Moto2. Successo clamoroso o flop fragoroso?

Moto2. Successo clamoroso o flop fragoroso?
Tanti iscritti e grande spettacolo: insomma, un trionfo clamoroso! Perlomeno stando alle dichiarazioni della Dorna. Ma è effettivamente così? La Moto2 è stata davvero un successo? Secondo me no. Ecco perché | G. Zamagni
10 dicembre 2010


Tanti iscritti e grande spettacolo: insomma, un trionfo clamoroso! Perlomeno stando alle dichiarazioni ufficiali e ai commenti entusiastici della Dorna, che ha voluto anticipare al 2010 il debutto della nuova categoria, mandando prematuramente in pensione la 250. Ma è effettivamente così? La Moto2 è stata davvero un successo? Secondo me no. Ecco perché.

ISCRITTI

Sotto questo aspetto, non ci sono dubbi: la Moto2 è stato un trionfo. Nell’ultimo GP del 2009 a Valencia erano schierati 24 piloti, contro i 42 della Moto2 nella gara conclusiva del 2010, ovvero il 75% in più. Un aumento spaventoso, in controtendenza con tutte le altre categorie del motociclismo mondiale (SBK compresa), in un momento non certo favorevole per l’economia. Un bell’incremento, non c’è che dire, che ha senza dubbio ridato vitalità a una categoria che, purtroppo, stava perdendo team da tutte le parti, annichilita dal monopolio Aprilia. La possibilità di ricominciare da capo, di ripartire tutti dallo stesso livello ha indubbiamente spinto molte squadre a investire nella Moto2, attratti anche dalla possibilità di costruire “in proprio” un telaio attorno al motore della CBR600.

COSTI


Visto l’aumento degli iscritti è logico pensare che la Moto2 abbia effettivamente dimezzato i costi rispetto alla 250, come si è peraltro sentito ripetere per tutta la stagione. Ma, conti alla mano, non è così e si può tranquillamente affermare che la nuova categoria costa esattamente come la vituperata due tempi. Non lo dico io, ma i team. Dato che il regolamento della Moto2 impone di avere una moto sola, i raffronti con la quarto di litro vanno fatti tenendo conto di questa importante restrizione.
Il budget del team Martinez per il 2009 era stato di 3 milioni di euro, per due piloti e quattro RSA (due per ciascuno), mentre per il 2010 è sceso a 2,2 milioni di euro, sempre per due piloti, ma, naturalmente, con una sola moto a testa. Come dire che non c’è stato risparmio. Un altro esempio. Nel 2009, Eros Braconi aveva a disposizione una sola RSA per Alex Debon, pagata 700.000 euro, per un totale complessivo per la stagione di 1.050.000 euro. Nel 2010, per gestire la FTR di Andrea Iannone sono stati spesi 570.000 euro per la moto, per un totale complessivo di 1.020.000 euro, ovvero praticamente la stessa cifra. Perché? Semplice, perché i 700.000 euro della costosa Aprilia RSA 250 – ricordiamolo, la pietra dello scandalo, quella che ha spinto la Dorna a creare la Moto2 – comprendevano tutti i ricambi per la stagione (quando scrivo tutti, significa qualsiasi pezzo da sostituire dopo una caduta o una rottura), un tecnico Aprilia per l’assistenza delle sospensioni, le gomme e, naturalmente, gli sviluppi durante la stagione. Ai 570.000 euro della Moto2 si arriva sommando i 90.000 euro necessari per l’acquisto della moto, 60.000 euro per i motori, 20.000 euro per i cerchi, 70.000 per le gomme, 15.000 euro per le sospensioni, 5.000 euro per l’acquisizione, 260.000 euro per lo sviluppo e i ricambi, 50.000 euro per un telaio di scorta.
Chi nel 2009 ha deciso di correre con l’Aprilia 250 LE – moto sicuramente inferiore alla RSA, ma comunque competitiva, basti ricordare i risultati ottenuti da Marco Simoncelli nel 2008 -, spendeva in totale circa 650.000 euro, considerando i 300.000 euro necessari per l’acquisto di una sola moto. Se poi si utilizzava una Honda kit, i costi scendevano ulteriormente: il team Technomag nel 2009 ha speso circa 900.000 euro per 2 RS, mentre per due piloti nel 2010 il budget è salito a 1,5 milioni. Le squadre di vertice quest’anno hanno avuto costi per circa due milioni di euro per due piloti, ovvero gli stessi soldi spesi nella passata stagione.
Già che siamo in tema di soldi, vediamo quanto le squadre percepiscono dall’organizzatore per ogni GP di Moto2: 3.500 euro per i diritti televisivi (premio raddoppiato, quindi 7.000 euro, per le gare extraeuropee); 1.000 euro se il pilota si classifica nei primi cinque in prova, 750 euro tra il sesto e il decimo posto, 500 euro tra l’undicesimo e il quindicesimo (sempre raddoppiati per le gare extraeuropee); 2.000 euro per il primo posto in gara, 1.950 euro per il secondo e via a scalare di 50 euro fino ai 1.300 euro del 15esimo classificato (sempre da moltiplicare per due per i GP fuori Europa). Ci sono anche dei rimborsi sul peso delle casse spedite nei GP extraeuropei: dal primo all’ottavo posto in classifica vengono abbonati 1.000 kg, dal nono al 16esimo 750 kg, dal 17esimo al 42esimo 600 kg.
Ecco quindi che, conti alla mano, la Moto2 non costa meno della 250. I fautori della nuova categoria, affermano però che, mentre nella 250 il materiale doveva essere riconsegnato a fine stagione all’Aprilia (il costo era per il leasing, non per l’acquisto), adesso è tutto di proprietà del team: quindi nel 2011, perlomeno teoricamente, i costi potrebbero scendere. Ma quante squadre continueranno con la stessa ciclistica del 2010? Praticamente nessuna! E’ vero che si può provare a rivendere la ciclistica alle squadre dei vari campionati nazionali, ma i ricavi saranno comunque bassi.

