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SCARPERIA – Un altro podio, il sesto consecutivo, il decimo se si considera anche la passata stagione. Forse, però, è stato il meno esaltante, soprattutto considerando cosa significa per Valentino Rossi il GP d’Italia al Mugello.
«Per come si era messa, può essere considerato un ottimo risultato: sarebbe stato davvero un peccato non salire sul podio con questa atmosfera e con il pubblico che c’era. La realtà è che sono stato in difficoltà per tutto il week end e anche in gara non potevo guidare bene. Nella prima parte della stagione sono stato molto veloce, ma negli ultimi tre GP ho avuto qualche problema e questa, assieme a quella di Jerez, è stata una delle gare più difficili: sono sempre stato dietro, dobbiamo essere più competitivi».
Quali sono stati i tuoi problemi?
«Ero in grande difficoltà nei cambi di direzione, specie con il serbatoio pieno. Poi la situazione è migliorata, ma, in ogni caso, il ritmo è stato basso, inferiore alle aspettative. In più, avevo tanti problemi nelle curve a sinistra, la moto scivolava tantissimo, specie alla Bucine (la curva che immette sul traguardo, n.d.r.): lì perdevo tanto, mi andavano via, mentre ero veloce alla Casanova-Savelli e alle Arrabbiate. Non sono partito male, ma abbiamo fatto un errore di strategia: per contenere il pattinamento della gomma posteriore abbiamo limitato la potenza, ma con le coperture nuove ero lentissimo. Quando ero dietro a Crutchlow, Smith e Pol Espargaro vedevo il gruppo lontano, non pensavo di poter salire sul podio. Poi ho recuperato e mi sono anche divertito: ho passato Pedrosa e Dovizioso, poi è caduto Marquez e ho spinto più forte, sia per provare a prendere Iannone sia per non farmi raggiungere da Pedrosa ed è arrivato un podio importante».
Ritieni che Marquez sia fuori dal mondiale?
«La sua situazione è incredibile, una grande sorpresa, ma stiamo parlandi di Marquez e della Honda: probabilmente hanno qualche problema tecnico di bilanciamento, ma può recuperare da un momento all’altro. E’ chiaro, però, che in questo momento il più in forma è Lorenzo, è lui l’avversario più pericoloso».