MotoGP 2015. GP di Brno, Rossi: “Qui ho capito di poter diventare un pilota”

MotoGP 2015. GP di Brno, Rossi: “Qui ho capito di poter diventare un pilota”
Valentino ricorda il primo successo iridato del 1996 e spiega perché, al di là delle sette vittorie conquistate a Brno, teme questa pista. “Manca grip e Marquez, Lorenzo e Pedrosa vanno fortissimo. Bisogna cambiare approccio, fin dalle FP1”
13 agosto 2015

Brno – Per Valentino Rossi, Brno significa: prima pole della carriera (1996, 125); primo successo iridato (1996, 125); primo titolo (1997, 125); sette vittorie (1 in 125, 1 in 250, 5 in 500/MotoGP, compresa quella del 2001, quando piegò Biaggi e che, di fatto, valse il titolo della 500); nove podi in 15 GP disputati in 500/MotoGP. Insomma: impressionante. Eppure, Valentino teme questa gara.

«Diciamo che tra i tre GP che si disputano ad agosto (a fine mese si correrà a Silverstone, nda), questo è quello a me più favorevole, ma su questa pista non vinco dal 2009 e negli ultimi anni non sono mai stato particolarmente veloce. Sarebbe comunque importante fare un buon risultato, ma cosa significa? Vincere? Non è certo facile, perché loro tre (Marquez, Lorenzo e Pedrosa, nda) vanno fortissimo. Questa è una pista fantastica, con una grande atmosfera, ma non è una di quelle dove mi sento più a mio agio: il problema principale è la mancanza di grip. Sicuramente, dovremo partire meglio rispetto a Indy, essere più competitivi in qualifica, perché non si può rimontare dalla terza fila contro piloti tanto efficaci fin dalla prima curva».

 

- Per vincere il titolo conterà più la velocità o la costanza?

«Entrambe. E’ fondamentale non fare errori, ma bisogna anche provare a vincere».

 

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- Che ricordi hai della vittoria del 1996?

«Anche se è passato tanto tempo, ci sono gare che non dimentichi mai. Arrivavo da una buona gara, in Austria avevo conquistato il primo podio, ma qui ottenni la prima pole e il primo successo iridato: uno spartiacque, ti rendi conto di poter diventare veramente un pilota professionista».

 

- E’ cresciuta la Yamaha rispetto all’inizio dell’anno?

«Sì. Innanzitutto abbiamo imparato a conoscere e a sfruttare meglio il cambio “seamless” anche in scalata, arrivato solo nei test in Malesia. Inoltre, il nuovo telaio utilizzato a partire dal GP d’Olanda ha reso la M1 più competitiva. Questa è una pista teoricamente favorevole alla Yamaha: sarà fondamentale capire subito nel primo turno se sarà meglio fare un assetto più simile a quello di domenica di Indy, o, viceversa, seguire la strada dei precedenti GP».