Mir nella top ten di Spagna

Mir nella top ten di Spagna
Con il suo secondo titolo mondiale, Joan Mir entra nel club dei dieci piloti spagnoli capaci di vincere almeno due titoli mondiali in carriera. C’è chi ne ha vinti tredici come Nieto, ma fare il bis nel mondiale è comunque un’impresa riuscita a pochi
26 novembre 2020

Il titolo di Mir è il numero 53 nella storia della Spagna motociclistica dal 1949 ad oggi (con venti piloti iridati), è ancora il decimo in MotoGP e l'undicesimo nella classe regina: qui Joan è il quarto spagnolo a vincere il mondiale piloti dopo Alex Crivillé, Jorge Lorenzo e Marc Marquez.

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Con questo suo secondo titolo mondiale, dopo quello ottenuto nel 2017 nella Moto3, Joan Mir entra nella top ten dei piloti iberici che hanno vinto più di un titolo: e lo fa mezzo secolo dopo il primo: Angel Nieto. Per dare un’idea di grandezza, i bi-campioni per l’Italia non sono tanti di più, sono tredici: Ago, Ubbiali, Rossi, Biaggi, Ruffo, Bianchi, Lazzarini, Cadalora, Capirossi, Masetti, Provini, Gresini e Poggiali.

1 - Angel Nieto (13 titoli)

Angel Nieto, 13 volte iridato (o meglio 12 + 1 come preferiva dire). Inserito fra le MotoGP Legends per la sua incredibile carriera, tutta giocata nelle piccole cilindrate, aveva 70 anni quando purtroppo ci ha lasciato nell’agosto di tre anni fa, per le conseguenze di un banale incidente stradale a Ibiza.

Nato in Castilla y Leon nel 1947, lo spagnolo ha vinto 90 Gran Premi (terzo nella storia dopo Ago e Rossi) in tre classi (50, 80, 125) ed è salito sul podio 139 volte conquistando, appunto, 12 + 1 titoli iridati in due categorie, 50 e 125, in una carriera durata ben 19 anni. Lo spagnolo è anche il pilota che ha conquistato più titoli con marche diverse, avendo vinto con Derbi, Bultaco, Garelli, Minarelli e Kreidler. Una volta appeso il casco al chiodo, Nieto ha vissuto una carriera da team manager, vincendo il titolo della 125 con Alzamora nel 1999.

2 - Marc Marquez (8)

La ‘formica di Cervera’ come è chiamato in Spagna - la formica, piccola ma fortissima, è il simbolo del suo paese in Catalogna, dove è nato il 17 febbraio 1993 - ha conquistato sei titoli in MotoGP dopo quello in 125 del 2010 (al terzo anno e su Derbi) e il secondo in Moto2 nel 2012 (secondo anno, Suter).

Subito vincente in MotoGP, dove è entrato nel 2013 dalla porta principale, direttamente nel team ufficiale Honda HRC, ha battuto molti record di precocità. I suoi numeri fanno impressione: in sette anni di MotoGP, escludendo cioè il 2020, ha vinto 56 Gran Premi ed è salito 95 volte sul podio dei 128 GP disputati. In carriera i totali salgono a 82 successi (quarto pilota assoluto della storia), 134 e 206.

Con 90 pole è il numero 1 assoluto del motociclismo. Nel primo GP del 2020 a Jerez purtroppo si è infortunato (frattura dell’omero destro) e gli esiti lo hanno tenuto fermo fino ad oggi. Marc è il re del motociclismo spagnolo dopo la leggenda Nieto, il suo modo di guidare farà scuola.

3 - Jorge Lorenzo (5)

Nato a Palma di Maiorca il 5 maggio 1987, Jorge ha corso dal 2002 al 2019 con Derbi in 125, con Aprilia in duemmezzo, con Yamaha in MotoGP per nove stagioni, passando poi in Ducati (2017-2018) e infine alla Honda. Due volte iridato con l’Aprilia (2006 e 2007), ha conquistato i tre titoli MotoGP con Yamaha: nel 2010, 2012, 2015.

