MotoGP 2017. Dovizioso: "Giusto accontentarsi. Perlomeno spero..."

MotoGP 2017. Dovizioso: "Giusto accontentarsi. Perlomeno spero..."
Andrea non troppo soddisfatto dopo un podio comunque importante. «Sono un po’ arrabbiato, non eravamo a posto per la gara. Marquez e Petrucci ne avevano di più, io ho fatto elastico per tutta la gara, sarebbe stato troppo rischioso forzare di più. Sono pronto per gli ultimi 5 GP: ogni dettaglio, farà la differenza»
10 settembre 2017

MISANO ADRIATICO – Anche ad Andrea Dovizioso, come a Danilo Petrucci, si legge la delusione in faccia. Eppure, anche Andrea, porta a casa un podio importante, anche se in un solo GP ha perso tutto il vantaggio che aveva in classifica generale.

«Sono un po' arrabbiato ma in modo positivo nel senso che non eravamo a posto per la gara. Secondo me potevamo essere un po' più competitivi e non ce l’abbiamo fatta ad arrivare al meglio come a volte c’è capitato quest’anno con l’acqua. Appena sono partito, ho capito di non avere un gran ritmo, ma mi sono messo in una posizione giusta e ho cercato di capire il più possibile se potevo stare dietro a Marquez e Danilo, dove potevo migliorare, ma non sono riuscito a trovare il modo per essere più efficace nei punti dove perdevo molto. Guadagnavo solo in tre curve in tutta la pista, il grip era disastroso. In questo campionato, in cui gli zeri fanno la differenza, secondo me non potevo prendere grandi rischi: ho pensato al podio, credo, spero sia stata la decisione giusta,. Mi dispiace aver mollato negli ultimi giri, ma non aveva senso rischiare. La cosa più importante è tornare a casa con 16 punti. Danilo è stato bravissimo in gara, Marquez ancora di più. Se uno analizza il risultato di questo weekend dobbiamo essere contentissimi; poi, però, quando la gara finisce un po' di delusione c’è perché speravo di essere messo meglio: non abbiamo avuto il tempo per metterci a posto».

 

Se avesse piovuto tutta la gara?

«Non cambiava tanto, tanta acqua o poca acqua non ero comunque competitivo come loro».

 

Sei a pari punti con Marc, come ti senti per Aragon?

«Aragon è una delle piste dove lui fa la differenza, ma questo non vuol dire che noi non ci proveremo. Il campionato ce lo giochiamo in cinque gare, tutto può succedere. Guardate ad esempio questo weekend: venerdì le condizioni erano così e così, sabato c’era un vento esagerato, oggi non c’era grip. Dobbiamo essere tranquilli, dobbiamo lavorare e giocare le nostre carte al meglio».

 

Hai sempre detto che le cose si giocano sui dettagli, ora più che mai. Uno dei dettagli può essere anche il fatto di prendersi dei rischi?

«I rischi si possono prendere quando uno è competitivo. Quando non lo sei, rischi solo di cadere; Marc dice che ha preso dei rischi all’ultimo giro, ma ha fatto 1’47”0: significa che aveva un po’ di margine. Io ho fatto tira e molla per venti giri, ero sempre al limite: non avevamo la stessa situazione».

 

Mancano 5 gare, qual è secondo te la pista favorita?

«Non si può sapere: anche qui non dovevamo essere veloci, ma lo siamo stati, in ogni condizione».

 

Qualcuno ha detto a Petrucci che avrebbe dovuto farti passare; ti dà fastidio?

«Io mi ritengo uno dei più sportivi di questo paddock: sono l’ultima persona che chiederei una cosa del genere. Non esiste proprio».

 

Come commenti i fischi a Marquez sotto il podio?

«Purtroppo non è una novità, non è la prima volta che succede. I fischi a Marquez quando cade in Italia e a Rossi quando scivola in Spagna sono imbarazzanti: solo persone di basso livello lo possono fare. Bisognerebbe imparare a tifare il proprio pilota e ammirare gli avversari, non fischiarli. Sono parole che non contano niente, purtroppo».

 

Tu e Marquez a pari punti, Vinales a 16 di distanza: c’è qualcosa che può spezzare l’equilibrio?

«No. Non ci sono dettagli particolari prima di entrare in pista: vivi il momento nel modo migliore, cercando di lavorare su ogni aspetto. Non c’è niente che puoi fare prima di un GP: tutti e tre abbiamo un buon bilanciamento, siamo abbastanza stabili su tutto, non dobbiamo inventarci chissà che: bisogna sfruttare tutte le situazioni e adattarsi a tutto quello che incontreremo in questi 5 GP. Si potranno fare sportellate, spero sane, oppure fare strategia: non vedo l’ora di tornare in pista».

 

Saranno cinque GP su piste dove nessuno, recentemente, ha provato: cambia qualcosa?

«Può contare, effettivamente: potresti trovare in un GP dove la tua moto non si adatta benissimo alle gomme che hanno portato e nel week di gara diventa difficile risolvere il problema. Questo aspetto può essere importante».

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