MotoGP 2017. Qatar test, Viñales è il più veloce nel Day2

ROSSI IN DIFFICOLTA’, POI…

Tutto l’opposto di Valentino Rossi, ancora una volta in grandissima difficoltà, tanto da cadere alla seconda uscita. «Niente funzionava, poi abbiamo cambiato tutto e ho ritrovato fiducia nell’anteriore» ha sintetizzato Valentino, che nel finale ha messo insieme tre giri consecutivi in 1'54” (con la gomma nuova posteriore, naturalmente), e, soprattutto, per la prima volta in questi test ha visto la luce di una strada da seguire. «Grazie alla Yamaha, ci ha creduto più di me». Insomma, a sentire Valentino, non si tratta di una prestazione casuale, ma di un tempo figlio di un lavoro che ha dato i suoi frutti. La sua soddisfazione era vera: è questo l’aspetto più positivo per il campione della Yamaha. «Ci voleva, cominciavo a essere un po’ preoccupato» ha tirato un sospiro di sollievo Rossi, che a lungo è stato il più lento tra i piloti Yamaha, con un Folger che in questo pre campionato sta facendo vedere grandi cose.

BENE ESPARGARÓ, DUCATI AL LAVORO

Tantissime le cadute di oggi. Tra gli altri: i due Espargaró , Smith, Rossi, Iannone, Lorenzo, Petrucci, anche perché le condizioni non erano ottimali: poco grip e vento. Alla fine, tutti – tranne Márquez e Lorenzo – hanno montato le gomme morbide con Aleix Espargaró, bravissimo a portare l’Aprilia in quinta posizione dietro alla Honda di Cal Crutchlow, e davanti alla prima Ducati, quella di Alvaro Bautista, settimo. Questo perché i piloti Ducati ufficiali erano impegnati a fare altro: Lorenzo ha fatto subito il tempo nelle prime uscite, poi non ha più cambiato gomme, concentrandosi sulla messa a punto, Dovizioso ha provato la nuova carenatura, con buone sensazioni. «In Ducati sono stati bravi a ricreare condizioni simili a quelle delle alette: ci sono punti positivi e negativi, ma non è questa la nostra priorità». Oggi il Dovi ha chiuso indietro, i tempi non gli venivano facili come ieri, ma a sentire lui non c’è da preoccuparsi. Qualche preoccupazione in più per Andrea Iannone, che non "sente" sua la Suzuki: «Bisognerebbe guidarla come Viñales, ma lui ha uno stile di guida particolare».

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