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VALENCIA – Lin Jarvis, numero uno di Yamaha Corse, ha detto che: «il bilancio è al di sotto delle aspettative, ma non così disastroso». Matteo Flamigni, ingegnere elettronico di Valentino Rossi, ha detto che: «al di là dell’11° posto di oggi, l’obiettivo è sempre il podio» e lo stesso Valentino è sembrato meno pessimista rispetto a quanto dica la classifica. «Nelle FP1 non mi sentivo bene con la moto, ero lento, ma nelle FP2 abbiamo migliorato tanto. Niente di fantastico, ma nell’ultima uscita abbiamo trovato qualcosa di positivo. Purtroppo, quando c’è poco grip, come qui a Valencia, quando fa freddo e dobbiamo usare le gomme dure, per le caratteristiche del tracciato, soffriamo, come ci è successo tante volte nel 2017. E’ difficile fermare la moto: credo che sarà un GP complicato» spiega Rossi, che però, come sempre, non si dà per vinto. «Se al venerdì speri che arrivi il prima possibile domenica sera, allora diventa tutto più difficile. L’ultima uscita mi ha un po’ rinfrancato, anche se le Honda sembrano fare un altro mestiere e anche le due Ducati e Zarco sono più veloci» ammette Valentino.
Ma se Valentino in qualche modo maschera la delusione e prova comunque a essere ottimista, Maverick Viñales è molto nervoso, come quest’anno lo si è visto poche volte nonostante non siano mancati i momenti difficili. Qui, un anno fa, al debutto con la Yamaha, Maverick volava, adesso arranca in 12esima posizione, senza capirne il perché. Ma le sue parole sono piuttosto chiare. «Cosa non funziona? Boh, bisogna chiederlo alla Yamaha! Questo telaio non va bene, da quando ce l’abbiamo i problemi sono stati più dei vantaggi» dice senza mezzi termini, bocciando definitivamente la ciclistica voluta da Rossi dopo il disastro di Jerez. Ciclistica – è bene ricordarlo - che però ha scelto anche lo stesso Viñales, ritenendola migliorativa rispetto alla precedente. La sensazione è che Maverick sia un pilota senza più certezze, incapace in questo momento di affrontare un situazione che, dopo il trionfale inizio di campionato, sembra paradossale: a marzo sembrava invincibile e fermo sulle sue decisioni, oggi è un pilota vulnerabile sotto tanti aspetti, volubile nelle sue decisioni: una volta il telaio va bene, un’altra non funziona più, un’altra ancora è perfetto sull’asciutto, poi non lo è più. E via così. E la tensione, inevitabilmente, sale. Adesso tocca alla Yamaha gestirla al meglio.