SPETTACOLO

Questo è uno dei cavalli di battaglia: “La Moto2 è una classe spettacolare, altro che la 250” si è detto e scritto da più parti. Anche qui non sono d’accordo: la spettacolarità della nuova categoria è scaturita soprattutto ai tanti incidenti, perché far partire così tanti piloti insieme, oltre tutto a parità di motore, è un’autentica follia. Di gare veramente eccitanti dal primo all’ultimo giro ne ricordo non più di quattro, esattamente come ai tempi della 250. E se si va indietro con la memoria, quando in pista c’erano Luca Cadalora, Loris Reggiani, e, più avanti, Loris Capirossi, Max Biaggi, Valentino Rossi (tanto per citare solo i piloti italiani), la quarto di litro regalava emozioni e adrenalina quasi ogni domenica.
Qualcuno fa notare, però, che la Moto2 ha portato a un rimescolamento dei valori in campo, permettendo a piloti prima sconosciuti, o quasi, di emergere. In effetti, qualche nome nuovo è saltato fuori, ma alla fine, se si guarda la classifica, davanti ci sono sempre stati i soliti nomi, a parte qualche eccezione. E’ vero che nel 2010 ci sono stati ben nove vincitori differenti, contro i cinque del 2009, ma non bisogna dimenticare che i partenti erano 41 contro 24. Questo significa che, percentualmente, non c’è stata sostanzialmente differente: nel 2010 ha conquistato almeno un GP il 21,95% degli iscritti, nel 2009 il 20,83%!

LIVELLO TECNICO

Qui, invece, tutti sono d’accordo: il livello tecnico della Moto2 è nettamente inferiore a quello della 250, a tutto svantaggio della formazione del pilota. Non poter scegliere nemmeno i rapporti del cambio è un limite grandissimo e difficilmente chi esce dalla Moto2 è pronto per la MotoGP. E’ vero che, fra dieci anni, tutti i protagonisti arriveranno da questo campionato, ma è avvilente che per prepararsi alla MotoGP si debba passare da una categoria con motore monomarca, oltretutto con meno cavalli di una SuperSport.
Coraggio, il peggio deve ancora arrivare: la Moto3, che nel 2012 sostituirà la 125, potrebbe essere ancora più mediocre.
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