MotoGP 2016. Rossi e Lorenzo contro tutti

MotoGP 2016. Rossi e Lorenzo contro tutti
A fine qualifiche scoppia la polemica: i piloti Yamaha non accettano il cambio di percorso, in particolare alla curva 10. Ma venerdì non sono andati alla Safety Commission: possono prendersela solo con se stessi. P.Espargaro: “Dicono cazzate”
4 giugno 2016

MONTMELO’ A fine qualifiche, scoppia la polemica. Dura, inaspettata, difficilmente comprensibile. La modifica del circuito, decisa da Dorna, Irta, Fim, assieme ai responsabili della sicurezza e ai 10 piloti presenti nella Safety Commission di venerdì (Marquez, Iannone, Dovizioso, P.Espargaro, A.Espagaro, Miller, Bautista, Rabat, Crutchlow e Smith) ha indispettito Jorge Lorenzo e Valentino Rossi: la Yamaha, sembra la più penalizzata dalla nuova curva 10 e dalla variante inserita alla 12, quella che viene percorsa abitualmente dalla F.1. Così, il punto forte della M1, è diventato il punto debole. Lorenzo non ci sta. «Quello che conta è che Luis Salom non c’è più, tutto il resto è secondario. Non capisco, però, perché non sono stato avvertito che il circuito veniva modificato: sono il campione del mondo, credo di avere voce in capitolo», dice stizzito. Ma la Safety Commission esiste dal 2003 (l’ha creata Rossi assieme a Capirossi), Lorenzo sapeva perfettamente che i piloti si sarebbero riuniti. E, sinceramente, dopo la morte di Salom, risulta difficile capire perché Lorenzo non abbia partecipato.

«Non sapevo che sarebbero andati in pista e che sarebbe stato modificato il tracciato: se l’avessi saputo, sicuramente avrei partecipato. Capisco modificare la curva numero 12, che andava cambiata molto tempo prima, perché lì c’è poco spazio, ma alla 10 non c’era nessun problema di sicurezza». In realtà, si era già parlato in passato di quel punto, tanto che due anni fa era stato organizzato un test dopo il GP proprio per provare quella curva anticipata, quella che fa solitamente la F.1 e che da oggi fa anche la MotoGP. Insomma, evidentemente, sicura sicura non lo è.

 

ROSSI: “A FAVORE DI QUALCUNO”

Per una volta, Rossi è d’accordo con il compagno di squadra: «La 10 non andava modificata, non c’è alcun problema di sicurezza». Ma se nella conferenza stampa con i giornalisti Valentino è impeccabile nella sua analisi - «Sapevo perfettamente della Safety Commission, ma non ci sono potuto andare perché avevo degli impegni (in realtà, Rossi ha deciso di non partecipare più dopo i fatti del 2015, NDA) e quindi devo accettare le decisioni che sono state prese, anche se così noi siamo molto penalizzati» -, lo è molto meno ai microfoni di SKY. «Chi ha deciso di fare quella modifica è perché pensava fosse meglio per la sua moto» dichiara ironico, con chiaro riferimento a Marquez. Una presa di posizione questa volta poco condivisibile, che provoca la reazione piccata di Pol Espargaro. «Lorenzo e Rossi dicono cazzate: qui c’è in ballo la sicurezza dei piloti, non un vantaggio per questa o quella moto». Andrea Dovizioso, spiega come è andata, come sempre con pacatezza, ma grande lucidità. «La Safety Commission esiste per migliorare la sicurezza e negli ultimi dieci anni sono stati fatti grandi passi in avanti, anche se il circuito sicuro al 100% non potrà mai esistere. Ci sono certi piloti che una volta venivano, ma che adesso non partecipano più (il riferimento è a Rossi, NDA) per motivi personali che possono anche essere condivisibili. Ma ieri bisognava lasciare da parte gli attriti e venire. Sono stato io a spingere per andare in pista a vedere la situazione e lì ci siamo resi conto che era giusto fare entrambe le modifiche. Certo, se all’esterno della curva 12 ci fosse stata della ghiaia invece dell’asfalto, forse sarebbe andata diversamente, ma purtroppo, non si può prevedere tutto».

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