MotoGP 2017. Dovizioso: "Più bravi che veloci"

MotoGP 2017. Dovizioso: "Più bravi che veloci"
Dovizioso analizza una vittoria costruita con intelligenza e strategia: "non abbiamo lavorato sulla prestazione, ma sui problemi da risolvere"
11 giugno 2017

Andrea Dovizioso sembra il meno stupito dalla vittoria conquistata a Barcellona. Nonostante non se l'aspettasse, l'analisi del campione italiano sottolinea il grande lavoro fatto nell'approcciarsi a una gara difficile, complicata soprattutto dal consumo degli pneumatici e dall'alta temperatura.

 

Seconda vittoria, una settimana fantastica!

«Sì, seconda vittoria totalmente inaspettata. Siamo arrivati a Barcellona dopo dei test che mi avevano lasciato con un pessimo feeling. Però eravamo rilassati e ci siamo approcciati cercando di capire cosa poter fare. Siamo stati molto intelligenti perché non abbiamo lavorato sulla prestazione ma sui problemi della pista. La pista ha creato infatti problemi perché le gomme qui calano sempre poi con il caldo calano ancora di più. Quindi dovevamo focalizzarci su questi due aspetti: andare forte con le gomme usate e con l’asfalto a più di 50°. Avendo quindi lavorato in questa direzione, per noi è stato più complicato entrare nei 10 (delle FP3, NDR) e fare una buona qualifica, piuttosto che fare una buona prestazione in gara.

E’ stata una gara stranissima, mi sono messo subito nella posizione giusta dietro a Pedrosa e guidavamo pennellando, senza mai spingere da nessuna parte, usavamo mappe con pochissima potenza e aspettavamo di aver completamente tirato su la moto prima di aprire il gas... e giravamo in 47” e mezzo. Avevo paura che arrivassero da dietro però guardando un po’ le segnalazioni e lo schermo non vedevo nessuno. Sono rimasto lì, cercando di aspettare il più possibile, poi a 10 giri dalla fine ho deciso di andare avanti e quando ero in testa mi sono accorto che, nonostante l’avessi salvaguardata al massimo, la mia gomma dietro non ne aveva più. Credevo di poter andare molto più forte però è stato sufficiente perché loro (Marquez e Pedrosa, NDR) erano più in crisi di me e io potevo sfruttare la buona potenza che avevamo in rettilineo. Non potendo fare la differenza in percorrenza a centro curva, la potenza che avevamo di vantaggio la sfruttavo. Non ne avevo di più di loro, ma sono riuscito a metterli in crisi e hanno dovuto mollare se no sarebbero caduti».


L’ultimo giro cosa ti è passato per la testa?

«Sensazioni nuove per me. Anche quando faccio buoni risultati c’è sempre tanta energia da usare, tanta spinta. Questa è stata una gara senza spingere e finita con 3 secondi di margine… tanta roba!».


Sei a 7 punti dalla vetta del mondiale a dispetto di chi si aspettava Lorenzo in lotta per il Mondiale.

«Conferma quanto bene ho lavorato in questi quattro anni, conferma che di più non si poteva fere gli anni scorsi e conferma che piano piano i risultati stanno arrivando. Quindi tanta soddisfazione».


Quanta paura hai avuto nel 2016 di non essere più pilota Ducati?

«La paura c’è stata e, come avevo detto lo scorso anno, interrompere la nostra storia sarebbe stato come lasciare a metà un lavoro e sarebbe stata una delusione personale».


Al Mugello hai parlato della mancanza di una strategia e che ti sei lasciato andare. Qui sembra che abbia prevalso la strategia, il cavallo bianco.

«Per me era più facile fare strategia perché avevo più margine. Dietro a Dani era facile salvare le gomme e avere quelle velocità, quindi non arrivando nessuno... Usi il cavallo bianco, ma devi usare anche quello nero se no non vinci».


Come vedi le prossime gare?

«Non faccio pronostici e chi li fa secondo me è un imbecille. Come fai a farli con le gare che si stanno disputando? Anche per noi che ci siamo dentro è impossibile».


Pensi che ve lo potete giocare il Mondiale?

«Non voglio dire né sì né no. Sono ben focalizzato su quello che dobbiamo migliorare. Perché abbiamo troppo bisogno di migliorare certi lati negativi. Abbiamo un gran potenziale, possiamo davvero fare tanto bene, ma ancora abbiamo dei limiti che non ci permettono di essere competitivi in 18 gare, su 18 piste e con 18 condizioni climatiche diverse. Se vogliamo giocarci il campionato dobbiamo essere più vicini dove non siamo competitivi. Non possiamo prendere 25 secondi quando non siamo competitivi. E siamo secondi in campionato perché io porto a casa sempre i punti. Non è che io in sette gare mi sono sempre giocato la vittoria o il podio e anche dove non siamo stati competitivi ho portato a casa punti importanti ma abbiamo preso troppi secondi, ed è questo che non ti permette di giocarti il campionato. Io sono focalizzato su questo perché questa è la base per poterci provare. Io mi sono sempre definito un pilota da campionato e lo sono sempre stato. Ho sempre fatto buoni risultati quindi io non ho dubbi di potermi giocare il campionato se avremo una buona base. Quello che ci mancava e di cui mi sono lamentato in passato, ancora manca. Queste due gare sono state due gare a sé e siamo stati molto bravi a gestirle. Abbiamo fatto test e anche questo ha aiutato».

Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Da Automoto.it