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ARAGÓN – Il giocattolo si è rotto. La Ducati che volava in Qatar, ad Austin, in Argentina, ma anche al Mugello sembra appartenere a un’altra stagione, addirittura a un’altra epoca. Eppure erano solo quattro mesi fa quando nel GP d’Italia si celebrava la pole position di Andrea Iannone, il terzo posto di Andrea Dovizioso, il sesto del collaudatore Michele Pirro, con Iannone secondo in gara e Dovizioso fermato solo da un problema tecnico. La vittoria – obiettivo dichiarato di inizio stagione – sembrava ormai a portata di mano, ma dopo il GP d’Italia la Ducati e i suoi piloti sono andati in crisi, incapaci di ripetere prestazioni che all’inizio dell’anno arrivavano facilmente e con continuità. Dopo sei GP per certi versi addirittura esaltanti, ecco quindi sei gare deprimenti, con l’eccezione di Silverstone, con due Ducati sul podio (Petrucci e Dovizioso), ma solo grazie alla pioggia e non a meriti tecnici. Un confronto deprimente anche con la tanto vituperata GP14.2, perlomeno sulla pista di Aragon, perlomeno fino adesso: nel 2014, al termine delle FP2, Dovizioso era primo in 1’48”285, Iannone era quarto in 1’48”747, mentre oggi, con la tanto attesa GP15, sono rispettivamente ottavo in 1’48”575 a 1”058 da Lorenzo e nono in 1’48”615 a 1”098, con Danilo Petrucci (con la GP14.2) decimo, staccato di appena 0”214 da Iannone.
Insomma, un mezzo disastro e la situazione all’interno del box comincia a diventare delicata, il nervosismo affiora, in un continuo rimbalzarsi di colpe: i piloti stanno perdendo fiducia nella moto, i tecnici cominciano a mettere in dubbio i due Andrea. Per il momento, nessuno fa polemica, ma basta stare davanti al box Ducati per capire che il clima è tutt’altro che idilliaco, che i sorrisi di inizio anno sono stati sostituiti da tensione e inquietudine. Di chi è la colpa? Proviamo ad analizzare più nel dettaglio. «Abbiamo problemi al massimo angolo di piega» ripetono da parecchio tempo Dovizioso e Iannone, che oggi ha aggiunto. «Sono un po’ sfiduciato: lavoriamo in tutti i modi, ma il problema non si risolve. Ci sono modifiche che in teoria dovrebbero portare dei miglioramenti: a volte è effettivamente così, altre, come oggi, non cambiano nulla».
Secondo i piloti, però, non si è fatto abbastanza per migliorare la GP15 sotto questo aspetto, lavorando solo sul motore – la potenza è aumentata dall’inizio dell’anno e la Ducati è sempre la più veloce -, ma non sulla ciclistica. Di conseguenza, Dovizioso e Iannone hanno perso un po’ di stimoli, di entusiasmo, credono meno nel progetto, non vedono i miglioramenti sperati. Sintomatico un episodio successo oggi: Davide Tardozzi, team manager, ha dichiarato ai microfoni di SKY: «Stiamo utilizzando una nuova elettronica, la stessa portata al debutto a Misano dal collaudatore Michele Pirro». Dichiarazione poi smentita dai piloti. Iannone: «Davvero? Non lo sapevo» ha ironizzato. Dovizioso: «Non c’è niente di nuovo sull’elettronica: stanno cercando di seguire le mie richieste, ma non è facile, non ci stiamo ancora riuscendo al 100%», ha spiegato. E’ chiaro, però, che tra squadra e piloti non c’è più la sintonia di inizio stagione.
La conseguenza più ovvia è la perdita di stimoli dei piloti: se vedi che più di tanto la moto non va, che i risultati di inizio stagione non sono più ripetibili, non spingi più come prima per fare la differenza, guidando sopra i limiti della moto. Dall’altra parte, però, i due piloti non sono più giustificabili quando prendono paga dal collaudatore Michele Pirro, come è successo a Misano in qualifica. Michele, che è un bravissimo pilota, rimane pur sempre un collaudatore e non dovrebbe mai arrivare davanti ai due compagni di squadra ufficiali, neppure per un giro. D’accordo, Pirro si è presentato a Misano con tutt’altra carica, altri stimoli, una voglia pazzesca di dimostrare il suo valore e ha sfruttato al meglio l’occasione, ma due piloti bravi e veloci come Dovizioso e Iannone non possono permettersi di arrivargli dietro, neppure se completamente demotivati. In gara, poi, i due hanno solo pensato a “marcarsi”, ignorando completamente le indicazioni del box, sprecando un'occasione importante per cogliere un risultato prestigioso. Risultato: ancora una volta, come era già successo a Silverstone, sono arrivati dietro a Petrucci. Anche questo non deve succedere.
Uscire da questa situazione non sarà facile: per farlo, c’è bisogno del contributo di tutti, ingegneri e piloti. Così non si va da nessuna parte e il sogno di conquistare almeno un successo nel 2015 sembra rimanere tale.