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CONFRONTO 2017/2016
Ecco il confronto dopo 4 gare tra i punti realizzati da alcuni piloti nel 2017 e nella passata stagione.
Rossi 62/58 (+4), Viñales 60/33 (+27), Márquez 58/82 (-24) Pedrosa 52/40 (+12), Dovizioso 41/23 (+18), Crutchlow 29/5 (+24), Lorenzo 28/65 (-37), Petrucci 26/0 (+26), A.Espargaró 17/32 (-15), Bautista 14/14 (0), Iannone 9/25 (-16).
CONFRONTO IN CASA
Ecco invece il confronto tra compagni di squadra o di moto: chi è arrivato più volte davanti in gara nei primi 4 GP della stagione (tra parentesi il confronto in prova)
Viñales/Rossi 3/1 (4/0); Márquez/Pedrosa 2/1 (3/1); Dovizioso/Lorenzo 2/1 (2/2); Zarco/Folger 3/1(3/1); P.Espargaró/Smith 2/2 (3/1).
SCHWANTZ: “LORENZO ADATTO A QUALSIASI MOTO”
Alla vigilia del GP di Spagna, Kevin Schwantz, intervistato da Paolo Ianieri sulla Gazzetta della Sport, ha detto la sua opinione su Jorge Lorenzo: «Credo che con il suo stile Jorge dovrebbe essere in grado di guidare qualsiasi moto. E di vincere con qualsiasi moto. Lorenzo guida in modo così dolce e fluido, se guardi le sue linee ti viene solo un aggettivo da associare alla sua guida: perfetto. Come lo era Biaggi. Quando guardavi Max, vedevi che era sempre nella posizione giusta, sembrava quasi stesse posando per una foto. Jorge è uguale». Siete d’accordo con il grande Kevin?
UN MANICHINO PER SALVARE UNA VITA
Dorna, organizzatrice del motomondiale, lavora incessantemente per migliorare la sicurezza, non solo dei circuiti. A breve, in ogni paddock dei circuiti del motomondiale ci sarà un vero e proprio ospedale, che di fatto sostituirà la “Clinica Mobile”, sempre coordinato, però, dal dottore Michele Zasa. Il maggiore spazio consentirà di avere sempre più macchinari e sarà disponibile anche un “manichino”, dal costo di 20.000 euro, con il quale i medici di potranno fare pratica per qualsiasi tipo di primo intervento: perché il manichino, opportunamente programmato, riproduce infatti esattamente qualsiasi reazione del corpo umano e qualsiasi tipo di lesione o trauma. Niente da dire, sotto questo aspetto il motomondiale è assolutamente all’avanguardia. (foto di Perez de Rozas)
TEAM PRAMAC, PILOTI IN SCADENZA DI CONTRATTO
Entrambi i piloti del team Pramac, Danilo Petrucci e Scott Redding, hanno il contratto in scadenza a fine stagione. Sia Danilo che Scott sperano di continuare con la squadra satellite ufficiale, ma, al momento, non ci sono certezze. «L’obiettivo è questo, magari confermando anche per il 2018 la moto ufficiale: è un ulteriore stimolo per far bene» ha commentato Petrucci. «Non conosco i programmi di Pramac, ma credo abbiano l’intenzione di confermarmi. Io voglio restare, ma devo fare più di quello che sto facendo. Credo in me stesso, ma a volte sono un po’ titubante nelle decisioni, per esempio nella scelta delle gomme» ha detto Redding con estrema chiarezza e onestà.
MORBIDELLI-TEAM VDS: SI DISCUTE SUL CONTRATTO
Al di là della caduta di domenica, Franco Morbidelli è uno dei piloti più ricercati per il 2018. Secondo Michel Bartolemy, team manager VDS, Franco ha un contratto blindato, addirittura fino al 2021. Non è d’accordo la VR46, che gestisce Franco: secondo la società di Valentino Rossi, Morbidelli può svincolarsi. In tutto questo, la Honda, per il momento, rimane alla finestra: la HRC aspetta infatti di conoscere i piani precisi del team VDS; in alternativa, Morbidelli potrebbe andare ad affiancare Cal Crutchlow nel team di Lucio Cecchinello.
