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Mick Doohan è prepotentemente tornato alla ribalta negli ultimi mesi: affiancato da Marc Marquez per numero di titoli in classe regina, il cinque volte iridato è passato più volte sotto i riflettori, sia nelle vesti di (ex) pilota in sella all'Energica MotoE, sia in quelle di esperto commentatore di uno sport che ha dominato nella seconda metà degli anni 90, con un giudizio interessantissimo su Marc Marquez e sulle differenze fra la MotoGP di oggi e la 500 dei suoi tempi.
In un'intervista a MotoGP.com, Doohan va un po' in controtendenza rispetto alle affermazioni al vetriolo di Puig di qualche giorno fa, rinnovando sì la sua fiducia in Marc Marquez, ma sottolineando l'ammirazione sia per Valentino Rossi che per Dani Pedrosa.
«È stata una stagione appassionante, con gare avvincenti e incerte come quella di Assen: anche se spesso Marquez ha dominato, non è mai stato semplice fare pronostici. Marc è sempre stato e sempre sarà un pilota che abbandona senza lottare, e nemmeno la lesione all'omero lo ha fermato: sul finale di stagione non guidava certo come ci si aspetta da un pilota infortunato. Non bastassero i cinque titoli, questo è il segno di un vero campione».
Però è anche un pilota molto aggressivo...
«Non so se il suo sia lo stile giusto, ma lui guida così, è spettacolare ed efficace e alla fine è il numero 1. Magari si tratta di un'evoluzione dello stile come è successo alla fine degli anni 80, quando moto e gomme hanno iniziato ad evolversi davvero e solo chi le guidava in un certo modo riusciva a tirarne fuori il meglio, muovendosi tanto in sella. Forse gli altri inizieranno a guidare come Marquez e lo stile in generale si evolverà».
Marquez potrebbe fare un ulteriore step, stimolato dalla presenza di Lorenzo in squadra.
«Credo che Marc possa solo migliorare: ha 25 anni, e se pensate che Rossi ne ha 40 ed è ancora in evoluzione è ovvio che Marquez possa crescere ancora negli anni a venire. Adesso ha un compagno di squadra scomodo anche se, a dire la verità, quando correvo non mi interessava granché chi fosse il mio compagno, e penso che per Marc sia uguale. Sicuramente ne guadagnerà la Honda, perché si trova ad avere due piloti fortissimi con due stili di guida molto diversi».
Sorpreso di Valentino?
«Ha dimostrato di potersela giocare contro chiunque anche a 39 anni, già questo da solo è impressionante. Sia lui che Marc possono partire ventesimi e arrivare con i primi, entrambi guidano sopra le lacune della moto, cosa che gli altri non riescono a fare. Il rendimento di Rossi non mi sorprende, mentre sono stupito dalla sua longevità sportiva e dalla voglia che ha ancora di correre e vincere, è difficile trovare esempi di sportivi che restano al suo livello per tanto tempo. Credo che la forza di Rossi, come quella di Marquez, stia nella testa, nella concentrazione e nella capacità di spingere, giro dopo giro. Sotto questo aspetto sono i migliori, gli altri piloti non sono così costantemente competitivi nell'arco della stagione».
E Dovizioso?
«È forte, ma non si capisce bene se la Ducati sia così a punto da poter rendere con costanza su tutto il campionato. Andrea è passato anche in Honda e si è dimostrato un gran lavoratore. L'anno scorso ha fatto gare straordinarie, ma non è bastato per vincere il titolo né per vederlo sempre davanti ai suoi avversari».
Cosa ne pensi del ritiro di Pedrosa?
«Ne sentiremo molto la mancanza. E' stato un protagonista di primo piano piano per anni, e credo che si sarebbe meritato un titolo anche in classe regina. Purtroppo i tanti infortuni che ha avuto lo hanno penalizzato, anche perché gli sono spesso capitati nei momenti cruciali. Comunque credo che fare il collaudatore per KTM sia una grande occasione per lui, e sono certo che darà un contributo molto importante».
E Jack Miller?
«E' molto veloce, l'ha dimostrato in diverse occasioni, ma credo debba lavorare ancora sulla concentrazione se vuole puntare in alto: gli mancano la regolarità e la costanza per stare davanti. Ha tutti i numeri per essere il migliore, ma spesso, sotto pressione, commette qualche errore. Sono australiano anch'io e mi piacerebbe vederlo vincere in GP, anche perché serve qualche altra nazione fra le vincenti in MotoGP, non solo Italia e Spagna».