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SCARPERIA – Andrea Iannone è incontenibile. «E’ un podio che vale tantissimo, più di tutte le vittorie passate, perché non era scontato conquistarlo nelle mie condizioni fisiche. Nei dati si vede bene che perdo tanto rispetto a Dovizioso nei cambi di direzione, ma grazie all’aiuto della Clinica Mobile e del fisioterapista, ho conquistato un secondo posto incredibile per mille motivi: perché è il mio miglior risultato in MotoGP, perché al Mugello sono il primo italiano al traguardo, con la Ducati, davanti a un pubblico unico per calore e passione».
Andrea, iniziamo dal via, quando è sembrato che ti fossi mosso con leggero anticipo: cosa è successo?
«Nel warm up avevo avuto un problema con la frizione, così in partenza ho tenuto tirato il freno per evitare slittamenti in avanti: la forcella si è abbassata e la moto si è mossa».
Ripercorriamo la gara.
«Bisognava essere psicologicamente forti per poter gestire la situazione, ma ho lavorato ininterrottamente per avere maggiore forza e tonicità. Non sono partito molto bene e mi sono sorpreso che dopo tre giri Marquez avesse già rimontato dalla quinta fila. Ho provato a superarlo, ma non ce l’ho fatta: lui e Jorge spingevano di più, ma io ho visto che il grip, sia sull’anteriore sia sul posteriore era veramente basso. Così ho deciso di intervenire elettronicamente, inserendo la mappa meno potente, teoricamente quella di fine GP, per gestire e controllare meglio le gomme. Ho conservato energie anche per la mia spalla: questa tattica conservativa è stata vincente. Ovviamente, senza la mia squadra, senza tutta la Ducati, senza tutto il supporto di questo pubblico infuocato, sarebbe stato difficile trovare le energie giuste per ottenere questo risultato. E’ fondamentale avere un gruppo così forte».
Nelle tue condizioni, cosa ha fatto la differenza?
«La testa. Sapevo già prima di arrivare qui che sarebbe stata una gara difficile, per certi versi ancora più impegnativa di Le Mans, perché qui i cambi di direzione si fanno ad alta velocità. Ci vuole molta forza, ma il lavoro fatto con gli “elastici” in questi tre giorni per rinforzare la muscolatura è stato fondamentale. Ogni giorno è andata meglio e io sono arrivato in gara convinto di poter conquistare un buon risultato».
Nonostante le condizioni fisiche hai ottenuto la prima pole e il miglior risultato in MotoGP: a Barcellona può andare solo meglio?
«Dipende. Dopo Le Mans, per tre giorni sono stato molto male, bisogna capire domani come reagirà la spalla e vedere come starò a Barcellona. Domani non proverò le Michelin, abbiamo deciso di stare a riposo».
Pensi di essere arrivato a livello degli altri?
«E’ la prima volta nella mia carriera che ho una moto ufficiale e un gruppo alle spalle che tira fuori da me il 100%, che mi supporta, che crede in me: è fondamentale questo rapporto per arrivare ai vertici. Senza i ragazzi, senza il team, senza Dall’Igna non sarei mai arrivato a questo livello: mi hanno portato qui e i risultati stanno arrivando».