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Si è discusso tanto in questi dieci anni: per molti la duemmezzo di una volta resta insuperabile, ma di fatto la Moto2 ha sfornato dei bei piloti che in MotoGP si sono distinti subito. Come Zarco, Quartararò o Mir. Nel 2019 la Moto 2 è cambiata, è più potente e con i controlli elettronici: è diventata finalmente propedeutica alla top class come a suo tempo era stata la 250 per la 500?
Per Zam, che rimpiange il motore a due tempi, la Moto2 non è a quel livello: è cresciuta molto, ha sfornato piloti subito forti, ma complessivamente la moto è fin troppo facile: il pilota talentuoso fatica ad emergere, vedi appunto il caso di Quartararò. Nico non ha preferenze, a suo tempo ha portato in pista i due tipi di motore, allora alternava le 500 2T alle grosse quattro tempi, il bello è guidare.
Per Nico la Moto2 funziona abbastanza bene come fucina di piloti: la moto è pesante (come lo è la MotoGP, che impegna anche fisicamente) poi ci si intraversa in entrata di curva (con la 250 no) come pare stia diventando necessario nella guida della Motogp, nella direzione tracciata dall’innnovatore Márquez. Tuttavia Cereghini concorda: la moto è fin troppo semplice, appiattisce i valori in campo, il talento non emerge con chiarezza. Senza contare che il monomarca continua a non piacerci affatto. Insomma, ripetiamo il quesito: la Moto2 è finalmente diventata propedeutica alla MotoGP? A voi il voto.