MotoGP 2016. Lorenzo: "Sarebbe stata dura battere Rossi"

MotoGP 2016. Lorenzo: "Sarebbe stata dura battere Rossi"
Jorge riconosce di essere stato “fortunato due volte: “Io ho rotto il motore nel warm up, lui in gara: aveva un gran passo. E la Honda va meno in rettilineo”, ma, giustamente, sottolinea anche i suoi meriti: “Spero di aver convinto anche chi dice che so vincere in un solo modo”
22 maggio 2016

SCARPERIA Se uno non ha visto la gara e si affida solo al “lap chart”, il foglio che indica, giro per giro, le posizioni di ciascun pilota, commenterà: “Ecco, la solita vittoria di Jorge Lorenzo, in testa dalla prima all’ultima curva”. Niente di più sbagliato: Lorenzo, effettivamente, è transitato sul traguardo sempre in prima posizione, ma nei 5245 metri che bisogna percorre fino a quello successivo è accaduto di tutto, tanto che Lorenzo all’uscita dell’ultima curva era ancora in seconda posizione. Poi… «…poi devo ringraziare il motore della mia Yamaha, o meglio, quello della Honda: se avessi avuto davanti a me una Ducati o anche una Suzuki non avrei mai vinto» ammette onestamente Jorge, autore comunque di una prestazione da applausi: il suo successo è senz’altro meritato, anche se l’avversario più pericoloso – Valentino Rossi – è stato costretto al ritiro per problemi tecnici.


«Sicuramente è una delle vittorie più belle della mia carriera, simile a quella contro Marquez a Silverstone nel 2013, che ritengo la mia migliore in MotoGP. Qualcuno dice e pensa che so vincere solo partendo dalla pole e se ho il ritmo migliore: oggi ho dimostrato che non è così, spero di aver convinto gli scettici nei miei confronti. La realtà è che io sono capace di partire bene e spingere subito fortissimo e cerco di sfruttare questa mia qualità: ecco perché ultimamente ho sempre trionfato stando in testa dall’inizio alla fine. Ma ci si dimentica che in passato scattavo malissimo al via, dovevo recuperare un sacco di posizioni».


Ripercorriamo la gara.

«Nel warm up siamo riusciti a migliorare molto la moto, ma non mi sentivo perfettamente a mio agio a centro curva, lo sterzo tendeva a chiudersi continuamente. Ho cercato di prendere un po’ di vantaggio, ma non ci sono uscito: ho fatto un grande sforzo, ho consumato parecchia energia e alla fine ero piuttosto stanco. All’ultimo giro mi sono ricordato di quanto avevo fatto con De Angelis nel 2005, quando lo sorpresi passandolo nel cambio di direzione dell’ultima variante (“Biondetti”, NDA) e ho pensato di fare lo stesso con Marquez. Ci ho provato, ho dato tutto il gas che potevo, sono finito un po’ largo e Marquez ha potuto ripassarmi. Per un attimo ho pensato di riprovarci all’ultima staccata, ma se avessi mollato i freni saremmo caduti entrambi: mi sono messo in scia e sono riuscito a passarlo sul traguardo».


E’ preoccupato per le due rotture dei motori, uno tuo nel warm up e uno di Rossi in gara?

«Certamente: bisogna capire cosa sta succedendo. Io sono stato fortunato: nel warm up, sarebbe bastato che io facessi un giro in meno e anche il mio quattro cilindri si sarebbe rotto in gara. Rossi, al contrario, è stato sfortunato: mi ha detto Wilco (Zeelemberg, l’ex pilota che lo segue in pista, NDA) che Valentino oggi era messo molto bene, sarebbe stato difficile batterlo».


Il pubblico ti ha fischiato fin da venerdì: è stato questo a darti un’ulteriore carica?

«Qui fischiano me e Marquez. L’appoggio, naturalmente, è tutto per Rossi, ma anche per Iannone e adesso anche per Vinales…».


Non rinuncia a una frecciatina al compagno di squadra, a quanto successo in qualifica con Rossi che ha fatto il tempo dietro a Vinales: a differenza del solito, però, lo fa con classe e ironia. Anche in questo, è un Lorenzo inedito.

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