MotoGP 2017. Dovizioso: "Poteva farmi passare, ma il risultato non sarebbe cambiato"

MotoGP 2017. Dovizioso: "Poteva farmi passare, ma il risultato non sarebbe cambiato"
E' sereno e più soddisfatto di una stagione fantastica, che rammaricato per il mancato titolo. Su Lorenzo: "Non mi ha rallentato"
12 novembre 2017

«Fa molto piacere tutto questo calore, e sento che è vero» risponde Dovizioso all’applauso della stampa. E’ sereno, e non ha l’espressione di chi pensa di aver perso il mondiale. Ma prima di parlare di Márquez l’argomento principale è Lorenzo.


Credi che Lorenzo ti abbia in qualche modo ostacolato?

«No, nei primi giri ero più veloce in una parte del circuito, ma più lento in un’altra. Perdevo tantissimo nel T4, sono migliorato durante la gara, ma comunque non ero così veloce. Un po’ è dipeso dal suo stile di guida e un po’ anche dalla carena. Non sono riuscito a passarlo nei primi giri, e dopo ha iniziato a girare forte e costante, guidava molto bene e alla fine questo mi ha aiutato a guidare più fluido, cosa che durante il week end non sono mai riuscito a fare. Márquez è stato intelligente, ha fatto una gara di velocità e ci ha messo un po’ in crisi, ci mancava qualche decimo: lui e Zarco avevano un gran passo, e il gruppo si è sfilato subito. Sia io che Jorge abbiamo provato a tenere duro, ma non avevamo le carte per poterci inserire davvero. Eravamo lì, ma non abbastanza vicini (come passo, NDR), e ho dovuto usare troppa energia e troppa gomma. Nel momento in cui Márquez ha fatto l’errore avevo perso un secondo dai primi due, e lì ho detto: “del podio non mi interessa, voglio provare a vincere”. Ho forzato troppo nella staccata dove ero più forte, ho voluto esagerare, ma la gomma era calata un po’ e quando sono andato a frenare la moto mi si è messa di traverso, non sono riuscito a rallentare e sono andato nella ghiaia».


Alla fine di questa stagione, come ti senti e come pensi di essere cambiato?

«Quest’anno ho buttato giù dei muri miei personali e ho capito che si poteva fare di più, e poi c’è sempre un lavoro di gruppo che non arriva solo da me. Da solo non puoi fare questi risultati, ma sono riuscito a gestirmi molto meglio del passato, sono molto soddisfatto del lavoro fatto a casa, piccoli dettagli che danno grandi risultati. Tante soddisfazioni, ed è per quello che sono contento oggi: oggi non abbiamo perso. Faccio tanti complimenti a Marc e alla sua squadra, perché sono stati i più forti, però lo siamo stati anche noi. La gente adesso ci guarda con un occhio diverso, e soprattutto guarda me con un occhio diverso. Questa è una bella soddisfazione. Nella MotoGP per l’opinione pubblica ero diventato un numero, e io non mi sono mai sentito un numero».


Per qualcuno sembra quasi che tu abbia perso l’occasione della vita quest’anno.

«Chi la vede così non vede la realtà e non analizza la stagione. Credo che dietro a quello che è successo quest’anno ci sia della gran sostanza quindi…».


Dei tanti primati fatti quest’anno qual è l’aspetto che più ti ha soddisfatto?

«Potersi giocare il campionato fino alla fine contro Márquez e la Honda. All’inizio dell’anno nessuno lo avrebbe mai pensato. Correre per vincere il mondiale, questa è la cosa più importante ed è davvero difficile. E’ difficile vincere delle gare ed è difficile essere uno dei piloti migliori. Però portare il campionato fino all’ultima gara contro Márquez e Honda è la soddisfazione più grande».


Se Márquez fosse caduto tu avresti perso comunque, perché ti era stata negata la possibilità di giocartela...

«Mi piacerebbe fosse stato così, ma eravamo davvero al limite, non ne avevo, ed è questo il motivo per cui ho fatto l’errore e non sono riuscito a restare con i primi. Jorge poteva farmi passare, però non credo che quello abbia condizionato il risultato. Mi piacerebbe dire diversamente, ma non ne avevamo di più».


Márquez ti ha fatto i complimenti, ha detto che gli hai insegnato molto, soprattutto dal punto di vista mentale: come riuscire a fare le gare e come riuscire a essere competitivo senza essere il più veloce. Che ne pensi?

«Un complimento del genere mi fa un immenso piacere. Io non ho problemi con Marc, perché non è successo niente tra noi. Mi sono arrivati messaggi di avversari anche ieri sera. Mi fa molto piacere questa cosa. Ho notato tanto supporto sia dai rivali che da persone che non mi hanno mai visto con un certo occhio, e che adesso hanno tifato per me. Riuscire a creare questa situazione senza politica, essendo semplicemente me stesso è un valore aggiunto. Márquez, lo si capisce dal complimento, vince perché studia tutti e questa è la sua forza. E’ lo stesso motivo che mi ha portato ad essere competitivo quest’anno: prendere del positivo anche da piloti che magari hanno fatto risultati peggiori di te».


Ho sentito i tuoi amici, e dicevano: “Però nel 2018 andiamo a vincere”

«Io sono molto convinto che sia una base. Dietro a quello che è successo quest’anno c’è consapevolezza. Se saremo competitivi anche l’anno prossimo per giocarci il campionato o no, sono cose difficili da dire. Ci sono tanti piloti forti e anche giovani esordienti. Però non sono preoccupato per la nostra competitività, conosciamo i nostri difetti e bisognerebbe migliorare in quelli».


Quando sei uscito di pista cos’hai pensato?

«Non è stato pesante, non è stata la situazione in cui dici: “abbiamo perso l’occasione di vincere il mondiale”. Ho vissuto questo week end in modo sereno».

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