MotoGP 2017. Dovizioso: "Ho fatto emozionare gli appassionati"

MotoGP 2017. Dovizioso: "Ho fatto emozionare gli appassionati"
Reduce dall’Eicma, Andrea si presenta a Valencia sereno e rilassato. “Non ho niente da perdere, devo solo pensare a vincere. Márquez sa gestire queste situazioni, è tutto nelle sue mani, ma è anche uno che non si accontenta mai. A Milano tanti tifosi per me: mi ha fatto piacere”
9 novembre 2017

VALENCIA – Già era tranquillo di suo, ma dopo aver visto un video, preparato appositamente dalla Ducati, con i messaggi dei suoi amici, Andrea Dovizioso è sereno come non mai.


«Sto molto bene. Ci si gioca tutto in un GP, ma sono rilassato: non ho niente da perdere. Il titolo è un obiettivo difficilissimo da raggiungere, sia perché sappiamo quanto è complicato vincere qui, sia perché a Márquez dovrebbe succedere qualcosa. Quanto accaduto in questa stagione, però, ci deve far guardare con ottimismo al GP: vincere sarà difficilissimo, ma non impossibile. Per quanto mi riguarda sarebbe importante essere competitivo anche qui, sarebbe una conferma importante dei nostri progressi».


E’ più difficile che tu vinca o che vado storto qualcosa a Márquez?

«Forse è più complicata una mia vittoria, perché Valencia non ha delle caratteristiche adatte a me e alla mia moto. Però si è visto come nel 2017 siamo riusciti a fare bene in tante occasioni che in passato ci avevano creato dei problemi. Questa è sicuramente una situazione più complicata, e d’altra parte Márquez sa gestire benissimo questa situazione. Marc, però, è anche uno che se vede una possibilità non si tira indietro, ci prova sempre, e magari fa un errore… Ma a me questo non interessa, io devo solo pensare a vincere».


In caso di tua vittoria andresti a sette, ma potrebbe non bastare per conquistare il titolo: ti fa arrabbiare questa cosa?

«Non sono solo le vittorie che fanno conquistare il titolo, e io che non ho mai vinto tanto in passato so che non è questo l’aspetto più importante. Dobbiamo sempre pensare da dove siamo partiti, quanto abbiamo fatto bene, ma se non dovessimo conquistare il titolo significherebbe che abbiamo sbagliato qualcosa e che dobbiamo migliorare per il 2018. Sicuramente, però, mi farebbe un po’ di rabbia non conquistare il titolo con, eventualmente, sette successi».


Hai rammarichi per questa stagione?

«E’ chiaro che si può sempre fare meglio, ma è troppo facile dirlo dopo. No, non farei niente di diverso».


Se non altro, Márquez avrà più pressione di te...

«Sicuramente. Anche se ha un margine enorme, lui ha più pressione di me, mentre io sono già sicuro del secondo posto. Ma solo lui può sbagliare».


Quale è stato il momento più bello della stagione?

«Fortunatamente ce ne sono stati tanti, ma anche se è passato tanto tempo e uno si dimentica, io credo che il Mugello, per tutto quello che significa quella gara, con la Ducati è stato qualcosa di pazzesco. Quello per me è stato il momento più importante, anche se vincere dopo una sfida all’ultimo giro dà un’altra adrenalina. La gara più bella, per me, è stata a Silverstone, perché ho vinto nonostante non fossi il più veloce. Per me è stato eccezionale».


Quanto hanno influito quest’anno il cavallo nero e il cavallo bianco?

«Questa è una cosa che ha sempre descritto il dottor Costa e che io ho sempre condiviso: in ogni pilota c’è razionalità e irrazionalità. La differenza la fa il modo in cui li usi entrambi: nel 2017, istintivamente, ho usato più l’irrazionalità nei momenti giusti. Io sono uno che vive di cavallo bianco, ma il nero va inserito opportunamente e mi ha dato qualcosa in più da tirare fuori in alcuni momenti: per fare un tempo in qualifica, una certa manovra in gara per vincere e così via. In MotoGP sono tutti bravi, fa la differenza come riesci a gestire le carte che hai a disposizione».


Sei stato all’Eicma e sei stato travolto dalla folla: è stato diverso dal solito?

«Come sempre avviene, quando uno va forte ha più tifosi, ma quello che mi ha fatto veramente piacere è che sono riuscito a trasmettere emozione: l’ho capito dai commenti che mi venivano fatti dagli appassionati. Fa sorridere che tutti mi dicessero: “Dai che vinci la gara” come se bastasse per conquistare il titolo...Purtroppo non è così».

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