Moto3, dal 2015 limite ai prezzi

Moto3, dal 2015 limite ai prezzi
Le variazioni ai regolamenti tecnico e sportivo della MotoGP emanate ieri comprendono un limite di prezzo per la minima categoria. Cambiano anche le norme relative alle partenze, ai reclami, alla misurazione della temperatura carburante
17 dicembre 2013

Punti chiave

 La Moto3, categoria nata con l'intento - o la scusa, a seconda di come la vogliate vedere - di limitare i costi e livellare le prestazioni nella minima cilindrata, non ha avuto l'evoluzione sperata. Se Honda, principale sponsor del nuovo regolamento, ha proposto a tutti con la NSF250R la sua interpretazione di una moto clienti, ovvero poco costosa, parzialmente compatibile con la precedente 125 - si potevano riutilizzare telai, cambi e diversi altri ricambi della precedente RS a due tempi, in maniera da consentire risparmi rilevanti ai team meno facoltosi - e relativamente longeva grazie ad un propulsore non spremuto al massimo, KTM ha invece preso il posto occupato con il vecchio regolamento da Aprilia. Quello della mattatrice della categoria, autrice di moto private velocissime ed ufficiali imprendibili capaci di monopolizzare i podi della minima categoria.

 

La cosa non è andata giù ai vertici di HRC. Shuhei Nakamoto, capo del reparto corse giapponese nonché grande stratega tanto nei fatti quanto nell'uso della dialettica, non si è fatto pregare per dare una propria interpretazione della situazione attuale della Moto3, accusando i rivali austriaci di aver snaturato un regolamento nato per permettere a tutti di competere ad armi pari e con poca spesa. La risposta Honda non si è fatta attendere, sotto forma di una moto ufficiale nettamente più prestante, almeno sulla carta, e di una modifica al regolamento tecnico dietro alla quale è facile intuire la longa manus dell'emanazione Racing della Casa di Tokyo.

 

Il nuovo regolamento, che entrerà in vigore con la stagione 2015, inserisce un price cap - un tetto alla spesa - per i rolling chassis (ovvero le ciclistiche tutto compreso, in pratica una moto priva del solo propulsore, nonché di gestione elettronica e transponder) fissato ad 85.000 euro e comprensivo di tutti gli sviluppi della stagione, mentre il pacchetto di sei motori, quantità minima che ogni costruttore si impegna a fornire ai singoli team, potrà costare un massimo di 60.000 euro. Il totale di 145.000 euro può non comprendere il cambio (1.500 euro al massimo) che verrà reso disponibile ai team nelle quantità da loro richieste.

 

I 146.500 euro richiesti, passibili di ulteriore aumento a causa del peso finanziario della gestione elettronica, potrebbero sembrare una cifra esagerata ma sono meno della metà del prezzo di una KTM RC250R. La manovra dovrebbe offrire un po' di respiro ai team meno ricchi, anche se non è difficile immaginarsi come la fornitura di optional in termini di sospensioni e freni possano far lievitare la quotazione in maniera sensibile. Sarà molto interessante capire se la manovra porterà realmente all'atteso livellamento delle prestazioni.

 

Cambiano anche le altre classi

Piccole variazioni - o precisazioni - anche per quanto riguarda il regolamento della MotoGP; iniziamo dal termine del 28 febbraio per indicare per ciascun pilota e moto iscritti la partecipazione alla categoria Factory oppure Open all'interno della massima categoria.

 

Ripercussioni su tutte le categorie invece per le norme sportive che regolano le penalizzazioni: a partire dalla prossima stagione i punti di penalità assegnati a ciascun pilota avranno una durata di 365 giorni solari, e non decadranno automaticamente entro la fine della stagione. Per capirci, se il regolamento fosse ancora in vigore, il punto affibbiato a Marc Marquez in occasione del Gran Premio di Aragon resterebbe sulla sua licenza fino al 29 settembre 2014.

 

Cambia anche la normativa in merito alle gare interrotte a cui viene data una seconda partenza: fino ad oggi era irregolare effettuare più di due partenze - i meno giovani ricorderanno le polemiche seguite al Gran Premio del Belgio 1989, quando la terza frazione di gara (irregolare) venne appunto annullata togliendo una meritata vittoria a Wayne Rainey (che avrebbe potuto cambiare l'esito finale del Mondiale) e "cancellando" di fatto le cadute di Kevin Schwantz e John Kocinski.

Riconoscendo come in determinate condizioni sia auspicabile interrompere una seconda volta la gara, il regolamento ora permette per Moto2 e Moto3 una terza partenza se la gara viene interrotta con bandiera rossa entro cinque giri dalla seconda partenza, riservandosi di definire i dettagli in merito a lunghezze delle gare interrotte e relativi punteggi in sede di regolamento definitivo, da pubblicarsi a breve.

Fa eccezione anche in questo caso la MotoGP, per la quale la Federazione lascia a completa discrezione della Direzione Gara la possibilità di effettuare ulteriori partenze (anche oltre le tre) sulla base della situazione contingente.

 

Modifiche di secondo piano per la gestione dei reclami (il tempo limite per la segnalazione del reclamo passa da un'ora a trenta minuti dalla pubblicazione dei risultati, con obbligo di conferma per iscritto o di abbandono del reclamo entro un'ora) e le wild card, che ora potranno rinunciare alla propria iscrizione anche dopo che questa è stata accettata.

 

Cambia infine anche la procedura di rilevazione della temperatura carburante in MotoGP, una norma entrata in vigore con l'introduzione del limite dei 21 litri nel 2007, e cambiata in corso di stagione quando qualcuno venne colto in flagrante a sfruttare un circuito di recupero per compensare l'espansione del carburante a seguito del riscaldamento in griglia di partenza. A seguito dei cambiamenti introdotti i rilevamenti verranno effettuati attraverso un contenitore standard che verrà messo a disposizione dalla federazione stessa.

 

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