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Annunciato l’accordo per due anni tra Alex Rins e la Suzuki, le squadre ufficiali sono ormai al completo: manca solo la definizione di chi affiancherà Sam Lowes all’Aprilia (con ogni probabilità Aleix Espargaró, l’annuncio verrà fatto giovedì ad Assen in conferenza stampa). Si può quindi fare un bilancio definitivo su chi ci ha perso e chi ci ha guadagnato, per quello che è stato, senza dubbio, uno dei “motomercato” più frenetici e, per certi versi deliranti, degli ultimi anni.
Anche se Maverick Viñales è un pilota fortissimo e dal potenziale molto alto, è indubbio che nello scambio Lorenzo-Viñales la Yamaha ci abbia perso. Sicuramente nell’immediato, in futuro chissà: mentre Jorge ha ormai dimostrato tutto il suo valore ed è un pilota completo, Maverick ha ancora tutto da fare e da conquistare. E’ chiaro che abbia ampi margini di miglioramento, in prospettiva può essere uno dei grandi campioni della MotoGP (per me lo sarà), ma nell’immediato il confronto è ovviamente a favore dell’attuale campione del mondo. Sulla carta, quindi, la Yamaha si presenterà nel 2017 con una formazione più debole rispetto a quella di quest’anno.
Tra le Case ufficiali, la Honda è l’unica a non cambiare: la sua situazione, quindi, è stabile. Con un piccolo dubbio, però: Pedrosa voleva andarsene, ed è rimasto solo per non avere “valide” alternative, o, perlomeno, considerate tali dal pilota spagnolo. Inoltre, a Barcellona, per la prima volta Pedrosa è stato piuttosto critico con Màrquez, a suo modo di vedere troppo seguito dalla HRC nello sviluppo della moto. Ecco, questa “negatività” di Dani può diventare un limite per la Honda: io credo che sarebbe stato più giusto provare a cambiare, puntare su un altro pilota. Anche se è vero, come dice il Team Principal Livio Suppo, che in giro non c’erano piloti che vanno più forte di Pedrosa. Ma bisognava azzardare. E avrebbe dovuto farlo anche Dani.
E’ stato il cambio più eclatante, quello che ha dato il via a tutti gli altri spostamenti: la decisione di Jorge Lorenzo di lasciare la Yamaha per la Ducati, e relativo ingaggio verosimile di 25 milioni di euro in due anni, ha provocato una vera e propria rivoluzione nelle altre Casi ufficiali. E’ chiaro che aver ingaggiato il campione del mondo in carica, il pilota capace di conquistare tre titoli tra il 2010 e il 2015, faccia alzare il livello della squadra di Borgo Panigale. Con un punto interrogativo, però: Lorenzo, che nella sua carriera in MotoGP ha sempre guidato solo una Yamaha, saprà adattarsi alla Ducati, dal carattere completamente diverso? Gli uomini del paddock, a grandissima maggioranza, propendono per il sì, ma, personalmente, qualche dubbio ce l’ho. «Non è detto che su una Honda, Lorenzo andrebbe più forte» aveva detto Ramon Forcada alla vigilia del GP Valencia del 2013, quello che ha assegnato il titolo a Màrquez con una Honda apparentemente superiore alla Yamaha di Lorenzo. Il dubbio di Forcada mi è sempre rimasto in testa, e lo faccio mio per l’accoppiata Lorenzo-Ducati. Senza dimenticare che la Desmosedici, in questo momento, è inferiore alla Yamaha (e alla Honda).
Davide Brivio ha fatto di tutto per trattenere Maverick Viñales: non ci è riuscito, ma ha trovato comunque una soluzione interessante che, però, non può che essere considerata come una seconda scelta. Andrea Iannone ha talento e capacità per fare bene, ed esaltarsi con una moto sicuramente più facile della Ducati, in un ambiente che farà di tutto per farlo rendere al meglio: non deve farsi scappare quella che potrebbe essere una grande occasione. Iannone avrebbe voluto rimanere a Borgo Panigale – e, al di là di quello che si dice, ha fatto di tutto per stare lì - ma la soluzione Suzuki potrebbe essere quella giusta per lui. Per quanto riguarda Alex Rins, a mio modo di vedere, potenzialmente ha più talento di Aleix Espargaró, che però ha esperienza in MotoGP ed è anche un pilota relativamente veloce. In definitiva: la squadra Suzuki 2017 sembra inferiore a quella 2016. Ma è tutto da dimostrare.
Dato per scontato l’ingaggio di Aleix Espargaró, la squadra Aprilia 2017 appare più forte di quella 2016, anche se a fianco dello spagnolo schiererà un pilota al debutto in MotoGP. Potenzialmente, però, Lowes è un ottimo pilota, e Aleix Espargaró è più veloce sia di Bautista che di Bradl.
Alle quattro Case già presenti nel 2016 si aggiungerà la KTM, che nel 2017 debutterà con Bradley Smith e Pol Espargaró. La Casa austriaca arriverà all’appuntamento con la MotoGP dopo due anni intensi di collaudi – negli ultimi mesi ha provato praticamente ogni settimana – con un budget importante e la sostanza di un reparto corse che ha fatto bene in ogni categoria alla quale ha partecipato. Manca però di esperienza – quella non si può comprare da nessuna parte -, si deve scontrare con colossi da paura, e punta su due piloti che, fino ad oggia, hanno fatto davvero poco: entrambi sono veloci, ma non velocissimi, esperti, ma non espertissimi. Insomma, forse sarebbe stato più giusto fare scelte differenti.