto, ottimo in assoluto, deludente per come è stato ottenuto. Il primo a saperlo è proprio lui. «Questa prima parte della stagione è stato un disastro» ha ammesso senza mezzi termini a fine gara.
Così – e siamo al terzo verdetto – il podio conquistato da Valentino dice che l’unico che quest’anno avrebbe potuto contrastare Lorenzo (ma non è detto che ci sarebbe riuscito), sarebbe stato proprio Rossi se non si fosse fatto male.
«Cosa vuoi dire - è l’opinione su questo argomento del campione di Tavullia – a un pilota che ha già vinto sei gare e ha fatto secondo come peggiori risultato? La verità è che si sta meritando questo mondiale, ma con me in pista sarebbe stata più dura, anche psicologicamente, perché gli avrei dato più fastidio di quanto non stiano facendo Pedrosa e Stoner, veloci ma poco costanti. Il mio grosso rammarico è quello di essermi fatto male alla spalla destra con la moto da cross quel maledetto 15 aprile: un infortunio che mi ha condizionato pesantemente, perché non si capiva bene cosa mi fosse successo. Un incedente che, di fatto, ha determinato anche la caduta al Mugello».
Valentino ha ragione: solo il miglior Rossi avrebbe potuto, forse, mettere in difficoltà questo Lorenzo stratosferico e il terzo posto conquistato di forza dopo una bella sfida con Dovizioso, ne è l’ulteriore conferma. Da parte sua, il Dovi ha deluso perché non è riuscito ad amministrare un vantaggio su Rossi che al 20esimo dei 32 giri era di 2”3: poi, quando è stato superato da Valentino (al 27esimo giro) si è un po’ svegliato e nell’ultimo passaggio ha provato in tutti i modi a ripassarlo, senza però riuscirci. Deve ancora crescere Andrea, ed è questo il quarto verdetto, per essere a livello dei Magnifici Quattro.
Opaco Marco Melandri, ottavo e ancora un po’ sofferente per i postumi della caduta in Olanda, pasticcione Marco Simoncelli, caduto al 12esimo giro mentre era ottavo proprio davanti al compagno di squadra: Sic ha la scusante di essere stato al debutto a Laguna Seca, ma cadere complessivamente tre volte in un fine settimana è troppo.