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23 anni a dicembre, romagnolo d’accento e di tempra, Enea Bastianini è, a dispetto della giovanissima età, una delle eterne promesse del motociclismo italiano. Sin da quando ad appena 13 anni si è laureato Campione Europeo di MiniGP70 e Italiano l’anno dopo nel campionato Honda NSF250. Poi l’arrivo in Moto3, i primi importanti risultati e, contestualmente, la pressione di uno destinato a vincere. Con le vittorie però che non sono arrivate o che, comunque, sono arrivate in misura minore rispetto a quanto ci si aspettasse. Complice la sfortuna, con diversi infortuni, ma anche - nei primissimi anni di - un atteggiamento spesso troppo aggressivo che lo ha portato a fare i conti con errori di gara pagati a volte a caro prezzo.
L’arrivo nel team Italtrans ha segnato una maturazione sportiva che è stata evidente anche sul lato personale, come ha ricordato anche Carlo Pernat ai microfoni di Sky. Un ragazzo di grandissimo talento che ha passato la quarantena, almeno a giudicare da quanto pubblicato sui social, allenandosi duramente per non vanificare quanto di buono già fatto nella prima gara in Qatar.
Poi il primo round di Jerez, la delusione e la voglia di riscatto. Fino alla liberazione di questo fine settimana. Non solo con la vittoria di oggi, ma anche per come sono andate le cose sin da venerdì. “C’è stato dietro - ha raccontato - tantissimo lavoro, specie qui a Jerez dove ho sempre faticato. Vittoria che vale doppio, quindi, per me e non nascondo che all’ultimo giro, quando sono passato sul rettilineo, non ho capito più niente. Non so come ho fatto. Anche stamattina ero veloce, ma in gara ancora di più. Pensavo di poter vincere, perché ero veloce, ho spinto subito fortissimo e negli ultimi 10 giri ho mantenuto il vantaggio”.