Alla vigilia della prima gara in Qatar, ecco aspettative e obiettivi pilota per pilota. Le premesse di un campionato spettacolare ci sono, a meno che Marc… | G. Zamagni
Si parte domenica, in notturna, GP del Qatar, per un totale di 18 gare, con la novità del GP d’Argentina, in programma il 27 aprile sull’inedita pista di “Termas de Rio Hondo”. Prima del via, tante polemiche tra le Case Costruttrici, con la Ducati che ha scelto di correre nella categoria “Open” per sfruttare la possibilità di sviluppare il motore durante l’anno. Ma a fare la differenza, nel motociclismo è, per fortuna, soprattutto il pilota e nella MotoGP ce ne sono di fortissimi: come Marc Marquez, il più giovane iridato della storia della massima cilindrata, capace di imporsi al debutto; come Valentino Rossi, il più titolato dell’era moderna; come Jorge Lorenzo, un campione dalla costanza di rendimento quasi ineguagliabile; come Dani Pedrosa, al quale manca solo il titolo della MotoGP, ma guida in maniera sopraffina; come Andrea Dovizioso, metodico e veloce; come Cal Crutchlow, genio e sregolatezza; come Aleix Espargaro, il talento emergente. Ma anche tutti gli altri sono fenomeni assoluti, il meglio al mondo. Basterà per garantire spettacolare e gare combattute? Le premesse ci sono, ma vediamo, pilota per pilota (rispettando l’ordine della classifica 2013) aspettative e ambizioni.
MARC MARQUEZ: IL CAMPIONE DA BATTERE
Il suo inverno è stato pieno di attività extra pista, ma proprio quando non doveva, Marc Marquez si è rotto il perone della gamba destra facendo dirt track. Così, dopo aver dominato i test di inizio febbraio a Sepang – in maniera perfino imbarazzante: tre giorni su tre davanti a tutti, una capacità incredibile di portare al limite la sua Honda, un passo gara da far venire la depressione agli avversari – è stato costretto a seguire da casa i suoi rivali che provavano nuovamente in Malesia e poi in Australia. E’ questa l’unica incognita sul campione del mondo, per la verità poco significativa: non solo parte con i favori dei pronostici, ma Marc è così forte che il rischio sulla spettacolarità del campionato è proprio lui, perché potrebbe fare gara (e campionato) a sé. La mia aspettativa è che domini e vinca molti GP.
Per certi versi, Jorge Lorenzo è stata la delusione del pre-campionato, in grossissima difficoltà con la nuova Yamaha, con le gomme Bridgestone e perfino lontano dalla migliore forma fisica. Questo perlomeno a Sepang, dove però Lorenzo non è mai stato troppo efficace, tanto è vero che lì non è mai salito sul gradino più alto del podio in tutta la sua strepitosa carriera. A Phillip Island è tornato nella posizione abituale (davanti a tutti), ma quelli erano test specifici per la Bridgestone, quindi difficili da interpretare. Insomma, non è facile decifrare il reale potenziale di Jorge, che però in questi anni ci ha abituati a recuperi formidabili proprio nei momenti in cui sembrava più in difficoltà. Insomma, mi aspetto che sia sempre protagonista, a giocarsi la vittoria.
DANI PEDROSA: IN LOTTA PER IL TITOLO
Secondo molti, è l’ultima possibilità per Dani Pedrosa, il vero “Paperino” della MotoGP: se c’è qualcosa che può girare contro di lui, certamente lo farà. Ma “Robottino” guida benissimo: fino a oggi gli è mancata la costanza. Psicologicamente parte battuto da un compagno di squadra più forte di lui in tutto, ma in inverno Pedrosa è andato bene, effettuando anche, dopo tempo immemore, una simulazione completa (velocissima). Per la spettacolarità del campionato, la speranza è vederlo sempre in lotta con il compagno di squadra.
L’aspettativa è di un Valentino decisamente più efficace della passata stagione
VALENTINO ROSSI: PIU’ EFFICACE DEL 2013
Motivato, preparato fisicamente, determinato, pronto alla sfida: Valentino Rossi si è nuovamente messo in discussione cambiando il capo tecnico e si appresta a iniziare la sua diciannovesima (!) stagione iridata. A Sepang è sempre stato più veloce del compagno di squadra (tranne un giorno su sei) e, soprattutto, è sempre stato nelle primissime posizioni, dal mattino fino alla sera, migliorandosi continuamente: non era praticamente mai successo nel 2013. Nelle simulazioni fatte non ha entusiasmato, ma l’aspettativa è di un Valentino decisamente più efficace della passata stagione, costantemente in lotta per il podio. Il titolo rimane difficile da conquistare, ma – Marquez a parte – lo è per tutti.
