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Felice per aver vinto, ancora di più per averlo fatto a modo suo: con strategia, metodo e intelligenza.
Cosa ti è piaciuto di più di questa gara?
«Sembrava che mi nascondessi prima, ma ho finito la gara all’ultima curva, quindi non era mettere le mani avanti, ma essere consapevole contro chi combatto e di come lavorano i piloti. C’è sempre la possibilità di migliorare e di fare una gara diversa da come sembra nelle prove. Sono partito malino, perché sono stato costretto a chiudere il gas per evitare una collisione. Riuscire a partire così dietro, stare calmo, salvare le gomme, recuperare e poi fare la strategia è una sensazione che si possono permettere pochi piloti e raramente. E’ una figata perché mentre stava accadendo, a metà gara, ho pensato alle minimoto. Le gare più belle per me erano quelle in cui sapevo di essere più forte, partivo dietro, li passavo tutti e vincevo. E oggi è andata così. Gli ultimi giri però, quando ho deciso di cambiare ritmo e ho fatto buoni tempi, non avevo più la gomma dietro nonostante avessi usato mappe con poca potenza e salvato la gomma. Con la guida non ne avevo più e quindi Marc è sempre stato lì. Ero troppo lento a centro curva e non sono riuscito a creare il gap che avrei voluto... arrivare alla fine con Marc è così: lui ci prova!».
Le prossime due piste?
«Le prossime due piste non dovrebbero essere buone per noi. Sarà importante essere veloci e quella sarà una buona prova».
Era un po’ un’ossessione la vittoria qui?
«No, è sempre più per voi giornalisti che per noi piloti. Il pilota ha una percezione diversa dal giornalista e sa la fatica e la difficoltà che ci sta dietro. Il giornalista vede le cose da troppo distante».
Cosa hai pensato quando Marquez ti ha sorpassato?
«Ho detto: è finita! Perché ho pensato che entrava, ma non arrivava lungo e infatti ho visto che stava rallentando tanto e io non riuscivo a incrociare. Però sono rimasto lucido e l’ho incrociato nonostante mi abbia lasciato pochissimo spazio. Ho sfruttato il cordolo e poi è bastato usare la potenza della moto per rimanere davanti».
Essere favorito ti mette pressione?
«La pressione c’è sempre però io la vivo bene. La gente si ricorda sempre gli ultimi anni e di Dovizioso che ha fatto 3°-4°-5° in MotoGP. Ma io mi sono giocato tanti campionati nella mia carriera quindi sono abituato a giocarmi... i campionati. Mi sento comodo in questa situazione. L’ultimo gradino ora è migliorare la moto nelle piste dove ha sempre fatto fatica. Noi siamo riusciti a migliorare certi aspetti, ma non basta. Tutti fanno dei passi avanti e Honda l’ha fatto!».
Come valuti Lorenzo?
«Vivendola da dentro ho delle risposte che riguardano il lavoro fatto e il metodo di guida. Per me è chiaro perché succede. Non sarebbe corretto dirvelo».