MotoGP. Maverick Viñales: “Nel 2021 cercherò di fare la mia miglior stagione di sempre”

MotoGP. Maverick Viñales: “Nel 2021 cercherò di fare la mia miglior stagione di sempre”
L’ufficiale Yamaha ci parla della stagione appena conclusa, di quella che sta per iniziare, dei suoi avversari, ma anche della sua vita e delle opportunità offerte dall’emirato più vicino al motociclismo
30 gennaio 2021

Quando si pensa ai "posti da piloti", i primi luoghi che vengono in mente sono piccoli principati, stati con regimi fiscali molto favorevoli o comunque i classici paradisi dove si concentrano le varie enclave del jet-set. Montecarlo, la Svizzera, più di recente Andorra.

Il Qatar, finora, non figurava sicuramente fra le località più associabili a questo genere di residenze, almeno fino a che, nel 2019, Maverick Viñales non ha annunciato di aver stretto un accordo per allenarsi e passare parte del suo tempo a Doha.

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Una scelta che riporta a quella sua vittoria al debutto con la Yamaha, nell’ormai lontano 2017, ma legata anche alla collaborazione con il Qatar Motorsports Academy, grazie a cui l’ufficiale Yamaha riesce ad allenarsi praticamente tutto l’anno. Ed ecco perché, grazie al Qatar National Tourism Council, siamo riusciti a scambiare una chiacchierata in esclusiva con Maverick, alla viglia (o quasi) di un Mondiale 2021 carico di aspettative.

Ma torniamo all’allenamento: una fase che, per forza di cose, sarà stata una componente centrale di una pausa invernale mai così lunga. Aboliti i tradizionali test di Valencia dopo l’ultima gara dell’anno, e saltati quelli in Malesia, sostituiti da una lunga fermata in Qatar (due test con inizio il 3 marzo, e poi un doppio GP) il paddock della MotoGP si ferma per tre mesi interi. Come hai vissuto la pausa, finora?

Vi dirò la verità, ho pensato soprattutto a staccare, a rilassarmi. Il Mondiale 2020 è stato lungo e molto denso, e la mia priorità è stata recuperare. Certo, ho potuto girare tanto e allenarmi, ma mi sono goduto davvero tanto questa pausa.”

 

Cosa ti aspetti da te stesso nel 2021?

“Il massimo, non ci sono altre parole. Ogni anno che passo in MotoGP mi sento sempre più veloce, ormai conosco benissimo la squadra e la moto, e non mi sono mai sentito così in forma. Credo proprio che nel 2021 farò di tutto perché diventi la mia miglior stagione di sempre.”

 

Bisogna però fare i conti con gli altri 21 piloti in griglia, e viene spontaneo chiedere a Maverick chi sarà il più ostico dei suoi avversari. La risposta è quantomeno inaspettata. Niente Mir, o Marquez, ma bensì…

“Sinceramente credo che le maggiori difficoltà verranno dalle Ducati, quando mi sono trovato a lottare con loro è sempre stato molto difficile superarle. Credo che Miller sarà la vera sorpresa di quest’anno”

 

Ma parliamo un attimo del Qatar: Maverick ci parla sorridente, passeggiando per la pitlane del circuito di Losail. Com’è la vita a Doha? Cosa cambia da Andorra?

“La vita qui mi piace moltissimo, e poi il clima è ottimo e mi permette di allenarmi e divertirmi all’aria aperta tutto l’anno. Grazie alla Qatar Motorsports Academy posso allenarmi tutte le volte che voglio su uno dei tracciati più belli e impegnativi del mondo, quindi per la vita da pilota è un posto magnifico.”

 

Come funziona il tuo rapporto con la QMA? Fai il coach, vieni seguito da qualcuno…?

“Qui c’è un’infrastruttura magnifica: posso girare quanto voglio, e dentro al circuito ci sono box riservati al cui interno c’è il meglio del meglio della produzione recente di auto e moto, quindi posso anche usare la pista per divertirmi… (ride, NdA) Poi, circa una volta alla settimana lavoro con i bambini, sulla pista piccola: è sempre molto divertente girare con i più piccoli e insegnargli, far crescere la nuova generazione di piloti.“

 

Cosa è cambiato di più nella tua vita, qui in Qatar?

“Diciamo che tutto è più facile, perché qui tutto è al top. Posso fare tantissimo sport, adoro andare nel deserto con la moto o il Dune Buggy. Ho fatto wakeboard, e mi alleno tanto in bicicletta - e posso avere una specie di scorta, un'auto davanti e una dietro, per la mia sicurezza. Ecco, qui la sicurezza è una vera ossessione per tutti, e sotto tutti gli aspetti: non ti senti mai in pericolo. E anche quando ti vuoi semplicemente divertire hai una scelta infinita, fra locali, ristoranti per uscire a cena e tutto il contorno…”

Torniamo alla MotoGP, e parliamo della stagione appena conclusa. Non è andata come si pensava alla vigilia: dove ha sofferto di più la M1?

“Il grande problema è stato il motore, dopo le rotture di inizio campionato abbiamo dovuto rinunciare a tanta potenza. A Jerez, nelle prime due gare dell’anno, siamo stati molto competitivi: potevamo lottare per la vittoria o perlomeno per il podio. Il problema è che abbiamo dovuto fare 14 gare con due motori, e quindi siamo stati costretti a togliere tanta potenza. Da lì in avanti è stato difficilissimo lottare con gli altri.”

 

 

Quelle prime due gare le ha vinte Fabio Quartararo, che sarà il tuo nuovo compagno di squadra. Come ti trovi con lui? Come pensi che sarà il vostro rapporto?

“Mi trovo molto bene, abbiamo passato molto tempo insieme già quest’anno divertendoci molto. È un bel rapporto, siamo due piloti giovani e abbiamo tanto in comune. E credo che sarà positivo anche per Yamaha.”

 

L’affiatamento fra compagni di team è importante a tanti livelli. In passato, per esempio, Rossi e Viñales hanno fatto a Yamaha richieste che andavano in direzioni diverse. Maverick, credi che con Fabio sarete più allineati nelle richieste, o Yamaha dovrà comunque trovare un compromesso fra le vostre esigenze?

“È vero, in passato abbiamo avuto questo problema. E sinceramente è troppo presto per dire se con Fabio ci troveremo nella stessa situazione oppure se invece punteremo nella stessa direzione con lo sviluppo. Comunque penso che sarà un problema di Yamaha, noi piloti non possiamo fare altro se non pensare a tirare fuori il meglio dal materiale che abbiamo a disposizione.”

 

Chiudiamo con una battuta, perché Maverick sa stare allo scherzo. Con il fatto che i primi due test e le prime due gare saranno in Qatar, poterti allenare quando vuoi sulla pista che le ospiterà rischia di venire considerato un vantaggio illecito…

“Certo che sì!” scherza Maverick. “Seriamente: no, il vantaggio si limita all’allenamento fisico con una moto con cui ci si abitua anche alle velocità che si raggiungono in circuito. Fra l’R1 e la M1 c’è troppa differenza, sei secondi e passa, quindi cambia veramente tutto, a parte l’impegno fisico che è molto simile. Il vantaggio è che però invece a volte riesco ad allenarmi anche in notturna…”