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INDIANAPOLIS – Primo ad Austin, primo a Laguna Seca, primo a Indianapolis: gli Stati Uniti, evidentemente, portano bene a Marc Marquez.
“Sì, è sempre stato così nella mia carriera, prima in 125, poi in Moto2, adesso in MotoGP: chiederò il passaporto USA…”.
La verità, però, è un’altra: non è questione di pista o di Paese, più semplicemente Marquez va forte sempre e comunque, su qualsiasi tracciato. Solo in partenza, come ammette lui stesso, non è ancora perfetto.
“Devo migliorare quando si spegne il semaforo: devo studiare i dati, capire come fare”.
Una frase apparentemente innocua, ma che la dice lunga sulla forza di questo ragazzo: Marquez non solo ha un talento esagerato, ma studia, si applica, non lascia nulla al caso. In Moto2 sembrava troppo focoso, in MotoGP ha imparato anche a ragionare: non vince solo di forza, ma anche usando la testa.
“La tattica era chiara da ieri: rimanere calmi all’inizio, perché con il serbatoio pieno non ero perfettamente a mio agio, non avevo il 100% della confidenza. Sapevo, però, che sarebbe bastati cinque giri per avere la situazione più sotto controllo; ho cominciato a forzare, ho studiato bene dove poter superare Pedrosa, ho fatto lo stesso con Lorenzo, superandoli dove mi sentivo più forte”.
Dall’inizio dell’anno ripeti che hai tanto da imparare, ma non sembri così in difficoltà…
“Negli ultimi tre GP mi sono sentito molto bene con la moto, decisamente a mio agio anche su circuiti tanto differenti. Bisogna continuare così, anche perché arriveranno circuiti più favorevoli alla Yamaha, come per esempio Brno, dove loro hanno già provato ad agosto. Qui sapevo di avere una buona opportunità per vincere e l’ho sfruttata al meglio, ma non sarà sempre così”.
Adesso hai 21 punti di vantaggio su Pedrosa e 35 su Lorenzo: non puoi più dire che non pensi al titolo.
“Non ho nessuna pressione, va bene tutto quello che viene. Ho imparato dal mondiale della Moto2 che per vincere il titolo bisogna essere regolari, non commettere errori, sfruttare al massimo le piste favorevoli. Brno è una pista simile, per certi versi, al Mugello e a Barcellona, dove avevo commesso degli errori: vediamo che cosa ho imparato”.
Oggi tuo fratello ha conquistato il suo primo podio iridato; sei più sorpreso dal suo o dal tuo risultato?
“Sono molto contento per Alex, se lo meritava: il suo podio è stato per me una grande motivazione”.
Ma chi è più forte fra voi due?
(ride) “Io nel primo anno di mondiale non ho fatto quello che sta facendo lui al debutto…”.
Siamo a posto…