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PHILLIP ISLAND – Dopo le qualifiche lo aveva detto: «Sarà dura, ma non mollo». E’ stato di parola: non ha mollato. Tutt’altro. Ha dato spettacolo. Sorpassi, sportellate, staccate da brividi, traiettorie impossibili, una velocità impressionante. Un campione, altro che pilota pronto per la pensione.
«Negli ultimi anni, il livello di aggressività dei piloti è cresciuto moltissimo con l’arrivo dei piloti della Moto2. Ma se questo è il gioco, io sono pronto a giocare!».
E’ stata una gran gara.
«Bellissima, sono contento. Ci sono stati tanti sorpassi e sportellate con Miller, Zarco, Iannone, Marquez, Vinales. Mi sono divertito, è stato lo spettacolo più bello dell’anno: hanno fatto bene quelli che in Italia si sono alzati alle 7!».
Come spieghi le differenti prestazioni rispetto alle prove?
«Qui è sempre difficile capire il reale potenziale di ciascun pilota e, sinceramente, con l’asciutto mi sentivo bene. Per il warm up avevamo preparato una modifiche, che però non abbiamo potuto provare perché pioveva. Abbiamo deciso di utilizzarla comunque in gara e ci abbiamo azzeccato, così come è stato giusto scegliere la media posteriore: ho potuto spingere fino alla fine. Ho attaccato, ho fatto sorpassi, me la sono giocata: ci voleva per me, dopo un periodo difficile, con l’infortunio alla gamba e alla spalla, e per il team dopo un GP così complicato come quello di Motegi».
Se non ci fosse stata quella “rissa” furibonda, avresti potuto stare con Marquez?
«Io credo di sì, avevo il potenziale per stare insieme a lui. Onestamente, difficilmente l’avrei battuto, perché lui aveva un po’ di margine, ma me la sarei giocata. Ma quando ho cominciato a fare questo ragionamento, Iannone mi è entrato come un “pazzo” al tornantino: siamo finiti larghi entrambi, ho perso il contatto da Marquez e ho dovuto ricominciare da capo».
Ti esalta fare queste lotte con chi è molto più giovane di te?
«Rispetto al passato ci vuole un altro approccio: ci dobbiamo dimenticare come si correva allora. Secondo me ci sono delle regole: per esempio, andare contro un altro mi sembra sbagliato. Ma forse io sono fuori moda, un po’ “vintage”. Inutile arrabbiarsi bisogna fare così. Del resto, non posso certo parlare io, sono sempre stato aggressivo: in passato, però, facevi così gli ultimi due gir, adesso lo fai per 25. Ma va bene così».
Non si rischia di superare il limite?
«Fin che non cade nessuno va tutto bene. Devo dire che siamo tutti molto bravi a fare questo. Se vuoi fare la MotoGP devi giocare così, dare delle sportellate, altrimenti stai a casa».
Oggi è mancata completamente la Ducati.
«In Giappone era successo alla Yamaha, qui a loro, mentre la Honda è sempre lì: questo fa la differenza».