DUCATI: SI LAVORA ANCORA SULLA CARENATURA
Secondo tutti gli uomini Ducati – piloti, tecnici, ingegneri – uno dei motivi delle maggiori difficoltà della Desmosedici rispetto al 2016 è la perdita delle appendici aerodinamiche. Lo ha spiegato bene Dall’Igna («In quel settore eravamo forti e più avanti degli altri, e le alette ci permettevano di sfruttare al meglio un altro dei nostri punti di forza: la potenza del motore. Non potendole più usare abbiamo perso parecchio»). E Andrea Dovizioso ha mostrato qualche dubbio in più. «Ci sono state reazioni diverse a seconda della pista, a partire dai test in Malesia. Per esempio, in Qatar non abbiamo patito più di tanto la mancanza delle appendici, mentre ad Austin lo svantaggio di non averle è stato evidente: direi che su quel tracciato abbiamo capito meglio la loro utilità. A volte va meglio, altre peggio; per quanto riguarda la carenatura vista nei test in Qatar, al momento i benefici sono inferiori agli aspetti negativi: ci stiamo ancora lavorando, per questo non l’abbiamo ancora omologata». Ricordiamo che durante la stagione si possono omologare solo tre carenature in totale, quindi, nel caso della Ducati, altre due oltre a quella utilizzata nei primi 4 GP.
TEAM GRESINI, HOSPITALITY SOLO PER LA MOTOGP
Il team Gresini è notoriamente impegnato in tutti e tre i campionati, MotoGP, Moto2 e Moto3; da quest’anno, l’hospitality, che ovviamente viene condivisa con l’Aprilia, è accessibile solo a tecnici, piloti e uomini della MotoGP, mentre quelli della Moto3 e Moto2, per mancanza di spazio, vanno a mangiare in “trasferta”, all’hospitality di Severino, da anni un vero e proprio ristorante (a pagamento, naturalmente) all’interno del paddock.
LE MANS: ASFALTO PROMOSSO A PIENI VOTI
Il test a Le Mans tenutosi il martedì precedente il GP di Spagna è stato organizzato dalla Michelin, perché si temeva che il nuovo asfalto fosse critico per le gomme. I piloti, invece, hanno promosso a pieni voti i lavori effettuati sul circuito francese, che ospiterà la prossima tappa del Motomondiale: all’unanimità è stato detto che adesso l’asfalto ha un buon grip sia sull’asciutto che sul bagnato (per le condizioni meteo si è girato in entrambe le condizioni) e sono quasi spariti gli avvallamenti.
NIETO 1.000, DOOHAN 2.000, PEDROSA 3.000
Il motomondiale ha celebrato domenica il suo GP numero 3.000 con la gara della MotoGP vinta da Dani Pedrosa. Nel 1975 era stato Angel Nieto a conquistare la vittoria nel GP numero 1000, a Hockenheim nella 50 cc (non male girare con una 50 a Hockenheim…), mentre nel 1997, a Suzuka, Mick Doohan era stato il trionfatore del GP numero 2000, sulla 500. Allora, è bene ricordarlo, Valentino Rossi già correva… Una curiosità: è stato calcolato che nel paddock di Jerez c’erano piloti che, in totale, hanno conquistato ben 1.546 dei 3.000 GP disputati.
“SPAZIO WILLOW” NEL TEAM LCR
Quest’anno, la bella e dolce Lucy, compagna di Cal Crutchlow, viene spesso ai GP in Europa, assieme, naturalmente, alla bimba Willow, nata lo scorso agosto. Così, il team di Lucio Cecchinello, sempre molto attento a far stare al meglio possibile il proprio pilota (e non solo!) ha creato all’interno dell’hospitality uno spazio per la piccola Willow, con giochi, gonfiabili, palette e secchiello, e tutto quanto per farla felice. Bravi, come sempre.
ROSSI SPOSTA LA CONFERENZA STAMPA PER LA SAFETY COMMISSION
Tradizionalmente, il venerdì, Valentino Rossi incontrava i giornalisti alle 16:30. Quest’anno, l’appuntamento è stato posticipato alla 17, per avere più tempo per lavorare con i suoi tecnici dopo le libere e poi poter partecipare alla Safety Commission delle 17:30, dove Rossi nel 2016 non era (quasi) mai andato. Visto che ultimamente sono state prese decisioni che vanno anche al di là della sicurezza, evidentemente Valentino ha ritenuto importante tornare a frequentare la Safety Commission.
FRANCO UNCINI, CHE BOTTO!
Alla fine del warm up della MotoGP, Franco Uncini, nel tradizionale giro di pista con la Safety Car per controllare che tutto fosse a posto, ha perso il controllo della BMW M5 alla curva 5, la Sito Pons, una destra velocissima, finendo contro le barriere. Uncini illeso, la BMW un po’ meno.
MARC MARQUEZ, CHE BOTTO! (2)
A proposito di “botti”, anche Marc Marquez ne ha fatto uno abbastanza clamoroso, non in moto, però: al termine del GP, dopo essersi fermato a salutare i tifosi, ha avuto un piccolo incidente saltando dalle barriera (sequenza fotografica di Milagro).
IO L’AVEVO DETTO
Lucio Cecchinello (team manager LCR): «Avendo la dura posteriore, Crutchlow sa di dover stare attento nei primi giri». GP Spagna: Crutchlow cade al sesto giro.