Fin dal primo anno in MotoGP si è rivelato un protagonista, forte di una guida pulitissima ed efficace. In totale Jorge ha vinto 68 GP (47 nella classe maggiore) e figura al sesto posto assoluto alle spalle di Hailwood; inoltre ha collezionato 51 secondi posti (44) e 33 terzi (23). Centocinquantadue volte sul podio con un totale di 296 corse disputate.

4 - Jorge Martinez (4)

Jorge Martinez, detto aspar, il ciabattino, pilota tosto e oggi uomo d’affari: il suo team, fondato nel 1992, ha vinto titoli mondiali con Bautista, Talmacsi, Simon, Terol e con Albert Arenas in Moto 3 in questo 2020. Jorge, nato il 19 agosto del 1962 ad Alzira (nella regione valenciana), ha collezionato quattro titoli da pilota: tre nella 80 e uno nella 125 sempre in sella alla spagnola Derbi, tra l’86 e l’88.

Per la minima cilindrata è stato il più giovane iridato della storia. Dopo i titoli, Martinez ha corso in seguito su JJ Cobas, Honda, Yamaha ed Aprilia, chiudendo la sua lunga carriera alla fine della stagione 97. In totale ha disputato 196 GP, vincendone 37 e salendo sul podio 61 volte. E’ tra le “Leggende” nella Hall of Fame.

5 - Dani Pedrosa (3)

Daniel Pedrosa è nato a Sabadell, Catalogna, il 29 settembre 1985 e il suo nome è abbinato a un solo marchio: Honda, della quale è stato una bandiera. Dani ha vinto tre titoli mondiali: uno nella 125 nella stagione 2003 e poi due in 250 nel biennio successivo. Quindi tredici stagioni in MotoGP senza altri titoli ma da protagonista fino alla conclusione della sua carriera: alla fine della stagione 2018 ha annunciato il suo ritiro e clamorosamente… è stato ingaggiato da KTM per sviluppare l’acerba RC-16.

Con risultati eccezionali, come abbiamo visto quest’anno. In totale, le vittorie di Pedrosa nel mondiale sono 54, esattamente come Mick Doohan; in MotoGP (2006-2018), Dani ha conquistato 31 successi, 40 volte si è classificato al secondo posto e 41 al terzo. E’ una “Leggenda” della MotoGP, quindi nella Hall of Fame, dal 2018.

6 - Ricardo Tormo (2)

E’ scomparso tragicamente per una leucemia, Ricardo Tormo, nel ’98. E il dramma ha colpito la Spagna al punto che il circuito di Valencia è a lui dedicato. Morte prematura, aveva soltanto 46 anni (era del ’52), un bel talento, e dopo una serie di titoli nazionali aveva vinto due titoli mondiali: entrambi nella classe 50, in sella alla Bultaco ufficiale nel ‘78 e tre anni dopo, 1981, con una Bultaco privata.

Oltre alla 50 (ultima vittoria con la Garelli) Tormo ha corso anche in 125, vincendo 4 GP in sella a MBA e Sanvenero. Il totale delle sue vittorie vale 19 GP sui 62 disputati, e 36 volte è salito sul podio. All’inizio della stagione 1978 si infortunò gravemente alle gambe: stava svolgendo il test di una moto in un’area industriale di Barcellona, vicino alla fabbrica della Derbi. L’incidente gli costò la fine della carriera.

7 - Sito Pons (2)

Oggi è un importante team manager, la sua squadra è nata nel ’92 e i suoi figli hanno corso fino a ieri; ma Alfonso Pons, detto Sito, è stato un ottimo pilota degli anni Ottanta, uno specialista della classe 250: due titoli mondiali conquistati, 1988 e 1989, in sella alle Honda. Successivamente Pons, catalano classe 1959, ha provato a passare in 500, sempre con Honda: ma gli anni Novanta si rivelarono complicati per lui, dominavano i talenti americani, e nella sua migliore stagione, 1990, non andò oltre il quinto posto.

