MotoGP 2016. Qatar GP. Rossi: "Battuti, ma vispi"

MotoGP 2016. Qatar GP. Rossi: "Battuti, ma vispi"
Valentino non è soddisfatto del 4° posto, ma non è nemmeno troppo negativo: “Mi è mancato il guizzo: ero lì, ma non ne avevo per provare ad attaccare”. Colpa, forse, della gomma dura posteriore. “Mi piacerebbe rifare subito la gara con la morbida: con il senno di poi sembra fosse la soluzione giusta”
20 marzo 2016

LOSAIL Valentino Rossi sintetizza così la sua gara: «Battuti, ma vispi». Ha ragione: il risultato è certamente al di sotto delle aspettative, per certi versi anche deludente, ma il riscontro cronometrico è decisamente meno negativo del quarto posto ottenuto, perché Valentino è arrivato a 0”100 dal terzo di Marquez e e a 0”368 dal secondo di Dovizioso. E anche Jorge Lorenzo, che pure ha dominato facendo uno strepitoso 1’54”927 al 20esimo giro, nuovo record della pista di Losail, non è poi così lontano: 2”387. Ecco quindi, che «Battuti, ma vispi» è lo specchio reale della gara del pilota della Yamaha.


«Da una parte mi spiace perché mi sarebbe piaciuto salire sul podio, ma meglio arrivare quarto a 2” dal primo e attaccato al secondo e al terzo, che terzo a 10 secondi. Il senso è che mi hanno battuto, ma ci siamo: è un aspetto importante. E’ stata dura: sono riuscito a rimanere attaccato, ma non avevo il guizzo, non c’era nessun pezzo della pista, una staccata dove potevo essere più efficace degli altri. Non è che ne avevo e non ce l’ho fatta, semplicemente mi mancava un po’ di velocità. Quindi, c’è da lavorare. Bisogna capire cosa avrei potuto fare con la gomma morbida posteriore (montata da Lorenzo e Dovizioso, NDA): sulla carta sembra che abbia avuto un rendimento migliore. Però non si sa mai: magari mettevo la morbida e andavo anche peggio. E’ chiaro che sarebbe meglio aver sbagliato la scelta, perché se non è così significa che dobbiamo lavorare ancora sulla moto».


Hai mai pensato di attaccare Marquez, che è andato largo in un paio di occasioni?

«Ho cercato di stare in scia per vedere cosa succedeva tra Marquez e Dovizioso, ma, sinceramente, non ho mai avuto la possibilità di attaccarlo, proprio perché non c’erano dei punti dove facevo la differenza. Ho cercato di stare più vicino possibile, ma non potevo fare di più».


Al di là del risultato, le sensazioni sono molto differenti dall’anno scorso?

«Nel 2015 era stata una gara fantastica, ma era stato un po’ come tirare fuori il coniglio dal cilindro. Quest’anno è stata più solida, fin dalle prove, ma è chiaro che mi sentivo meglio l’anno scorso».


Per l’Argentina cosa ti aspetti?

«Boh, è difficile da dire. L’anno scorso era stata una gara incredibile (Rossi vinse, Marquez cadde dietro di lui e lì iniziarono le diatribe tra i due, n.d.r.), ma adesso non si possono fare previsioni. Dobbiamo continuare a lavorare e provare sempre a stare lì».


Come li hai visti gli altri piloti?

«I piloti che erano davanti erano quelli che si pensava stessero lì dopo le prove, è mancato solo Vinales e Iannone è scivolato. Ma lo si sapeva già che Lorenzo, Marquez e Dovizioso sono forti: speravo che la Ducati nella seconda parte di gara rallentasse un pochino, invece Dovizioso ha fatto una gran gara, è andato forte fino alla fine. Marquez ha fatto un po’ più fatica rispetto alle prove, ma i valori sono quelli: sarebbe bello rifare la gara tra un’ora e riprovare con la morbida. Il risultato, naturalmente, non mi rende felice, perché non sono salito sul podio, ma siamo rimasti lì. Dobbiamo solo lavorare».


Lorenzo sul podio ha fatto il segno di stare zitti e ha detto “la pista vale più di mille parole”…

«Era per me? No dai, non credo che fosse per me…».

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