CAL CRUTCHLOW: IN CRESCITA DURANTE L’ANNO
In Malesia ha preso sempre paga dal compagno di squadra, faticando un bel po’ a trovare le misure alla “Ducatona”, ben diversa dalla Yamaha, l’unica MotoGP guidata in precedenza, ma Cal Crutchlow ha finito l’inverno in crescendo, facendo vedere un buon miglioramento. La sensazione è che con il passare delle gare possa diventare più competitivo, anche se, naturalmente, la sfida è difficilissima.
ALVARO BAUTISTA: SEMPRE LI’, IN MEZZO AL GUADO
L’unico a utilizzare le sospensioni Showa, Alvaro Bautista sembra non decollare mai: è veloce, ma non così tanto da aspirare a qualcosa di importante. Sarebbe bellissimo vederlo lottare costantemente per il podio, o comunque vederlo lì vicino, ma al momento non ci sono le premesse perché ciò avvenga.
STEFAN BRADL: SI GIOCA IL POSTO
Un acuto – da applausi: pole position e secondo posto a Laguna Seca – non è bastato per rendere positiva la sua stagione 2013: Stefan Bradl lo sa e sa anche che quest’anno deve ottenere risultati ben diversi se vuole essere confermato sulla Honda anche nel 2015. Come già accaduto in passato, Stefan sembra essere veloce sul giro singolo, ma molto meno efficace sulla distanza: deve provare a stare più vicino ai primi quattro.
ANDREA DOVIZIOSO: PIU’ VICINO AI PRIMI
Per certi versi, la Ducati - e Andrea Dovizioso in particolare – è stata la sorpresa positiva dell’inverno 2014, con miglioramenti inaspettati che hanno fatto tornare il sorriso al Dovi, che aveva finito la stagione piuttosto depresso e demotivato. «Le gare sono tutta un’altra cosa» continua a ripetere Andrea, ma è chiaro che l’aspettativa - sua e non solo – è di vederlo molto più vicino ai primi di quanto non lo sia stato in tutto il 2013. Il podio rimane un sogno, qualche buona prestazione no.
NICKY HAYDEN: SEMPRE AL POSTO SBAGLIATO
Povero Nicky Hayden, si trova sempre sulla moto sbagliata: la Honda RCV1000R “Open” prometteva grande competitività, invece è il “brutto anatroccolo” della nuova categoria. E’ vero, è l’unica vera “Open”, perlomeno così come era stata prevista la nuova classe, ma sai che consolazione quando ti prendi più di 2 secondi al giro…
BRADLEY SMITH: TANTI DUBBI
Al secondo anno in MotoGP, l’apprendistato ormai è finito. Ma i dubbi rimangono: personalmente sarei stupito di vederlo davanti.
ALEIX ESPARGARO: VELOCISSIMO IN PROVA, VEDIAMO IN GARA
Dire che è una sorpresa secondo me è riduttivo, perché Aleix Espargaro è parecchio che va forte: con la difficilissima Ducati, al debutto in MotoGP, era sempre piuttosto veloce in prova e l’anno scorso ha fatto volare l’Aprilia “CRT”, decisamente meno competitiva in mano ad altri. Adesso che ha una moto molto competitiva è normale che sia davanti: in prova sarà spesso protagonista, rimane l’incognita della tenuta alla distanza – non sua, ma della moto -, ma può diventare uno dei protagonisti del 2014.
ANDREA IANNONE: PIU’ COSTANZA
La velocità non gli manca, il talento nemmeno: deve però fare un salto di qualità ed essere più costante nelle sue prestazioni.
COLIN EDWARDS: IMPORTANTE PER LA MESSA A PUNTO
Il suo ruolo sembra soprattutto quello di “collaudatore” in pista, utile alla squadra per la messa a punto della Yamaha M1 “Open”. Sinceramente sarei stupito di vederlo una sola volta davanti al compagno di squadra.
DANILO PETRUCCI: MOTO E TEAM IL LIMITE
Danilo Petrucci sembra avere un buon potenziale, ma difficilmente lo potrà esprimere, perché l’Aprilia “Open”, evoluzione della CRT della scorsa stagione, è un'incognita e difficilmente potrà essere competitiva per risultati quanto meno dignitosi, mentre il team Iodaracing, purtroppo, ha grossi problemi economici. Come dire: fare bene è quasi impossibile.
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