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“Ho pensato di smettere. Quando è successo mi sono chiesto perché stavo correndo” – Lo ha detto Maverick Vinales, ripercorrendo i giorni in cui ha dovuto fare i conti con la morte del suo giovanissimo cugino Dean Berta Vinales, deceduto in seguito ad un incidente durante una gara della SuperSport 300. “Per me mio cugino – ha aggiunto nell’intervista rilasciata a Niki Kovacs era come il mio fratellino. Mi sono preso cura di lui e ho finanziato la sua carriera. Ad esempio, se mi compravo una moto, compravo a lui la stessa per poterci allenare insieme. E’ stato terribile e mi sono chiesto a lungo e con insistenza se valesse la pena andare avanti. Per quale ragione avrei dovuto continuare”.
Un dolore, quello che ha colpito la famiglia Vinales, che ha fatto passare in secondo piano i problemi sportivi e anche la voglia di andare avanti con una carriera che era appena giunta ad un punto di svolta dopo l’approdo in Aprilia. Ad aiutarlo, più di tutti, è stata sua moglie Raquel: “Ero devastato – ha raccontato - Era due passi avanti a me e mi ha detto che non era colpa mia. Non è stata colpa di nessuno. La vita è così. A volte la vita è molto difficile. Ho una famiglia e vivo la mia vita. Ha detto che avevo un obiettivo in mente. Le ho parlato e lei mi ha chiesto quale fosse il mio obiettivo. E io ho risposto che voglio essere campione del mondo. È stato il mio sogno sin da quando ero bambino. E voglio che accada. Quindi ha detto che avrei dovuto farlo perché ho il mio destino e la mia carriera. È stato un periodo molto difficile per me. Ho imparato molto sulla famiglia. Come essere forti e come lottare per i tuoi sogni”.