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SCARPERIA – Difficile mantenere la calma: i risultati delle prime gare, i test super positivi effettuati qui due settimane fa, il probabile debutto di un “super motore” fanno salire l’entusiasmo alle stelle. Andrea Dovizioso, come al solito, prova a fare il pompiere.
«Sicuramente è un GP speciale per i piloti italiani e lo è particolarmente per noi della Ducati. L’obiettivo è salire sul podio, che avrebbe un sapore differente dai podi già ottenuti: questa è una pista tosta, specie in gara, bisogna lavorare bene durante le prove. Il giorno e mezzo di test effettuato ci dà una buona base di partenza, così come ce l’avevamo in Francia, ma a Le Mans abbiamo visto che non basta per giocarsi la vittoria. Siamo vicini, ma rispetto alla Yamaha difettiamo un po’ di grip e di alcune finiture che fanno la differenza».
Cambieresti la tua moto con un’altra?
«No, non la cambierei. Il feeling con la GP15 è molto buono, stiamo andando forte, ci sono pro e contro come in tutte le moto. La Yamaha, fino adesso, sembra quella più bilanciata, ma a noi manca davvero poco. E qui, con questo rettilineo così lungo, potremmo sfruttare la nostra potenza».
Con un super motore nuovo?
«Nessun super motore».
Ma come, l’ha detto anche l’amministratore delegato Claudio Domenicali…
«Ci sarà qualcosa che potrà migliorare la velocità massima, ma non bisogna esagerare: la staccata della San Donato (la prima curva, NDA) sta diventando critica. Quando si scollina dopo la piega a sinistra si comincia a pensare alla velocità, è l’unico punto in tutto il mondiale dove succede».
Lo sai che le aspettative sono alte?
«Sì, ma più all’esterno che dentro al box Ducati. E’ bello che ci siano, vuol dire che stiamo facendo bene e che credono in noi, ma non dimentichiamo quanto successo a Le Mans: abbiamo fatto gare molto convincenti, ma non siamo ancora a posto per vincere. Sarà un fine settimana stressante, anche a livello di impegni extra corsa, non facile da gestire: ma ho quasi 30 anni, ce la posso fare…».
Quanto ti manca una vittoria?
«So perfettamente che vincere è un’altra cosa, ma non dipende solo da te, ci sono solo gli avversari. La nostra moto è molto giovane, ci sta avere dei problemi: a livello personale sono tranquillo e sereno, ho gestito bene le prime gare, senza ansia o paura».
Cosa pensi di Marquez e della Honda?
«Non credo che Marquez sia in crisi, ma durante l’inverno deve essere successo qualcosa di grande. Ma non è solo una questione di moto, ci sono altri fattori: già da metà 2014, la Yamaha sembrava molto competitiva, forse superiore alla Honda ed è ulteriormente migliorata quest’anno. Lorenzo, poi, è più in forma e Rossi è più pronto e consapevole: grazie anche alla determinazione dei due piloti, la differenza è aumentata. La Honda non è a posto, come confermano i risultati degli altri piloti: se si toglie Marquez, in questo momento è in difficoltà».
«Purtroppo non sono ancora a posto fisicamente e la scoperta della piccola frattura alla testa dell’omero non aiuta. Ma, come a Le Mans, cercherò di non pensarci più di tanto e pensare a sfruttare quello che ho a disposizione. Credo di poter stare meglio rispetto alla Francia, dove però soffrivo particolarmente nei cambi di direzione: bisogna verificare qui la mia tenuta nelle varianti, più veloci e impegnative di quelle di Le Mans».