MotoGP 2015. Suzuki Aprilia: il confronto è improponibile

MotoGP 2015. Suzuki Aprilia: il confronto è improponibile
Entrambe sono al “debutto” in MotoGP, ma i risultati sono lontani anni luce. Inevitabile, perché la Suzuki lavora a questo progetto da quasi tre anni, l’Aprilia ha appena iniziato. E, soprattutto, dietro alla Casa giapponese ci sono scelte ragionate e oculate
13 giugno 2015

Punti chiave

MONTMELO’ – Aleix Espargaro primo e Maverick Vinales secondo: due Suzuki davanti a tutti in prova come non accadeva dal 1993 a Jerez con Kevin Schwantz e Alex Barros. Ma ai quei tempi la Suzuki era una 500 competitiva – Kevin vinse il titolo quell’anno – e nel mondiale da tanti stagioni, mentre oggi la Casa giapponese è rientrata in MotoGP dopo tre anni di assenza e in un momento storico in cui il livello di Honda, Yamaha e anche Ducati è altissimo.


«E’ una sensazione incredibile – commenta felice Aleix Espargaro, alla sua seconda pole in carriera –: su questo circuito mi sono sempre divertito moltissimo e già da ieri avevo buone sensazioni. Il nuovo motore ci ha dato una mano, non tanto in velocità massima, che rimane lontana rispetto a Honda e Ducati, quanto nell’erogazione: adesso la moto si guida meglio, è più costante. Con la prima gomma soffice sono stato veloce, ma non abbastanza, ma con la seconda ho spinto in maniera pazzesca in ogni curva: è stato un giro fantastico. C’è la possibilità di salire sul podio, ma per riuscirci dovrò usare il cervello, cercare di sfruttare al meglio l’occasione».


Ancora più sorprendente, per certi versi, il secondo posto di Maverick Vinales, al settimo GP nella massima cilindrata.

«Dal primo GP – racconta – abbiamo sempre migliorato e al Mugello abbiamo fatto un bel passo in avanti. So che in gara sarà difficilissimo, perché quando le gomme calano la moto si muove tanto: il mio obiettivo è stare il più possibile con i migliori per imparare il più possibile. Da ragazzino i miei idoli erano Rossi, Lorenzo e Pedrosa: mi sembra impossibile che sono qui, davanti a loro».
 

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SCELTE VINCENTI, NON CASUALI

Un uno-due che ha dell’incredibile, ma che ha alle spalle una base solida e scelte ragionate. Ecco quindi che il confronto con l’altra debuttante di questa stagione – l’Aprilia – diventa avvilente, con la Casa di Noale battuta da quella giapponese sotto tutti i punti di vista, non soltanto dei risultati. Ma cominciamo proprio da questi: Espargaro 1° in 1’40”546, Vinales 2° in 1’40”629, Bautista 20° in 1’42”600 (a 1”412), Melandri 24° in 1’44”345 (a 3”157). La scelta dei piloti è il primo punto, fondamentale: Davide Brivio, un team manager esperto e capace, ha optato per un pilota velocissimo, come Espargaro, capace di sfruttare tutto il potenziale della moto, portandolo al limite – aspetto fondamentale per un tecnico – e su il giovane più promettente della Moto2, capace di sopperire con il talento alla mancanza di esperienza. Al contrario Romano Albesiano, al debutto in MotoGP, ha puntato su un pilota come Alvaro Bautista – che, per inciso, non sta facendo male –, mai troppo efficace in questa categoria e su uno, Marco Melandri, totalmente demotivato, che vorrebbe essere da tutt’altra parte: già la MotoGP è una categoria difficilissima, così diventa quasi impossibile sviluppare la moto con un solo pilota.

STRADE DIFFERENTI

E per il ritorno in pista, Suzuki e Aprilia hanno scelto strade diametralmente opposte: la Casa giapponese ha ritardato di un anno il rientro già previsto per il 2014, quella italiana l’ha anticipato, nonostante nel 2016 cambino i regolamenti e le gomme. Un azzardo che non sta pagando, mentre la scelta prudenziale della Suzuki si sta rivelando vincente, anche grazie all’organizzazione di Brivio, che ha messo insieme una serie di persone esperte e di assoluto valore. Forse non è giusto confrontare le due Case, ma su alcune scelte – anche tecniche: la Suzuki è tornata in pista con una MotoGP al 100%, l’Aprilia con una SBK raffazzonata – è bene meditare.