MotoGP 2017. Ducati svela le sue "ali", l'Ing. Bernardelle le spiega

La novità più attesa dei test in Qatar era forse l'aerodinamica di Ducati. Con l'Ing. Bernardelle vediamo di fare una prima analisi. "La prima impressione è stata positiva" ha detto Dovizioso
11 marzo 2017

Si può dire che Ducati, più di ogni altra Casa, abbia investito in termini di ricerca e di sviluppo sulle "ali" in MotoGP. Lo scorso anno gli avversari hanno rincorso quanto fatto a Borgo Panigale, fino a quando, per motivi di sicurezza, si è deciso di vietare qualunque appendice aerodinamica che sporga dalla carena. Ovviamente nulla vieta di creare "ali" all'interno della carena e, nelle passate sessioni di test, abbiamo già visto come le Case abbiano cercato altre soluzioni per non rinunciare alla deportanza senza disobbedire al regolamento. Ducati è stata l'ultima a svelare il proprio nuovo progetto, ed oggi finalmente ha mostrato in pista la carena 2017.

 

«E' simile a quanto fatto da Aprilia - è il commento a caldo dell'Ingegner Giulio Bernardelle dopo aver visto le prime foto -. In questo modo si creano delle superfici che danno un effetto di deportanza senza avere delle vere e proprie ali esterne al profilo della carenatura, seguendo i dettami del nuovo regolamento. Le nuove estensioni sono posizionate in alto perché quello è il punto dove si scarica la maggiore pressione dell'aria sulla carenatura».

 

Ecco il primo commento di Andrea Dovizioso sulla nuova carenatura.
«La prima impressione è stata positiva. In Ducati sono stati bravissimi a creare un carico aerodinamico importante nonostante i limiti regolamentari. Come già accadeva con le alette nel 2016, anche qui ci sono aspetti positivi e negativi: dobbiamo fare ulteriori prove per capire se utilizzarla nel GP. Diciamo che l’effetto visivo è… importante, sicuramente c’è un grande effetto. Domani faremo ulteriori prove per raccogliere più informazioni: su questo aspetto abbiamo tanti dati ed esperienza, diciamo che abbiamo la situazione sotto controllo».

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