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Il prossimo 12 gennaio lo spagnolo Maverick Viñales compirà 21 anni. E' arrivato nel mondiale quando di anni ne aveva 16, nella allora 125, poi è passato in Moto2 e in entrambe le classi ha vinto il titolo di migliore debuttante dell'anno. Lo stesso risultato che ha ottenuto nel 2015. alla sua prima stagione nella MotoGP. Sulla Suzuki ufficiale si è piazzato al dodicesimo posto finale, con 97 punti e a soli otto punti di distacco dal più esperto compagno di team Aleix Espargaró. Nel GP di casa, a Barcellona Maverick ha concluso al sesto posto dopo essere scattato dalla seconda posizione in griglia.
Una stagione 2015 nella quale, per sua stessa ammissione, ha imparato molto dai campioni che ha trovato in pista. Quali sono stati i maestri migliori?
Sul giro secco, quello da cui ha imparato di più, è stato Marc Marquez: traiettorie, frenate, mentalità «Penso che Marc sia il più veloce sul giro secco. E' incredibile come sa sfruttare ogni opportunità. Da parte nostra, con le gomme più morbide, in qualifica siamo stati in grado di fare bene».
«Lorenzo è sicuramente il migliore nell'intero fine settimana: dal primo turno di libere fino alla gara sa imprimere lo stesso altissimo ritmo. Jorge è anche il migliore in curva, non sarà quello che frena più tardi, però sorprende per come sa gestire l'acceleratore in piega».
Secondo Maverick, è sempre Marquez da prendere come esempio nella fase di frenata, per come frena forte, tardi ed entra in curva senza apparenti problemi. Nei sorpassi «ci sono due insegnanti che sono dei veri specialisti: Marquez e Rossi».
Su come gestire le gomme in gara, invece: «Dani e Jorge per primi, mentre Vale e Marc sono più aggressivi e quindi consumano di più le gomme. Per quanto mi riguarda credo di essere abbastanza bravo, finisco le gare con le gomme ancora in buone condizioni e negli ultimi giri riesco a girare veloce».
Se il pilota più facile da seguire è Espargaró - «oltre ad avere la stessa moto percorre linee simili alle mie» - il migliore riferimento in gara è ancora una volta Marquez: «Abbiamo uno stile di guida simile, e ogni volta che gli sto dietro noto che le cose funzionano bene».
Mentre è più difficile restare in scia alle Yamaha «Ho faticato a seguire le Yamaha di Rossi e Lorenzo, ma anche quelle di Pol Espargaró e Bradley Smith. Non ritardano la staccata, ma hanno un grande comportamento in curva».
fonte motogp.com