MotoGP 2016. Le pagelle del GP del Qatar

MotoGP 2016. Le pagelle del GP del Qatar
Giovanni Zamagni
Lorenzo da 10 e lode, Dovizioso 9,5 e Màrquez 9. Un podio di fenomeni. Per Rossi "solo" 7, male la posizione ma bene il distacco. Viñales 6
21 marzo 2016

JORGE LORENZO VOTO 10 E LODE

Il suo è stato un dominio, molto più netto di quanto non dica il distacco al traguardo: il suo successo non è mai stato in discussione. Fuori dalla pista può avere atteggiamenti discutibili, che certamente non entusiasmano le folle, ma quando è sulla moto è un campione straordinario. Avrebbe vinto anche con la Ducati? Chissà. Per togliere i dubbi, sarebbe bello vederlo sulla rossa nella prossima stagione. Dai Jorge, provaci.

 

ANDREA DOVIZIOSO 9,5

Si è presentato a Losail sereno, convinto di poter disputare un’ottima gara, su una pista che lo ha sempre visto protagonista: 6 podi conquistati, dei quali 3 in MotoGP. E’ poco considerato, ma è un ottimo pilota: questo secondo posto è di grande soddisfazione e merito, perché se è vero che la Ducati è imbattibile in rettilineo, in curva e in frenata va guidata con sapienza. Nell’ultimo giro è stato grande, una miscela perfetta di intelligenza e velocità. Sottovalutato.

 

MARC MARQUEZ 9

Se si guarda cosa hanno fatto gli altri piloti Honda, allora meriterebbe anche un voto più alto. Dopo quanto fatto nelle FP4 sembrava il favorito alla vittoria, invece si deve accontentare – tra virgolette – di un terzo posto sofferto, ma comunque di valore: ha guidato bene, la sensazione è che non potesse fare molto di più.

 

VALENTINO ROSSI 7

Il quarto posto è per certi versi deludente, il riscontro cronometrico, però, è positivo, anche nei confronti del compagno di squadra. L’aspetto negativo – al di là della scelta della gomma posteriore – è che, sì, è arrivato lì, a un passo dal podio, ma non è mai stato realmente competitivo, sempre attaccato con le unghie ai suoi rivali. Insomma, ha subito e non ha mai attaccato. Alla vigilia sembrava molto carico, ma ha dovuto arrendersi all’evidenza della superiorità dei rivali. In ogni caso vispo, per dirla con le sue parole.
 

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ANDREA IANNONE 4

Ha perso lucidità sotto gli attacchi del compagno di squadra, del quale sembrava più veloce. Un piccolo errore pagato carissimo: il podio era ampiamente alla sua portata. Occasione sprecata.

 

DANI PEDROSA 5

D’accordo, su questa pista ha sempre patito, non è mai stato competitivo, ma il confronto con il compagno di squadra è stato avvilente, sia in prova sia in gara. Tutto sommato, il quinto posto non è male, ma uno forte come lui, che aveva finito il 2015 da grande protagonista, non può limitarsi a fare il compitino. Conservatore.

 

MAVERICK VIÑALES​ 6

Per certi versi è la delusione del GP: dopo quanto fatto vedere nei test invernali e nelle prove del GP ci si aspettava molto di più, non tanto come posizione, quanto come distacco dal primo. Evidentemente, la Suzuki è ancora lontana da Yamaha, Ducati e Honda. All’inseguimento.
 


POL ESPARGARÓ 5,5

Se non altro, ha battuto il compagno di squadra.

 

BRADLEY SMITH 5

In tutto il fine settimana si è fatto notare per aver firmato un contratto con la KTM MotoGP per il 2017 e il 2018. Se non fosse stato per questo, non avrebbe lasciato traccia sulla storia di questo GP.

 

HECTOR HÈCTOR BARBERÀ 5

E’ tornato nei ranghi dopo che in inverno aveva sparato temponi su temponi. Ma, come dice il Dovi, c’è modo e modo di lavorare nei test.

 

SCOTT REDDING 4

Anche per lui una gara difficile, dopo aver fatto faville nei test.
 


ALEIX ESPARGARÓ 4

I risultati del compagno di squadra lo stanno mandando in tilt.

 

ALVARO BAUTISTA 6

La moto la porta quasi sempre al traguardo, e quasi sempre batte il compagno di squadra (Bradl: voto 4).

 

YAMAHA M1 VOTO 9

Cambiano le gomme, cambia l’elettronica, ma davanti a tutti c’è sempre la M1: perché? Perché la “base” è buona, indipendentemente dagli “accessori” esterni.

 

DUCATI DESMOSEDICIGP VOTO 9

Tutti quelli che pensavano – me compreso – che la GP15 fosse la più veloce in rettilineo solo per i vantaggi regolamentari, deve fare ammenda: anche adesso che litri di benzina, motori ed elettronica sono uguali per tutti, la Ducati va fortissimo, anzi ancora più forte dell’anno scorso. Sulla distanza, si è visto qualche problema in frenata e in percorrenza, ma Dall’Igna e i suoi ingegneri hanno fatto un grandissimo lavoro.
 


HONDA RC213V VOTO 8,5

Il dubbio che sia stato Màrquez a fare la differenza è grande, ma in HRC sono comunque stati bravi a risolvere il grosso dei problemi dopo un inverno particolarmente difficile. Sembra un po’ più difficile delle rivali da mettere a punto.

 

SUZUKI GSX-RR VOTO 6

Sul giro singolo ha poco da invidiare alle rivali: la potenza è cresciuta, le prestazioni adesso sono in linea con quelle di Honda e Yamaha (la Ducati fa un altro sport…), la guidabilità è rimasta buona. Ma sulla distanza, evidentemente, un po’ qua, un po’ là, c’è ancora molto da lavorare.

 

APRILIA RS-GP VOTO 6

Sufficienza di incoraggiamento: siamo veramente all’inizio di un percorso lunghissimo. Ma già essere arrivata al traguardo (e a punti) è un successo: non era affatto scontato riuscirci.