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Sono l’argomento tecnico del giorno, e il topic più caldo della stagione: le appendici aerodinamiche, spuntate per la prima volta sulla Ducati nel 2010, poi abbandonate e tornate prepotentemente in auge con l’inizio di questa stagione, quasi a compensare l’abbandono dello sviluppo di elettroniche proprietarie, sono al centro di discussioni sempre più accese.
Curiosamente, gli esperti hanno espresso opinioni non sempre concordi in merito ai loro effetti, anche se l’opinione generale è pressoché unanime nel riconoscerne l’efficacia. Il nostro ingegner Bernardelle ne identifica l’utilità nel mantenere dinamicamente stabile il baricentro del veicolo, altri parlano di una minor propensione all’impennata: recentemente Ramon Forcada, capotecnico di Lorenzo, ha accennato ad una minor necessità di “tagliare” potenza in rettilineo da quando si usano le alette. Per contro Randy Mamola, ex pilota nonché opinionista freelance, ha ipotizzato come il maggior carico sull’avantreno in velocità potrebbe aver ridotto quello sul retrotreno, innescando quei problemi di pattinamento che hanno determinato il deterioramento delle gomme posteriori Michelin accusato dai top rider a Jerez.
La situazione ricorda un po’ quando – ricordate? – iniziò a diffondersi la pratica del tirare fuori la gamba interna in frenata. Praticamente tutti i piloti l’hanno adottata, anche se nessuno ci ha mai saputo spiegare esattamente quali fossero i benefici. Ammesso che ce ne siano, s’intende, perché Jorge Lorenzo non si è mai sognato di farlo e difficilmente lo si può tacciare di scarsa efficacia nella guida.
Tornando a noi, a Jerez si è svolta una prima riunione della MSMA con l’obiettivo di capire le posizioni in merito ad una regolamentazione oppure arrivare, come è probabile, addirittura ad un divieto come già avvenuto a scadenze differenziate per Moto3 e Moto2, per le ormai famigerate alette sulla carenatura. In occasione di un’intervista alla testata britannica MCN, Marc Marquez ha espresso la sua posizione in merito alle appendici con un’interessante punto di vista in merito all’esasperazione della ricerca aerodinamica.
«Le moto mi piacciono molto di più senza alette» ha dichiarato Marquez. «Se andiamo ad esasperare l’aerodinamica sarà sempre più difficile restare in scia agli altri piloti, e quindi sorpassare. Diventerà come la Formula Uno. Per quanto mi riguarda mi piacerebbe che venissero vietate. Certo, visto che attualmente sono permesse le uso anch’io, ma se non ci fermiamo subito diventeranno sempre più utilizzate, e renderanno più difficili i sorpassi e le gare in generale. Ma certo, sembra che quest’anno ci verrà consentito di usarle, per cui dobbiamo lavorarci».
Il punto di vista di Marquez è interessante, perché non si tratta del solito argomento del contenimento dei costi che pure – statene certi – salterà fuori prima o poi, visto che la sperimentazione in galleria del vento non è certo economica, ma di una posizione in merito alla spettacolarità delle gare, a quei sorpassi che sono l’essenza stessa della competizione motociclistica.
Non è difficile immaginarsi quali siano le posizioni in merito da parte dei vari costruttori, perché finora ci sono case che ne hanno (giustamente) beneficiato più di altre investendo capitali e sfruttando probabilmente sinergie con il mondo dell’auto, mentre altre le hanno adottate per ultime, quasi controvoglia, e c’è addirittura chi ne fa ancora a meno.
Volendo sbilanciarci in previsioni ci immaginiamo che i detrattori delle alette avranno vita molto più facile nei loro sforzi per imporre una rinuncia alle appendici aerodinamiche perché – a differenza di quanto è avvenuto con l’elettronica – non si tratta di soluzioni che possano portare a ricadute degne di nota sui temi più caldi legati alla produzione di serie. Con un po’ di felicità da parte nostra, perché a parte le considerazioni di Marquez sui sorpassi, le MotoGP con quei baffi da pescegatto onestamente non si possono proprio guardare.