Resta comunque uno dei vincenti di quel periodo in 250: 15 vittorie tra il 1984 e l’89, 41 podi, quattro pole position. Al suo esordio era su Siroko Rotax, poi JJ Kobas (una vittoria), infine quattro stagioni in Honda e sempre sul podio della classifica finale. Da team manager ha gestito piloti come Crivillé, Checa, Barros, Capirossi, Biaggi, Bayliss.

8 - Alex Crivillé (2)

Alex Crivillé figura tra le Leggende della MotoGP perché è stato il primo pilota spagnolo a eccellere nella classe 500, fino ad arrivare al titolo del 1999 in sella alla Honda ufficiale; ma aveva già conquistato un mondiale in 125 dieci anni prima, nell’89. Classe 1970, Alex iniziò dalla categoria 80 nel ’97 con la Derbi, per poi passare in 125. Al quarto anno, in sella alla JJ Cobas, ha vinto 5 Gran Premi e poi il titolo.

Passò quindi in 250 senza brillare (su Yamaha e ancora Cobas), e infine la 500 Honda nel 1982 vincendo subito ad Assen. In HRC dal ’94, al fianco di Mick Doohan, Alex in totale ha vinto 20 GP (cinque in 125) ed è salito 66 volte sul podio di un GP, 51 volte nella mezzo litro. Quando la stella di Doohan si appannò ecco spuntare Crivillé, che poi nel 2000 ha dovuto cedere a Roberts jr e alla sua Suzuki; si è ritirato dalle corse nel 2002, soprattutto a causa di problemi fisici.

9 - Alex Marquez (2)

Il minore dei fratelli Marquez, classe ‘96 (è nato a Cervera, Catalogna, il 23 aprile) corre dal 2012: quell’anno vinse il Cev in Moto3 e fece anche qualche GP mondiale, salendo sul terzo gradino del podio al Montmelo. Dall’anno successivo a tempo pieno, Alex ha vinto il suo primo GP con KTM e l’anno dopo, 2014, si è aggiudicato il titolo mondiale Moto3 con la Honda e tre successi.

Passato in Moto2 l’anno dopo, solo nel 2016 ha iniziato a vincere, due volte, a Jerez e a Barcellona. Il suo titolo nella categoria di mezzo è targato 2019 e Kalex: in stagione Alex ha vinse cinque GP e salì dieci volte sul podio. Clamorosamente, alla fine del 2019 la HRC ha annunciato che Alex sarebbe entrato in HRC, di fianco al fratello maggiore, in MotoGP per la stagione 2020; che ha chiuso in quattordicesima posizione, tra Zarco e Rossi, salendo sul secondo gradino del podio in due occasioni, Le Mans ed Aragon1. L’anno prossimo sarà dirottato nel team satellite LCR al posto di Crutchlow.

10 – Joan Mir (2)

E si arriva all’oggi, con il pilota di Maiorca, 23 anni soltanto, campione della MotoGP 2020 davanti a Morbidelli e Rins e alla seconda stagione in sella alla Suzuki GSX-RR. Quel Joan Mir che aveva già conquistato il titolo della Moto3 nel 2017 (alla seconda stagione completa) ed era transitato un anno soltanto in Moto2, con quattro podi e il sesto posto finale.

Che fosse un talento notevolissimo si era capito già tre anni fa: le sue dieci vittorie nella Moto3 (e poi due secondi e un terzo posto) suonavano molto simili ai numeri fatti segnare a suo tempo da Valentino Rossi o da Marc Marquez. Ha vinto un solo GP quest’anno, Mir a Valencia2, ma tutti sono convinti che sia soltanto all’inizio: deve ancora crescere in qualifica, non ha ancora conquistato una pole in cinque anni, ma ha testa e tanta classe. Lo vedremo nel 2021 misurarsi con Marc Marquez?